Sono quasi 50 anni che nell’ambito della Commissione Europea la responsabilità del settore primario non viene assegnata all’Italia che è il primo Paese dell’Unione per valore aggiunto agricolo, ma anche per qualità delle produzioni.
E’ quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per l’annuncio del vicepremier Matteo Salvini di voler puntare sull’agricoltura nella scelta dei commissari europei.
“E’ dal 1972 con Carlo Scarascia Mugnozza, nella Commissione Mansholt, che l’Italia non ha un proprio rappresentante all’agricoltura nell’ambito della Commissione europea a conferma della disattenzione nei confronti del settore degli ultimi decenni, nonostante la grande rivoluzione che è avvenuta nelle campagne italiane che sono diventate – sottolinea Prandini – una realtà da primato a livello internazionale per sostenibilità economica ed ambientale ma anche per la capacità di offrire lavoro alle nuove generazioni”.
“L’agricoltura nazionale è la più green d’Europa con l’Italia che – precisa Prandini – è l’unico Paese al mondo con 5155 prodotti alimentari tradizionali censiti, 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, ma è anche leader in Europa con quasi 60mila aziende agricole biologiche e ha fatto la scelta di vietare le coltivazioni Ogm e la carne agli ormoni a tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare”.
“Proprio su questo – continua Prandini – l’Italia può fare da apripista in Europa sulla trasparenza dell’informazione ai consumatori estendendo a tutti i prodotti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti e consentire di sapere da dove viene il grano impiegato nella pasta, il latte utilizzato nei formaggi, o il pomodoro nella salsa”.
“L’Italia – denuncia Prandini – grazie al pressing della Coldiretti è all’avanguardia in Europa per la trasparenza delle informazioni sulle etichette degli alimenti ma questo primato rischia di essere cancellato dall’entrata in vigore nell’aprile 2020 delle norme europee fortemente ingannevoli per i consumatori”.
“Un Commissario italiano peraltro occuperebbe un posto chiave nelle politiche europee con l’agricoltura che è settore più integrato dell’Unione e per questo rappresenta la voce più importante del bilancio comunitario, ma – conclude Prandini – è anche strategica negli accordi commerciali dove è anche necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino lo stesso percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”. (fonte Coldiretti)