scritto da Nino Maiorino - 13 Maggio 2019 08:48

Santità e Maestà, il bacio papale ai governanti del Sud-Sudan

foto Angelo Tortorella

Quando ho visto la prima volta le immagini di Papa Francesco che si prostrava ai piedi dei politici del Sudan del Sud per baciarli, ho rabbrividito; non mi sarei mai aspettato che un Pontefice avesse potuto giungere a tanto, vale a dire a baciare i piedi di personaggi strani, ambigui, corrotti; che probabilmente sono colpevoli anche di crimini contro il loro popolo e contro l’umanità (un giorno probabilmente ne avremo anche le prove, e probabilmente assisteremo anche ai loro processi), ma che certamente non brillano per umanità, buon governo, trasparenza, né per fare l’interesse della popolazione che guidano da dittatori; tra i quali il Presidente Salva Kijr Mayardit e il vice-Presidente Riek Machar, entrambi presenti a Santa Marto dove il Pontefice li ha ricevuti il 9 aprile scorso per un ritiro e un incontro di riflessione.

Ho avuto una reazione di repulsione verso quel comportamento, del quale mi sono addolorato per la stima che finora ho avuto di questo Pontefice, che sembra aver portato un’aria nuova nel Vaticano, da moltissimi criticato anche con asprezza e non solo, velatamente, all’interno delle “mura leonine”, ma in tutto il mondo.

E mi sono chiesto se non abbiano ragione i tanti suoi critici, molti dei quali continuamente diffondono anche tramite il web comunicati e commenti negativi sul comportamento di questo Pontefice, documenti che spesso vengono anche pubblicati su giornali e opere letterarie che sembrano avere un buon successo di lettori; seguo con interesse questi scritti critici che mi pervengono dal web, alcuni dei quali ritengo degni di riflessione.

Ho detto in altra sede che io mi considero un “cristiano laico”, sempre alla ricerca della verità non imposta e non rivelata, e questa sete di verità mi induce a ricercare opinioni alternative a quelle ufficiali e alle verità imposte.

Le immagini divulgate tramite le reti televisive, che hanno mostrato Papa Francesco che per ben quatto volte si è inginocchiato e poi si è prostrato ai piedi di tre governanti del Sud Sudan e della moglie di uno di essi per baciargli le scarpe è stata una delle più sconvolgenti che io abbia mai visto.

Il mondo, da qualche decennio a questa parte, non ci fatto mancare immagini che hanno sconvolto le coscienze di milioni di persone, me compreso; ma come cattolico e cristiano credente mai avrei immaginato di vedere che un Pontefice di Santa Romana Chiesa facesse un gesto simile, ripetendolo ben quattro volte; e più volte ho guardato i filmati per accertarmi che non fosse una mia fantasia.

Il Sudan del Sud, o Sudan Meridionale, è uno stato del centro dell’Africa, ed è uno dei paesi più poveri al mondo, nato nel 2011 dalla scissione dall’originario Sudan; è una Repubblica Presidenziale Federale, presieduta da Salva Kijr Mayardit.

Ha una superficie di circa 62.mila chilometri quadrati, una popolazione di 12.milioni di sud-sudanesi con un pil pro-capite bassissimo, appena 1300 dollari l’anno (come termine di paragone: in Italia abbiamo un pil pro-capite di 30260 dollari, la superficie è di circa 300.mila chilometri quadrati, con una popolazione di circa 62.milioni).

Nonostante un sottosuolo ricchissimo di petrolio, il Sud-Sudan non ha impianti di trattamento, dislocati nel Nord-Sudan, e tra i due stati non c’è collaborazione, anzi sono rimaste irrisolte molte controversie sorte dalla scissione. Ha quindi una economia poverissima: una immagine delle condizioni del paese può essere data dalla constatazione che la quasi totalità delle strade sono sterrate, prive di fogne e dei più elementari servizi.

La situazione è aggravata da un feroce conflitto etnico scoppiato nel 2013 tra forze governative, quelle di etnia dinka, fedeli al Presidente Kijr, e quelle che seguono il vice-presidente Riek Machar, di etnia nuer: il sanguinoso conflitto tra questi due contendenti, ancora in corso, ha provocato la morte di migliaia di persone (circa 200.mila) e l’esodo ci circa 4.milioni di profughi, alcuni rimasti nel paese, altri rifugiatisi nei paesi confinanti.

Non è per pedanteria che riporto questi elementi, dai quali si evince lo stato di grande indigenza e le sofferenza della popolazione, vittima dei perduranti contrasti con il Nord Sudan e anche della guerra civile in atto: ed è questa inumana condizione che ci può far comprendere il motivo del gesto di Papa Francesco che ha inteso dare ai governanti non solo una esortazione a far cessare la guerra civile in corso, ma li ha supplicati prostrandosi al loro piedi.

Infatti, dal discorso del Pontefice sono stati stralciati brani come “dovete andare avanti a risolvere i problemi. Voi avete avviato un processo: che finisca bene. Ci saranno lotte tra voi, che queste siano dentro dell’ufficio; davanti al popolo le mani amiche, così dai semplici cittadini diventerete padri di nazioni. Permettetemi di chiederlo col cuore, coi miei sentimenti più profondi.”

Dopo questa accorate parole ha chiesto di essere accompagnato dinanzi ad ognuno dei quattro senegalesi, dinanzi a ciascuno dei quali si è inginocchiato, poi si è prostrato ai loro piedi per baciar le scarpe.

Il viso dei quattro ha mostrato sorpresa e perplessità, mista a contrarietà e imbarazzo; sono rimasti disorientati in quanto mai avrebbero potuto immaginare che una così alta personalità, che è una figura con un prestigio mondiale, che rappresenta milioni di cristiani, potesse compiere un gesto di tale umiltà.

Ed è alla luce di tutto ciò che ho molto riflettuto e concluso che probabilmente ha ragione Papa Francesco ed ho avuto torto io e i tantissimi che lo hanno negativamente criticato.

Io non so se il gesto di Papa Francesco porterà a qualche risultato, cosa che tutti auspicano; so però che certamente ha scosso i destinatari e se qualcosa è penetrato nei loro cuori, e da questo qualcosa scaturirà un beneficio per la popolazione che amministrano, allora bene ha fatto il Pontefice.

 

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.