INTERVISTA SULLA CITTA’ Antonello Barretta: “Cava conserva una forte attrattiva ed una buona reputazione”
Nel suo viaggio per capire il presente e intravedere il futuro della città metelliana, quest’oggi Ulisse incontra un cavese di adozione da più di venti anni, nato a Salerno ma originario di Agropoli. Stiamo parlando del dottor Antonello Barretta, dirigente della Giunta regionale della Campania dal 2005, attualmente nell’ambito della Direzione Generale del Ciclo integrato delle acque, rifiuti e valutazioni e autorizzazioni ambientali. In precedenza, ha ricoperto il ruolo di Segretario Comunale fino alla qualifica di Segretario Generale. Per tre anni, inoltre, è stato Commissario straordinario dell’Ente provinciale di Promozione Turistica di Benevento. Docente del Formez in materia di enti locali ed autorizzazioni ambientali, dal maggio 2017 dirige l’Unità Operativa Dirigenziale per le Autorizzazioni Ambientali e Rifiuti di Avellino
Quali sono a suo avviso i punti di forza della città?
Cava de’ Tirreni conserva una forte attrattiva ed una buona reputazione, nel mio quotidiano confronto con residenti in altre località della Regione Campania, al solo riferimento di vivere a Cava de’ Tirreni, la reazione è “una bellissima città, sei fortunato”! Non è poca cosa!
E i punti deboli?
Un tendenziale depauperamento della classe dirigente, comune a tutta la società italiana, qui più marcatamente presente, con un manifestato disimpegno sociale e culturale, che sta minando la capacità propositiva e di innovazione, che invece aveva caratterizzato i decenni precedenti.
In prospettiva cosa serve per crescere
Riprendere il ruolo di città guida del comprensorio, guardando sia alla costa d’ Amalfi, che all’Agro Nocerino- Sarnese, focalizzando l’attenzione sull’eccellenza di alcune filiere, in primis quella commerciale e conseguentemente dei servizi.
Una cosa che su tutto lei ritiene sia per la città una piaga da curare, un male da debellare?
Una crescente rassegnazione che le cose andranno sempre peggio, a cui contrapporre un rinnovato spirito di impegno civico e sociale.
Guardando oggi la città, cosa vorrebbe che tornasse dal passato?
Un maggior senso di appartenenza e di amore per la città.
E del presente cosa salverebbe?
Una ricca rete associativa che, tuttavia, andrebbe meglio coordinata ed indirizzata, con gli obiettivi di promozione e crescita della città.
Che cosa invece butterebbe del passato ed anche del presente?
Una certa presunzione che le posizioni acquisite possano restare tali a prescindere da un rinnovato impegno.
Ad un politico che si accingesse a governare Cava Lei quale consiglio, suggerimenti, indicazione si sentirebbe di dare?
Avviare una fase preliminare di conoscenza e di approfondimento dei punti di forza e di debolezza esistenti, creando gruppi di lavoro tematici, che in un tempo determinato forniscano proposte e risposte ai temi locali, in modo da costruire un programma di governo concreto ed attuabile.
E agli attuali Amministratori comunali quali consiglio, suggerimento, indicazione si sentirebbe di dare?
Una riorganizzazione della macchina amministrativa, che valorizzi l’efficienza della gestione ordinaria, liberando le necessarie energie affinché l’Amministrazione realizzi le grandi progettualità di cui la città ha bisogno.
Ha ancora senso dirsi di sinistra, centro o destra ?
L’Amministrazione di una città risente meno dei contenuti ideologici così come formulati storicamente, focalizzandosi l’ attenzione prioritariamente sull’efficientamento dei servizi. Pur tuttavia, una grande città, come la nostra, non può che avere a riferimento il sistema dei partiti e dei movimenti che operano a livello regionale e nazionale.
Contano più gli uomini o le idee e i programmi? Entrambi necessariamente, anche per la complessità delle questioni in essere che richiedono soluzioni articolate.
Per definire Cava quali sono l’aggettivo qualificativo e/o il sostantivo che utilizzerebbe? E perché?
Bella e storica, in quanto la città conserva il suo fascino ed è tutta da scoprire. (foto Gabriele Durante)