In queste drammatiche settimane che vedono l’Italia combattere contro l’emergenza del coronavirus è balzata prepotentemente agli onori della cronaca la “questione sanità”. Se ne parla in continuazione, pensando al lavoro svolto quotidianamente da medici e infermieri (che non ringrazieremo mai abbastanza).
Spesso nelle nostre conversazioni ci troviamo a riflettere sul Servizio Sanitario Nazionale e ci rendiamo conto che, nonostante gli spaventosi tagli alla sanità pubblica fatti dalla politica negli anni, siamo tuttavia dei privilegiati rispetto ad altre realtà nazionali (si pensi a quella statunitense) per avere una pubblica assistenza senza doversi preoccupare di un’assicurazione medica.
E’ giusto ricordare proprio in questo giorno che il Servizio Sanitario Nazionale Italiano, che tendiamo a dare per scontato e a volte anche a criticare, è nato nel 1978 grazie a una donna: Tina Anselmi, la prima donna a ricoprire la carica di ministro, del Lavoro prima e poi della Sanità, nata il 25 marzo 1927. Oggi avrebbe compiuto 93 anni.
Gabriella, questo era il suo nome di staffetta partigiana scelto ispirandosi all’arcangelo Gabriele, è una di quelle donne che merita una menzione particolare nei libri di scuola. Coraggiosa, indipendente, controcorrente, fu una delle prime negli anni Sessanta a parlare dei diritti delle donne. Dopo l’esperienza partigiana si iscrive alla Democrazia cristiana e scala tutti i gradini della carriera politica. La chiamano “Tina vagante” per sottolineare il suo piglio indipendente e piuttosto imprevedibile, nonché il coraggio di prendere decisioni scomode.
Nel 1976 diventa ministro del Lavoro nel terzo governo Andreotti: è la prima donna a ricoprire l’incarico di responsabilità di un dicastero. Nei successivi governi Andreotti IV e V è ministro della Sanità, dove con la Legge 883 del 23 dicembre 1978 istituisce il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), una delle grandi conquiste del nostro Paese che molte altre nazioni invidiano.
Nonostante le difficoltà dovute ai continui tagli e alla mancanza di personale, lo sforzo che medici e infermieri stanno compiendo per fronteggiare la crisi epidemica è senza precedenti. In questi giorni difficili per il nostro Paese, il plauso al servizio sanitario nazionale è unanime. E un ringraziamento particolare va a Tina Anselmi, una delle figure più importanti della storia della Repubblica.
“Non c’è forma di carità più alta della politica, dell’impegno per il Paese, per la gente”, ha detto in un’intervista del 2006. “Quando un politico fa una legge giusta lo fa a beneficio di larghe fasce del Paese. La politica può cambiare in meglio la vita dei cittadini”.