La scorsa domenica, si sono tenute le ennesime elezioni, ma a quanto sembra lo stallo politico continuerà.
Due ore di spoglio, hanno diviso i cittadini spagnoli dal risultato elettorale. Il primo dato che dobbiamo sottolineare è l’affluenza in calo del 5,8%, che inizialmente ha destato preoccupazione nei partiti della izquierda (sinistra). Il partito che ha ricevuto più consensi è ancora una volta quello Socialista, che ha perso 700. 000 voti fermandosi al 28.00%. Segue il Partito Popolare, che dopo la forte sconfitta dello scorso aprile, ha rialzato la testa e ha guadagnato quasi i voti persi dai socialisti, arrivando al 20,8%. Successivamente, troviamo Vox, il partito di estrema destra che ha realizzato un risultato estremamente positivo, conquistando la vetta del 15% e aggiungendo al suo carniere circa 1 milione di preferenze. Unidos Podemos, il movimento guidato da Pablo Iglesias, ha perso mezzo milione di voti stabilizzandosi al 9,8%, mentre Ciudadanos (il partito di centro) ha subito un brusco crollo di 9 punti percentuali arrestandosi al 6,7% ed eleggendo in parlamento solamente 10 deputati. Per questo, il leader Alberto Rivera ha annunciato le sue dimissioni a seguito della pesante sconfitta.
Infine, troviamo tra i partiti minori, la Sinistra Repubblicana di Catalogna (3,6%), la lista “In comune possiamo” (2,2%), “Uniti per la Catalogna” (2,1%), Partito Nazionalista Basco (1,5%) e il neomovimento creato da Inigo Errejòn “Mas Pais” (1,3%).
Questa è la nuova composizione del Parlamento Spagnolo:
Partito Socialista Operaio Spagnolo = 120 seggi
Partito Popolare = 88 seggi
Vox = 52 seggi
Uniti Possiamo = 26 seggi
Sinistra Repubblicana di Catalogna = 13 seggi
Cittadini = 10 seggi
JxCAT-JUNTS = 8 seggi
ECP-GUANYEM EL CANVI = 7 seggi
EAJ-PNV = 7 seggi
EH Bildu = 5 seggi
MAS PAIS-EQUO = 2 seggi
CUP-PR = 2 seggi
PODEMOS-EU = 2 seggi
CCa-PNC-NC = 2 seggi
NA+ = 2 seggi
MES COMPROMIS = 1 seggio
BNG = 1 seggio
PRC = 1 seggio
TERUEL EXISTE! = 1 seggio
Al momento, risulta complicato prevedere le possibili alleanze per raggiungere la maggioranza assoluta (176 seggi), e dare inizio ad un governo. I socialisti vorrebbero evitare un accordo con Podemos perché le precedenti trattative sono state un motivo di erosione del consenso per Sanchez. Quindi, si prospetta un’alleanza con il Partito Popolare, oppure una riunificazione con i partiti indipendentisti catalani (possibilità quasi pari allo zero per via del rapporto inclinato tra i vari leader).
E se nessuna di queste opzioni dovesse verificarsi? In quel caso, si configurerebbe uno scenario terrificante per la politica spagnola, perché ci sarebbero nuove elezioni, le quinte in 4 anni, (i bookmakers infatti favoriscono questa possibilità). Insomma, la politica spagnola è piombata in una sorta di limbo, un tunnel oscuro senza fine, che rischia di distruggere le speranze di una nazione, che negli ultimi anni è cresciuta in campo economico e sociale, una nazione che però si è stancata di essere succuba delle proprie forze politiche, che non si stanno rivelando responsabili. Anche qui, gli eventi, evidenziano un problema che ultimamente aleggia in Europa, quello inerente alla democrazia e al parlamento. Se il primo è un ideale ormai svuotato, il secondo è un luogo profanato.
Questi due temi, si stanno riproponendo da diversi anni e continueranno nel breve termine ad apparire sulla scena politica europea, non a caso, il prossimo appuntamento è tra un mese per le elezioni in UK. Forse, queste elezioni saranno la “ciliegina sulla torta” ad un autunno rovente e difficile che però non è giunto ancora al termine.
Le sorprese, quindi, non sono finite.