scritto da Redazione Ulisseonline - 19 Aprile 2020 17:55

Mes, perché trattare e dire sì al prestito di 36 miliardi di euro

Riceviamo e pubblichiamo

Immergiamoci in una disamina apolitica del Fondo Salva-Stato.

Discussioni, suggerimenti, inviti a stare lontani da questo prestito, tranelli e sovranismi monetari stanno avvolgendo politici e governo su questo passaggio o su questo stop, complicando il futuro, già avvolto da nubi, della nostra amata Italia.

E’ questo giudizio, disinteressato come politico, ma studiato come avvocato, che sottopongo ai cittadini liberi di pensare e di farsi un’idea non “coperta” da quel partito o quel movimento, bensì visto come parere scritto per l’Italia, impegnata in una stipula di contratto “mutuo assistenziale” da parte dell’Europa, nelle precarie condizioni di soccombenza in cui si trova.

Trattasi di una valutazione dei pro e dei contro, sotto la doppia luce, della necessità e della cautela: errata e non consigliabile sarebbe una presa di posizione estrema di netta chiusura al MES, (come quella di Salvini e Meloni), in quanto le trattative bonarie legali con questo presupposto e con tale stato d’animo bellicoso e pregiudiziale non si aprono affatto.

Indispensabile, invece, una preliminare grande apertura al dialogo, accompagnata da molta saggezza, cautela, intelligenza e  capacità, senza tirare troppo la corda fino a spezzarla, ben sapendo, per esperienza professionale e personale, che in un qualsiasi accordo entrambi i contraenti potrebbero sentirsi insoddisfatti: chi sperava di avere di più e ha avuto invece di meno, e l’altra parte che sperava di dare di meno e ha dovuto dare di più.

Necessario, in una prima fase, esaminare i punti di forza e di debolezza di entrambi i stipulanti, posizionati a confronto: l’Europa non può perdere l’Italia come ha perso l’Inghilterra, che dovrà rientrare in una nuova Europa; diversamente questa Europa, così come è nata, sarà destinata ad “una fine indecorosa e imperdonabile”, mentre l’Italia, da parte sua, non può perdere un prestito di 36 miliardi di euro, soprattutto nelle condizioni in cui si trova, intubata e con pochissimo ossigeno.

Questi i due punti essenziali, di forza da un lato, di debolezza dall’altro, dai quali partire per trovare un punto di incontro e tentare un accettabile e buon accordo per entrambi i contraenti (come si suol dire “dandosi un pizzico tutti e due sulla pancia, perché è sempre meglio un brutto accordo che una causa vinta”….,  in questo caso una vittoria, per ognuno, di Pirro….).

Auspicare risultati soddisfacenti per entrambi, che al momento non possono permettersi errori clamorosi e irrecuperabili. L’Italia dovrebbe aspirare ed ottenere un prestito di 36 miliardi di euro (l’ossigeno per la intubazione da Coronavirus nel reparto intensivo in cui si trova),  indispensabile per la sua sopravvivenza, (Sanità), visto che in America, lo scorso 16 aprile, si sono registrati 4.500 morti da Coronavirus, e gli States non sono gli ultimi arrivati, e figuriamoci cosa potrebbe accadere a noi: Dio ce ne scampi e liberi!

L’Europa in cambio potrebbe e dovrebbe accontentarsi solo di vincolare il prestito per la Sanità, con bassissimo interesse, minimo del minimo (non da usura, senza ulteriori condizioni ipotecarie o acquisitive di nostri beni: porti-aeroporti…), e, infine, con dilazione nella restituzione degli interessi e sorta capitale in tempi lunghissimi, biblici.

L’Italia, otterrebbe così una liquidità incredibile sistemando la “Sanità” e la nostra sopravvivenza futura, accada quel che accada (pensiamo al peggio e prepariamoci), e nel contempo si metterebbe pure in moto una sana economia (ricerche scientifiche, riapertura ospedali, costruzione di nuovi e più moderni ed efficienti in tempi brevi, in questo periodo realizzati sol perché con la mannaia sul collo, acquisti di vario genere e attrezzature, stipendi non da fame per chi ha combattuto lasciandoci la pelle sul campo), dalla quale trarre quei guadagni necessari per pagare gli interessi e la sorte capitale (senza ricorrere a sprechi e soprattutto senza rubare, in preda al Dio denaro).

E tutto ciò, invece, nel nome di una grande Umanità per tutti e con tutti, con la parsimonia, l’oculatezza la saggezza, il buon senso e l’ottimo Governo del Buon Padre e Madre di famiglia.

Dire no, così, “ex abrupto”, sarebbe un errore clamoroso, irrecuperabile ed imperdonabile.
Rifiutare 36 miliardi di euro per il nostro Sistema Sanitario asfittico e moribondo, alle condizioni da noi proposte sarebbe una pura follia.

Il mio modesto parere, aperto al dialogo e al confronto positivo, propositivo e spassionato, da umile artigiano del diritto e “super partes”, ha quale unico scopo, tutelare il mio astratto ed ipotetico cliente Italia, al fine di evitargli un isolamento in questo momento altamente recessivo, depressivo e addirittura, mortale.

Una guerra contro l’Europa, ora, sarebbe un disastro, peggiore di una Caporetto!
Non passa lo straniero (il Coronavirus)! Ora da intubati in sala di rianimazione, non abbiamo gli uomini, i mezzi, i soldi, la forza per combattere, a stento abbiamo quella per morire.

Rebus sic stantibus, la storia, maestra di vita, insegna che con il nemico più forte è meglio allearsi. Con quello più debole, il discorso cambia. Speriamo solo che il condottiero intraprenda la strada corretta, forte del buon senso, e lasciamo che il Parlamento decida.

Ma presto, prestissimo, perché la catastrofe è alle porte.

avv. Alfonso Senatore

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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