scritto da Pasquale Petrillo - 08 Luglio 2019 13:20

Cava, il sindaco Servalli non è il comandante Schettino

Nella giornata di ieri, dopo l’ultimo furto in casa verificatosi nella città metelliana, il sindaco Servalli ha postato un messaggio sui social che merita di essere analizzato in ogni passaggio e con la dovuta attenzione.

Quattro, infatti, sono i punti che meritano di essere chiariti e/o approfonditi.

Il primo, era ora, riguarda la raggiunta consapevolezza da parte del Sindaco che nella nostra città stanno avvenendo dei furti. E’ un’ammissione tardiva dopo che per un anno e passa ha minimizzato il fenomeno nell’intento, doveroso, di tranquillizzare l’opinione pubblica nella speranza che in tempi brevi ritornasse la normalità.

“Mi dispiace. Sono veramente dispiaciuto per quello che sta avvenendo in città. Anche in queste ultime serate, nonostante il grandissimo impegno delle forze dell’ordine, si sono ripetuti furti in città” scrive ora Servalli. Non è mai troppo tardi, si fa per dire. Ora i furti anche per il sindaco Servalli non sono più una psicosi, un’errata percezione, un’invenzione di qualche esponente dell’opposizione, una esagerazione della stampa. E’ già qualcosa.

Il secondo punto è scabroso e terribilmente criptico. “Qualcuno ipotizza -scrive il Sindaco- addirittura che l’obiettivo possa essere proprio una amministrazione di persone pulite e volenterose da affondare su un terreno insidioso come quello della sicurezza. Io non ci voglio credere”.

Cerchiamo di capire. Qualcuno sta tramando per colpire attraverso questa ondata di furti un’amministrazione di persone pulite e volenterose? Ma chi? C’è forse, come ai tempi del terrorismo brigatista, anche adesso l’ipotesi dell’esistenza di un Grande Vecchio che comanda i delinquenti ordinando loro di andare a rubare nelle abitazione dei cavesi per mettere in difficoltà questa amministrazione di uomini onesti?

Fermiamoci qui. Si tratta forse di un colpo di sole o solo di una presa per i fondelli? Noi propendiamo per la seconda.

E veniamo al terzo punto. “Ancora una volta domani chiederò attenzione per Cava agli organi preposti all’ordine pubblico”. Bene, c’è solo da augurarsi che ora che ha maturato una piena consapevolezza di quello che sta accadendo in città, il sindaco Servalli si faccia sentire per davvero da Prefetto e Questore, i quali, stando a quello che si è letto nei giorni scorsi sulla stampa e non abbiamo in proposito viste delle smentite o rettifiche, ritengono che nella nostra città ci sia stato molto allarme. Insomma, ci siamo e ci stiamo preoccupando più del dovuto.

Quarto ed ultimo passaggio: “Se dovessi rendermi conto che veramente il problema sono io, non esiterò un secondo ad andarmene”. Tradotto, il sindaco Servalli è pronto a dimettersi. Che Servalli voglia dimettersi non ci crede nessuno, neanche lui. E’ un modo di dire, o meglio, per farsi compatire ed atteggiarsi a vittima.

E speriamo che sia davvero così.

Sarebbe grave, infatti, se Servalli pensasse seriamente di mollare: un comandante non abbandona mai la nave, soprattutto se rischia di affondare. Il nostro primo cittadino ha molti torti e più di un difetto, come qualsiasi essere umano. E’ poco reattivo, lento nel decidere, vago nelle scelte, ma resta una persona perbene. Non è un intrepido cuor di leone, ma neanche un fellone e un pusillanime. In conclusione, Servalli è una persona normale con un bel carico di responsabilità e di certo non è il comandante Schettino di turno.

Per questo, pensi piuttosto di fare del suo meglio nel ruolo che gli è stato democraticamente assegnato dai cittadini. E senza per questo preoccuparsi di sbagliare o di essere criticato. Ci sta tutto ciò. Fa parte del gioco.

Poi, l’anno prossimo gli elettori decideranno sul da farsi in cabina elettorale.

E qui casca l’asino. Ma questo più che per Servalli, vale per l’opposizione nel suo insieme e di cui si sono quasi perse le tracce. Chissà che anche in cabina elettorale i cavesi per ritrovarla non dovranno far ricorso a Chi l’ha Visto?.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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