Cava, è già scontro elettorale tra il sindaco Servalli e l’avvocato Murolo
In questa apatica e noiosa estate cavese, che poco ha saputo dare ai propri cittadini, qualche sprazzo di energie e vivacità vien fuori ogni tanto dalla politica cittadina che si sta rodando in vista della prossima battaglia elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione comunale.
Dopo il duro attacco al sindaco, Vincenzo Servalli, da parte di Marcello Murolo, portavoce del movimento civico “Siamo Cavesi” e probabile prossimo antagonista del Primo cittadino alle elezioni comunali del 2020, in una nota stampa diffusa ieri, immediata è stata la replica del Sindaco, sempre a mezzo stampa.
“Leggo con stupore le dichiarazioni, riportate anche dalla stampa locale, dell’avv. Murolo, ex assessore comunale del Sindaco Galdi, al personale, formazione e polizia locale, nonché consulente della società Metellia Servizi, che ha evidentemente improntato la sua campagna elettorale alla cattiveria e alla falsità. Parla della moltiplicazione dei dirigenti. FALSO” ,così principia Servalli nella sua replica.
Murolo ha, infatti, parlato di moltiplicarsi di posti da dirigente al Comune, di consulenze all’Ausino, e di modalità di gestione dei concorsi per l’assunzione dei nuovi dipendenti comunali.
“I dirigenti di questo Comune sono sei, anche troppo pochi per la gestione di una macchina amministrativa complessa come la nostra Città che conta 54 mila abitanti. Durante questi quattro anni di amministrazione c’è stato un avvicendamento per sopraggiunto pensionamento, la nomina di un comandante della Polizia Locale che non c’era, peraltro operata all’interno dei quadri del Corpo, e recentemente la nomina di un dirigente a tempo determinato per il settore Tributi e Igiene Urbana.
Parla della moltiplicazione delle consulenze, citando l’Ausino. FALSO
Parla di ricorso ai mezzucci del clientelismo meridionale nella gestione dei concorsi per le assunzioni di nuovi dipendenti comunali. FALSO”, incalza Servalli per rispondere all’accusa di Murolo di ricorre ai classici mezzucci del vecchio clientelismo meridionale nel tentativo di conservare il potere della sua Amministrazione.
Il dibattito si è soffermato anche sull’ “affare Cavese”. La squadra cittadina che milita in Lega Pro, infatti, non potrà disputare le gare casalinghe sul campo del “Simonetta Lamberti” a causa della non puntuale tempistica nei lavori di adeguamento alle norme Uefa dell’impianto dello Stadio Comunale. Murolo ha contestato al Sindaco di “non prova imbarazzo neppure ad annunciare l’avvio di interventi come i lavori allo stadio “Simonetta Lamberti” che, ad oggi, avrebbero già dovuto essere completati”. Accusa respinta da Servalli: “Parla dello stadio, conoscendone, forse, solo l’ubicazione. Ma su questo tema l’Assessore Nunzio Senatore saprà spiegargli, con dovizia di dettagli, ogni passo ed ogni intervento di questa Amministrazione, partendo da quello che non hanno fatto tutte le Amministrazioni precedenti, compresa quella dove l’avv. Murolo è stato assessore”.
Infine, Servalli conclude la sua nota con l’augurio “che non sia il fango, la menzogna, la delegittimazione a tutti i costi e con ogni mezzo, il terreno sul quale l’avv. Murolo vorrà improntare la propria campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative, spero invece, che si parli di programmi, idee e dei bisogni dei cavesi”.
Augurio che facciamo nostro, ma che non riguarda assolutamente soltanto l’avvocato Murolo, poiché l’arte della delegittimazione e la macchina del fango sono utilizzati con una certa consuetudine – e in modo bipartisan – in politica. Ed anche nella valle metelliana non sono mancate occasioni per “apprezzarle”, a partire dalle performance al riguardo ottenute a più riprese persino dalla stanza dei bottoni, e non solo, del Palazzo di Città. Anche contro i media: con arroganza, spocchia, maleducazione e gratuita cattiveria.
IL “FANGO” NEL VENTILATORE
L’estate politica locale si è caratterizzata, oltre che per il caldo afoso, anche per un avvio anticipato e al vetriolo della campagna elettorale per le prossime elezioni comunali del 2020. Sebbene ciò costituisca normalmente il sale della democrazia, le modalità con cui sono stati affrontati alcuni temi – che a tratti hanno assunto i contorni di una vera e propria campagna denigratoria, con le relative querele che sono già state depositate dagli attori della vicenda – i contenuti riportati ed i protagonisti richiedono un po’ di chiarezza su alcuni degli argomenti trattati, così da consentire ai cittadini di formarsi delle proprie opinioni, basandosi sulla verità dei fatti e non su dichiarazioni strumentali, falsità e dettate da interessi personali.
Tutto ha inizio il 3 luglio, quando su un quotidiano locale viene avviata una campagna mediatica incentrata su presunte irregolarità, buchi di bilancio, assunzioni e concorsi illegittimi. Articoli che, per come sono stati costruiti, sembrano voler colpire più l’Amministrazione Servalli che non svolgere il ruolo proprio della stampa, che è quello di informare i cittadini, o almeno così mi hanno insegnato. Alcuni dei passaggi seguenti saranno tecnici oltre che politici, ma sono necessari affinché si comprendano appieno i termini della questione, per questo me ne scuso: nell’articolo si lascia supporre ai lettori che la proroga di un contratto a tempo determinato sia stato illegittimamente prorogato oltre i termini consentiti così da poter “scavalcare la noiosa procedura concorsuale” che sarebbe iniziata di lì a poco. Da questo punto ha inizio un fuoco di fila contro i vertici di Ausino e i suoi consulenti, contro Giuseppe Zarrella (2 lauree magistrali ed un master di 2° livello, altro che raccomandato!) dipendente a tempo determinato e iscritto al concorso in oggetto, Vincenzo Maiorino, Segretario Generale del comune di Cava e zio del suddetto Zarrella, pressoché quotidianamente accusato di ogni nequizia, e persino di aver percepito compensi indebitamente. Sui rapporti familiari forse il cronista deve aver sviluppato un’ossessione, visto che l’ha citata praticamente in ogni articolo sul tema, magari pensando di sminuire la credibilità degli interessati e indirettamente dell’amministrazione. Varrà lo stesso per Lia Giordano, molto “vicina” al cronista Rescigno, intervenuta tuonando in qualità di segretaria cittadina di tale “MoVimento Verde”, le cui iniziative politiche si fa fatica a rintracciare? Chi lo sa… Tornando alla vicenda, su tale questione è intervenuto l’avv. Marcello Murolo, probabile candidato sindaco, affermando (senza citare nessun riferimento normativo, un po’ inconsueto per un avvocato) che “Ausino non poteva e non può procedere a nessuna assunzione, nemmeno a seguito di concorso pubblico. Se lo facesse si tratterebbe di assunzioni illegittime”. Nulla di più falso. E dopo essermi adeguatamente documentato, provo a fare un po’ di chiarezza. Nota: a tali affermazioni, dulcis in fundo, ha cercato di accodarsi ieri, forse in cerca di visibilità il consigliere per tutte le stagioni Antonio Palumbo, dimostrando ancora una volta la strumentalità del suo agire politico. A questi, consiglio di informarsi meglio sui contenuti del contratto CCNL Interinali, così come rinnovato il 21/12/2018, laddove riporta che sono conteggiati ai fini del computo dell’anzianità lavorativa antecedente al 1 gennaio 2019, per un massimo di 12 mesi nell’arco temporale di 5 anni. Non si comprende quindi come si raggiungano questi fatidici 25 mesi che porterebbero alla stabilizzazione illegittima del lavoratore in questione, ma passiamo oltre…
La normativa di riferimento è il D.Lgs. 19-8-2016, n. 175, ovvero il Testo Unico in materia di società a partecipazione pubblica. All’art. 25 “disposizioni transitorie in materia di personale”, al comma 4 si stabilisce che fino al 30/06/2018 le società a controllo pubblico non possono procedere a nuove assunzioni se non attingendo dalla Banca dati ANPAL prevista dal DM 09/11/2017, ovvero il decreto che fissa le disposizioni di attuazione del suddetto art.25. La procedura concorsuale in questione è stata stabilita con Delibera di C. d’Amministrazione n. 122 del 19/12/2018, quindi 6 mesi dopo il termine del blocco delle assunzioni.
All’art. 19 ”gestione del personale” del suddetto Dlgs, al comma 1 si stabilisce che ai rapporti di lavoro dei dipendenti delle società a controllo pubblico si applicano le disposizioni del codice civile e delle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell’impresa secondo quanto previsto dalla normativa vigente e dai contratti collettivi. Quindi, in sostanza c’è un’equiparazione ai lavoratori dipendenti privati. Al comma 2, si dice che “le società a controllo pubblico stabiliscono con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale nel rispetto dei princìpi, anche di derivazione europea, di trasparenza, pubblicità e imparzialità dei princìpi di cui all’art. 35 comma 3, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. In caso di mancata adozione dei suddetti provvedimenti, trova diretta applicazione il suddetto l’art. 35, comma 3”.
Quindi la domanda preliminare da porsi è: Ausino ha provveduto a stabilire con un proprio regolamento criteri e modalità per il reclutamento di personale nel rispetto dei princìpi art. 35 comma 3? La risposta è sì, il regolamento è consultabile sul sito della società stessa.
In conclusione, questo famigerato art. 35 comma 3 non stabilisce da nessuna parte la necessità di un Piano triennale dei fabbisogni. Forse l’avvocato Murolo, già assessore della Giunta Galdi da marzo 2012 a dicembre 2013, si confonde con il comma 4, che parla sì di Piani triennali dei fabbisogni, ma solo per le “amministrazioni o enti” pubblici e NON per le società partecipate! Forse si confondono queste ultime con i Consorzi?
Non potendo immaginare che un esperto avvocato giuslavorista, per anni consulente legale anche della Metellia Servizi, con patrocini in affidamento diretto per migliaia di euro (€ 10.636,64 solo per i tre patrocini legali affidati nel 2012 e nel 2014 – in piena giunta Galdi, guarda un po’ la coincidenza – poi liquidati nel 2015-2016. Negli stessi anni anche altri “attori” della politica hanno beneficiato dei medesimi riguardi) possa inciampare così grossolanamente, resta in piedi l’ipotesi di un uso eufemisticamente “distorto” delle informazioni a scopi politici.
Se questo è il biglietto da visita dell’avv.to Murolo, minestra riscaldata dello chef Galdi, già rimasta un po’ sullo stomaco della città senza fornire peraltro molti “nutrienti”, iniziamo davvero male. Cava e i cavesi non hanno bisogno di persone che per pressappochismo o più probabilmente per un proprio vantaggio politico sono disposte alla denigrazione gratuita degli avversari, approfittando del fatto che molti tecnicismi non sono conosciuti dalla maggioranza.
Murolo ha parlato di immobilismo riferendosi ad un’Amministrazione e ad un sindaco che in questi anni ha lavorato duramente e dedicando la sua vita alla città e che nei prossimi mesi e anni raccoglierà quanto seminato, partendo dal PUC, dalla messa in sicurezza delle scuole e da tutti i progetti in corso di completamento. Ha parlato – da ex assessore al personale – di posti di dirigente al comune dimenticando che nel 2015 il comune non aveva nemmeno il comandante della Polizia Locale. Ha vergognosamente parlato – da consulente per anni di Metellia – di consulenze all’Ausino e di “classici mezzucci del vecchio clientelismo meridionale”. Ha parlato – da ex amministratore e svolgendo la professione di avvocato – di modalità di gestione dei concorsi per i nuovi dipendenti comunali. Se ritiene ci siano delle irregolarità, faccia seguire i fatti e vada in Procura a denunciarle. Ci metta la faccia. Ha parlato perfino del Simonetta Lamberti, del quale nessuno prima di questa amministrazione aveva investito tanto e del quale, come già detto dal Sindaco, forse conosce solo l’ubicazione. Ma di cosa stiamo parlando? Del nulla, appunto.
Forse la stagione del Papeete beach ha abbassato l’asticella dei comportamenti e dell’etica politica per alcuni, tuttavia credo che i cittadini non abbiano bisogno di fumo negli occhi e fango nel ventilatore perché così sì che si offende la loro intelligenza. Suggerisco ai contendenti politici – tutti – un’assunzione di responsabilità collettiva, ad un ritorno alla correttezza dei rapporti e ai fatti, avendo come stella polare sempre l’interesse generale della nostra comunità. Si può sempre fare meglio, avere idee diverse, ma non si può prescindere dall’esigenza di avere degli amministratori e dei rappresentanti leali verso la città. Non possiamo pretenderlo dalla stampa – almeno non tutta a mio parere – sebbene sia auspicabile che anche il suo operato sia al servizio dei cittadini; a loro non li elegge nessuno, possono permettersi di inventarsi fantomatici buchi in bilancio da 800.000 euro (che si trasformano nei titoli “errati” in 800 milioni, sic!), possono riportare notizie in modo da lasciar intendere cose che nella realtà non esistono. Ma dalla Politica sì, possiamo pretenderlo, perché Cava avrà bisogno di tutte le sue migliori risorse nei prossimi anni, indipendentemente dal colore politico e dalle appartenenze. E perché Cava merita il meglio. Sempre.
Marco Ascoli
Membro Assemblea Regionale Partito Democratico e Dirigente del circolo “25 aprile” di Cava de’ Tirreni
Già consulente politico – a titolo gratuito – dell’Amm.ne Servalli