Cava, l’evanescenza dell’opposizione e il silenzio tombale del centrodestra
In tutta Europa siamo in campagna elettorale per il rinnovo dell’europarlamento il prossimo 26 maggio. Nella nostra città, tuttavia, è di fatto iniziata la campagna elettorale anche per le prossime comunali. Solo che queste ultime si terranno, giorno più giorno meno, tra un anno.
Ad aprire le danze è stato il sindaco Servalli con un manifesto in cui ha celebrato le realizzazioni di questi primi quattro anni del suo mandato. Non si è fatta attendere la risposta dell’opposizione, per la precisione della Lega, e in secondo battuta dell’aspirante candidato sindaco del centrodestra (ammesso che ci sarà una coalizione di schieramento) Marcello Murolo.
L’impressione, forse sbagliata e anche prematura nel senso di essere affrettata, è che si siano già definiti i contendenti: Pd con Servalli da una parte, Lega e Murolo dall’altra. Nella realtà, nel 2020 non sarà affatto così. Sono facilmente prevedibili altri protagonisti. Il M5S, la sinistra che va oltre il Pd, ma anche Forza Italia e Fratelli d’Italia a completare lo schieramento di centrodestra. Infine, immaginiamo, più di una lista civica. In altre parole, un panorama politico-elettorale molto più complesso e articolato, ma soprattutto assai più affollato.
Detto ciò, quel che emerge è l’impalpabilità dell’opposizione in Consiglio comunale in primo luogo, e più in generale in città.
Per quanto abbiamo inteso, non solo dai resoconti giornalistici, nell’ultima seduta consiliare l’opposizione ha dato una prova per nulla esaltante per inconsistenza e assenze, buona parte delle quali del tutto ingiustificate da un punto di vista sia etico che politico. Sia chiaro, la città non ha bisogno di una classe politica che si divide pretestuosamente, bensì di politici che si confrontano e si misurano sulle soluzione da dare ai problemi. Altra cosa, però, è la melassa della compromissione opportunistica e interessata, come quella che ha già negativamente contraddistinto l’ultimo anno della precedente consiliatura, quando non si riusciva a comprendere dove finiva la maggioranza e quando cominciava l’opposizione. Ora, spiace dirlo, si ha in parte la stessa, sgradevole sensazione. Ciò, ovviamente, come abbiamo avuto modo di evidenziare già in altre occasioni, costituisce un aspetto molto deleterio per i costumi della politica e dei suoi protagonisti.
Non meno sconcertante, in verità, è il silenzio, la pressoché totale inazione politica dell’opposizione, dai cinque stelle agli azzurri di Forza Italia, a Fratelli d’Italia, a parte in questi ultimi tempi, e con il minimo sforzo, la Lega, l’ultima arrivata, e a sinistra il movimento civico guidato dall’ex assessore Bastolla. Se non conoscessimo personalmente molti degli esponenti e dei responsabili di queste forze politiche, verrebbe il dubbio sulla loro effettiva presenza nella valle metelliana.
Certo, per chi è addetto ai lavori, è comprensibile che tra i motivi di una tale evanescenza politica vi sia l’attesa del voto europeo, il quale, soprattutto per le forze di centrodestra, sembra aver assunto quasi il carattere di una moderna ordalia, da cui far discendere la futura primazia e il prossimo ordine delle cose. Non ci sembra, tuttavia, che un tale atteggiamento sia giustificabile, ma soprattutto comprensibile dagli elettori di centrodestra, i quali se alle attuali europee potrebbero avere le idee chiare a chi dare il loro voto, non è affatto scontato che avranno altrettante chiarezza e convinzione alle comunali del prossimo anno.
D’altro canto, che il centrodestra sia fermo al palo rispetto alle comunali 2020 è un dato di fatto assodato. Da mesi, dopo che Giovanni Baldi e Marcello Murolo manifestarono alle forze politiche la loro aspirazione a correre quali candidati sindaco, il centrodestra non si è più riunito attorno ad un tavolo. E’ calato un preoccupante silenzio tombale, che non è foriero di nulla di buono per nessuno, a cominciare dagli aspiranti sindaci dichiarati a quelli ancora in incognito, che però potrebbero venir fuori in tempo utile, com’è il caso di Fabio Siani.
Insomma, il centrodestra metelliano, spiace dirlo, al momento è messo davvero male. Si è impantanato di brutto. Manca una leadership. Non si intravede neanche un cireneo che si prenda la briga di porre sulle proprie spalle la croce di mettere insieme i cocci, di chiamare a raccolta cavalieri e fanti, di inventarsi una tavola rotonda.
Il rischio per le componenti del centrodestra è di arrivare all’appuntamento delle comunali in ordine sparso, peggio impreparate, peggio ancora costrette a stipulare un accordo politico-elettorale al ribasso, mettendo su una coalizione raffazzonata, male assortita, improvvisata nei contenuti programmatici, approssimativa nelle regole d’ingaggio, condannata a dotarsi di un personale politico selezionato alla carlona.
Certo, un simile scenario è più che possibile, ma non è detto che si verifichi per davvero. Tutto è possibile e tutto può succedere, nel bene e nel male.
Quel che è sicuro, invece, è che il tempo lavora a favore del sindaco Servalli, il quale, come una formichina, sta mettendo a posto i vari tasselli, preparandosi al meglio per la riconferma a primo cittadino nel 2020.
In ogni caso, a meno di fatti ed eventi al momento imprevedibili, alle prossime comunali sarà il sindaco uscente Servalli l’uomo da battere. Non fosse altro perché lui c’è. Gli altri, forse.