Il Governo Conte domani in Senato… ma l’accordo M5S-Pd è all’orizzonte
E’ solo una questione di dettagli: quasi fatto l’accordo tra Cinque Stelle e Pd. Romano Prodi al Quirinale ed Enrico Letta a Bruxelles?
Ormai è questione di ore e finalmente si saprà quale sarà il sentiero che prenderà questa crisi ferragostana di governo.
Domani, martedì 20 agosto, alle ore 15, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è atteso in Senato dove darà le sue comunicazioni sulla crisi di governo, provocata dalla mozione di sfiducia della Lega. In punta di regolamento, sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio possono essere presentate e votate delle risoluzioni, il cui esito determina la fiducia o la sfiducia al governo.
Le ipotesi, al riguardo, sono diverse. In caso di una risoluzione, la Lega potrebbe votare contro, come aveva annunciato agli inizi della crisi con la presentazione della mozione di sfiducia, oppure votare a favore e quindi confermare la fiducia al governo. Nel primo caso, Conte, una volta sfiduciato, non potrebbe fare altro che rassegnare le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. In caso di fiducia confermata, invece, Conte potrebbe continuare l’esperienza di governo, ma la cosa appare improbabile visti i pessimi rapporti con Salvini e Lega, oppure comunque rassegnare le dimissioni per far posto ad un nuovo governo, magari presieduto sempre da lui.
Potrebbe, però, verificarsi anche un altro scenario ed è quello che più viene accreditato dai rumors romani. Conte dopo le dichiarazione non attende nessun voto da parte del Senato e va direttamente al Quirinale per dare le dimissioni.
Insomma, tra ventiquattrore sapremo qualcosa che metterà fine a questa ridda di supposizioni.
In ogni caso, sembrano certe alcune cose. La prima è che la rottura dei pentastellati con Salvini e Lega è ormai un fatto assodato, così come è cosa praticamente certa che non si andrà al voto ma alla costituzione di un governo M5S-PD-LEU con il sostegno degli indipendenti.
Chi lo presiederà? Forse sempre Giuseppe Conte, quindi avremo un Conte-bis. E’ da decidere il destino di Di Maio, la cui presenza al governo non è gradito al governo da parte del Pd, ma una pedina di scambio potrebbe essere la nomina di Enrico Letta a Commissario Europeo in modo da rassicurare fino in fondo l’Unione Europea. Infine, come ministro della Giustizia si fa il nome di Pietro Grasso, leader di Leu, già presidente del Senato e in precedenza magistrato, mentre non ci dovrebbero essere più vicepresidenti del Consiglio, un modo, questo, per rimarcare una discontinuità rispetto all’attuale governo.
La chicca finale, però, riguarda l’elezione agli inizi del 2022 del nuovo presidente della Repubblica, in pratica, uno dei motivi che più di ogni altro spinge il Pd e la sinistra all’accordo con i pentastellati in funzione anti-Salvini.
Sembra, infatti, che nell’accordo di legislatura ci sia anche la scelta del futuro inquilino del Quirinale: Romano Prodi, il quale, non a caso, si è affrettato a benedire l’accordo M5S-PD.
Fantapolitica? Forse. Il problema vero, però, è che la realtà politica spesso supera di molto la più ardita immaginazione.
19/08/2019. By Nino Maiorino. Io un Conte bis non lo vedrei male, tutto sommato non mi dispiacerebbe, anche per fare un bel dispetto a Salvini, Lega, e venduti elettori legisti specialmente quelli del sud. ?