Non me ne vorrà il sindaco Servalli per questa mia critica che meraviglierà non pochi, e cioè tutti coloro che sostengono, non senza una punta di malignità, che io sia un suo accanito sostenitore, quasi un “endorser” in quanto non tralascio occasione per apprezzarne l’operato.
Niente di più sbagliato in quanto, nel bene e nel male, non sono un settario, e cerco sempre di valutare il lavoro altrui ed risultati ottenuti con grande freddezza e distacco, senza nascondermi la realtà dei fatti, il contesto nel quale si opera e, cosa non di poco conto, i meriti e i demeriti dei precedenti; nel caso specifico non posso non tener conto delle attività svolte dall’attuale amministrazione che, a detta di molti, non ha brillato per un lavoro di prospettive future di rilancio della città, ma comunque finora non ha fatto guai; e se paragoniamo l’amministrazione Servalli a quella precedente meglio lasciar perdere…
Ma qualche addebito al sindaco Servalli mi sento in dovere di farlo in quanto egli nei rapporti con le persone è di insuperabile affabilità, ha un suo stile pacato e conciliante che fa presa, e in ogni occasione è sempre molto cortese: ed è per questo suo modo di fare che mi sento di attribuirgli un voto alto, diciamo 100 e lode.
Ma quanto al recepimento di qualche istanza portata direttamente alla sua attenzione, il discorso cambia.
Talvolta, con la maturità degli anni, ritengo che denunciare sui giornali anomalie che il buon Principe della risata definirebbe “quisquilie, pinzillacchere”, cose da niente, è meno producente che segnalarle direttamente all’interessato. Per fortuna le nuove leve della cronaca, e fanno benissimo, non si fanno scrupolo di imbastire subito un bel pezzo di colore anche su un buchino trovato sull’asfalto o una busta di immondizia lasciato dal solito cavernicolo al centro della strada. Probabilmente ottengono risultati maggiori e certamente, nonostante qualche anno in più, forse in futuro farò come loro.
Qualche mese fa, gironzolando “lento-pede” per la città, giunsi fino alla nuova villa comunale, quella intitolata alla città gemellata di Schwerte, tra Via Tafuri, Via Veneto e Viale degli Aceri, luogo godibilissimo specialmente nelle giornate di sole.
Un bel polmone verde nell’immediata periferia della città, con un piccolo e forse poco curato parco giochi e anche una bella fontanina al centro.
Peccato però che questa fontanina, che dovrebbe essere riempita di acqua, nella quale qualche pesciolino non farebbe cattiva figura, e anche uno zampilletto non guasterebbe, sia nelle condizioni in cui è ritratta, personalmente da me medesimo, per dirla alla Catarella del Commissario Montalbano, uno dei miei miti.
Questa bella fontanina non vede acqua da chi sa quanti mesi, ovviamente di pesci manco a parlarne, zampilli idem; in compenso è rifugio di qualche immondizia (per fortuna non molta) e, ovviamente, fa pena vederla in quello stato.
A pochi metri di distanza c’è anche un accogliente bar-bouvette, presso il quale piacevolmente ci si può intrattenere, e se non fosse per lo squallore di quella fontanina triste e sporca, la villa sarebbe veramente godibile.
La domenica successiva, parlo del 3 marzo, in occasione delle primarie del PD, mi capitò di incontrare il Sindaco Servalli; come di consueto cordialmente ci salutammo, e mi venne spontaneo fargli vedere la foto della villa e della fontanina, chiedendo un suo intervento risolutivo: che egli, con la sua consueta amabilità, mi assicurò. Bravo!
Purtroppo a distanza di oltre un mese la fontanina è nelle medesime condizioni. Male!
Da semplice cittadino mi prendo la libertà di fare qualche considerazione; per la villa certamente c’è qualche persona, dipendente comunale o di una società “in house” che dovrebbe effettuare la pulizia e aprire e chiudere i cancelli; possibile che chi è addetto a tali incombenze non si preoccupi di segnalare a chi di competenza (?) che la fontanina è chiusa da mesi. Il gestore del bar-bouvette non potrebbe, da corretto cittadino, provvedere a segnalare e sollecitare (se non lo ha già fatto) la cosa sempre a chi di competenza (?), il che andrebbe anche a beneficio della sua attività?
In conclusione, se tutti facessero il proprio dovere e assolvessero al loro ruolo con il minimo, dico minimo, scrupolo, tante disfunzioni il nostro paese potrebbe evitarle; dobbiamo sempre ricordare che in alcune città europee, e anche del centro e del nord Italia, gli operatori ecologici anche la domenica sera lavorano?
Ma noi del sud siamo in un’altra nazione?
Forse apparteniamo più ai paesi sahariani (senza offesa) che all’Europa?
E i cittadini della città di Cava, che una volta si fregiava dell’appellativo di piccola Svizzera, a quale stato ora appartengono?