Cava, Murolo: “Ospedale svuotato di professionalità: quando gli amministratori non tutelano i diritti dei cittadini”
“Il Pronto soccorso del nostro ospedale soffre per carenza di chirurghi e va avanti solo grazie ai turni di guardia effettuati dal personale medico “prestato” dal reparto di Chirurgia. Nel reparto di Rianimazione, invece, c’è un organico completo di 12 medici (che consente di effettuare 3 sedute operatorie di ortopedia e 2 di chirurgia a settimana). Ora, però, anche queste prestazioni sono a rischio perché gli anestesisti di Cava vengono dirottati nel presidio di Castiglione di Ravello, in Costiera amalfitana. A difficoltà, dunque, si aggiunge difficoltà e il nostro ospedale, come al solito, viene lasciato al suo destino”.
E’ quanto denuncia Marcello Murolo, candidato sindaco del movimento civico “Siamo Cavesi”, in un comunicato stampa diffuso poco fa.
“Il copione -continua Murolo- sembra replicarsi all’infinito. A fronte delle rivendicazioni elettoralistiche dell’amministrazione in carica che va sbandierando di aver scongiurato la chiusura dell’ospedale, noi di “Siamo Cavesi” negli ultimi cinque anni abbiamo più volte denunciato la situazione della struttura sanitaria, anche sulla scorta delle segnalazioni di sindacalisti ed operatori sanitari che ci hanno manifestato le loro quotidiane difficoltà”.
“Ma stavolta la misura è colma -denuncia Murolo- anche i medici si sono ribellati e, in una nota inviata alla dirigenza dell’azienda universitaria ospedaliera “Ruggi D’Aragona” hanno manifestato la loro insofferenza nel vedere come la struttura per cui lavorano sia in perenne agonia. Come riportato dalla stampa locale, nella lettera si evidenzia la necessità “di un politico cavese che difenda le sorti del Santa Maria dell’Olmo””.
“Segno, questo -conclude Murolo- che sinora non c’è stato nessuno capace di tutelare davvero l’ospedale e i servizi di primaria importanza che offre, e di frenare questa continua emorragia di personale che di certo non mette gli operatori nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro”.