Cava, comunali 2020: pronti a tenerci il sindaco Servalli per altri cinque anni?
La lunga intervista al sindaco metelliano Vincenzo Servalli, pubblicata oggi dal nostro giornale, non ci sconfinfera più di tanto. E non perché non sia interessante. Il motivo è semplice: non c’è nulla di nuovo. Tutto scorre nella normalità più assoluta, come un’auto a velocità moderata e costante in un tratto pianeggiante e senza curve. E’ nello stile del nostro primo cittadino, d’altronde: essere semplice e lineare, tanto da far risultare l’intervista quasi scontata e per certi versi dimessa.
D’altra parte, Servalli è una persona educata e si sforza sempre di esserlo, anche se, al riguardo, negli ultimi tempi qualche scivolone lo ha fatto pure lui e in diverse occasioni. Ma ci sta: il fardello che porta un primo cittadino, tralasciando quelle che possono essere le considerazioni politiche e la valutazione sull’operato amministrativo, è fin troppo pesante e snervante. E può capitare ogni tanto di scantonare.
Le peculiarità caratteriali del primo cittadino metelliano, tuttavia, restano sempre quelle: garbo, buonsenso, disponibilità. Non a caso, nell’intervista vi è più di una risposta in cui il nostro è talmente conciliante da rischiare di apparire finanche remissivo.
In un passaggio, ad esempio, spiega che «stiamo lavorando in questa direzione», mentre sulle strisce pedonali e la segnaletica orizzontale sbiadita va oltre, tanto da raccogliere «l’osservazione che ritengo giusta e valida… le strisce pedonali sono effettivamente l’abc delle vita di una città. C’è un ritardo da parte nostra che dobbiamo colmare». Una lezione di stile, che dovrebbe far riflettere qualche suo assessore, il quale, invece, in un recente comunicato stampa sul tema, fa di arroganza virtù.
Il sindaco Servalli addirittura si scusa per l’intolleranza di qualche suo collaboratore «andato oltre le righe».
Oddio, a volte più che scusarsi, forse farebbe meglio a bacchettare chi gli sta vicino quando sbaglia e, magari, pure a congedarlo o porlo nelle condizioni di non far danno. E’ un vero peccato, infatti, per una persona equilibrata come Servalli, avere avuto, soprattutto in questi ultimi tempi, paurose cadute di stile sui social. Frutto, a quanto fa capire lo stesso Sindaco, del suo entourage, aggiungiamo noi sovente non all’altezza, e in qualche caso addirittura scadente. Oppure, molto più semplicemente, ciò può essere dovuto dalla circostanza che il Sindaco è forse influenzato negativamente da qualche cattivo consigliere, poco accorto ed impulsivo, nei fatti, troppo focoso e passionale. Fatto sta che i social vanno utilizzati con accortezza, non fosse altro perché spesso si trasformano in un enorme e nauseante vomitatoio, dove trovano spazio i più beceri istinti dell’umana miseria. Proprio per questo chi ha un ruolo pubblico, peraltro preminente in una comunità, com’è il caso di un Sindaco, deve stare attento a non cadere nelle trappole dei social.
Detto ciò, ci fermiamo qui. Ci asteniamo da qualsiasi altro giudizio politico a commento di questa intervista del sindaco Servalli. Rischieremmo di ripeterci, visto che a più ripresa in questi ultimi tempi, anche con una certa severità, non abbiamo mancato di esprimere valutazioni, critiche e sensazioni su questa Amministrazione comunale. D’altro canto, siamo convintissimi che i lettori sapranno, com’è giusto che sia, esprimere in piena autonomia e meglio di noi un giudizio compiuto oltre che legittimo.
Rispetto a questa Amministrazione comunale e alle scelte del personale politico e dei vari collaboratori compiute dal sindaco Servalli, non solo quindi limitatamente agli assessori, ci sia consentito di porci e di formulare ai nostri lettori una domanda: ma questo è il meglio che poteva mettere in campo il centrosinistra cavese?
Oddio, se poi vediamo in generale l’attuale panorama politico-amministrativo cittadino, viene spontanea porre un’altra domanda: ma questo è il meglio che riesce a mettere in campo la città metelliana?
Certo è che al momento l’offerta politica cittadina è modesta, per non dire peggio.
L’opposizione, in particolare, sia in Consiglio comunale che fuori dal palazzo, versa in uno stato desolante, quasi comatoso. Poco credibile, per le colpe e le responsabilità di un passato troppo recente. Debole, perché nel complesso silenziosa, spesso assente e in qualche caso finanche compromessa e complice. Discontinua, per essere a corrente alternata oltre che incongruente. Disconnessa, rispetto ad una realtà cittadina che la ignora e ne fa a meno. Divisa, perché il seme della discordia sembra avere ad oggi la meglio. Improbabile, per mancanza di una progettualità.
E allora? Il timore è che servirà un miracolo per mettere insieme una valida alternativa politico-amministrativa al sindaco Servalli e a questa maggioranza. Un’alternativa, è sempre cosa buona ribadirlo, non solo e non tanto per vincere la competizione elettorale, ma sopratutto per governare al meglio la città.
In concreto, visto come stanno le cose, Servalli alle prossime elezioni comunali potrebbe avere vita facile e guadagnarsi una riconferma per assenza di un avversario convincente o per troppi avversarsi deboli e l’un contro l’altro armati.
E questa circostanza, a prescindere, non è affatto un bene per la città e le sue istituzioni democratiche.
In conclusione, se l’offerta politica cittadina resterà più o meno quella odierna, è legittimo porre ai nostri lettori un’ultima domanda: siete pronti, al di là di ogni giudizio di merito ed eventualmente anche obtorto collo, a tenervi Servalli come sindaco per altri cinque anni?