Ha fatto molto discutere il popolo del web l’uscita del nuovo film di Checco Zalone.
Il finto trailer del film, infatti, ha fatto indignare una certa tifoseria social che potremmo definire pro migranti; di contro la visione del film ha, invece, spiazzato, anche se in gergo si dovrebbe dire “fatto rosicare”, la tifoseria social che potremmo definire sovranista.
In realtà, la cinematografia non è una partita di calcio o un’arena politica, è arte ed un’opera come un lungometraggio, che ha i suoi tempi, i suoi intrecci narrativi, la sua fotografia e le sue musiche, va giudicata in quanto tale ed è, pertanto, opportuno, anche per spegnere i bollenti spiriti del popolo del web, analizzarla per quella che è al fine di dare un giudizio sobrio e corretto sul nuovo lavoro dell’artista pugliese.
In primis, va fatto notare che Tolo Tolo, benché abbia alla regia lo stesso Checco Zalone (Luca Medici), e non come nelle altre occasioni Gennaro Nunziante, ha la medesima impronta dei quattro film precedenti che hanno sbancato il box office senza dividere troppo gli spettatori in categorie social. Ad onor del vero, infatti, molti sono sembrati i richiami alle precedenti opere dell’autore, la cocciutaggine sognante ed un po’ indifferente ai guai della vita del protagonista, le canzoncine trash e lo slang molto colloquiale e un po’ colorito degli attori sullo schermo, la musa straniera, il bambino da salvare, i francesi ricchi ed “alternativi”…
Il tema, poi, è un tema politico di attualità ma l’autore saggiamente, e magistralmente, strizza gli occhi a tutte le forze politiche da Mussolini, quello originale, a Nichi Vendola (a cui è affidato un godibilissimo cammeo), d’altro canto il film deve poter esser visto da tutti.
Insomma, il film è una moderna commedia all’italiana con una sceneggiatura scritta a quattro mani da Checco Zalone con uno dei maestri di questo genere cinematografico come Paolo Virzì.
Se piace la commedia, e soprattutto se non si vuol vedere un “cinepanettone”, vedendo Tolo Tolo s’investe bene il proprio tempo, sorridendo senza sbellicarsi dalle risate, ma anche dedicando un pensiero non banale alle problematiche d’attualità, o almeno provandoci, e commuovendosi nel lieto finale.
Insomma, viva la libertà di giudizio, ma viva anche quella d’espressione dell’artista che d’altro canto non chiede un voto, un televoto, o di essere incitato durante una competizione; dunque: state calmi è solo un film.
Postilla: A dire il vero anche Quo Vado? aveva suscitato l’indignazione per qualche settimana dei pubblici dipendenti, categoria già impopolare di per sé, ma fortunatamente, a distanza di anni, ormai, restano, ad ogni replica di quel film, solo gustose risate; sarà certamente così anche per Tolo Tolo.