“Amici, amici, non andate via, restate ancora a bere due bicchieri, stasera pago io, stasera pago io…”. Così principiava una canzone dell’indimenticato Domenico Modugno che ci ha regalato alcune tra le più belle e appassionanti canzoni della musica leggera italiana.
E potrebbe essere questo il tema portante di quanto accaduto nelle ultime settimane nell’ambito politica cavese; a intonare il motivetto l’ormai ex assessore e vicesindaco Enrico Polichetti che, almeno per il momento, sembra essere l’unico a pagare in termini politici per il polverone che si è sollevato in città a seguito dell’operazione espletata dalla D.D.A., la direzione distrettuale antimafia. il 13 settembre scorso, durante la quale sono state eseguite 14 ordinanze di custodia cautelare, per i delitti di associazione a delinquere di stampo camorristico, usura pluriaggravata, estorsione aggravata, vendita di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi da sparo.
Il procuratore di Salerno, Corrado Lembo, nel commentare l’accaduto, disse: “Mi dispiace dover constatare che anche un comune che un tempo era considerato immune da infiltrazioni criminali di tipo mafioso, risulti contaminato anche per quanto riguarda i livelli d’infiltrazione istituzionale”.
Un vero e proprio terremoto per la paciosa cittadina, un tempo conosciuta come la Piccola Svizzera!
Il collaboratore di giustizia Giovanni Sorrentino, stando a quello che si legge dai giornale, avrebbe mosso accuse nei confronti dell’ex vicesindaco Enrico Polichetti, ma anche tirato in ballo due funzionari municipali, che avrebbero assecondato le richieste di esponenti del sodalizio criminale. Tuttavia, c’è da dire che è ancora tutto da verificare e che il nominativo di Polichetti, ad oggi, non risulta nel registro degli indagati.
Il sindaco Servalli all’indomani degli accadimenti spiazzò tutti con un azzeramento di giunta che colse tutti di sorpresa, in primis i suoi assessori che non erano stati avvertiti della mossa e sembra, secondo indiscrezioni, non abbiano preso di buon grado la decisione, per poi ricompattarsi graniticamente durante la conferenza stampa che spiegava le motivazioni del gesto come un atto dovuto verso la città e per dimostrare l’assoluta trasparenza amministrativa e fiducia nella giustizia.
Dicevamo di un azzeramento improvviso, tanto che lo stesso ex vicesindaco, sentendosi chiamato in causa, non ha avuto tempo di metabolizzare la notizia e dare le dimissioni che sono giunte dopo il gesto del Sindaco.
Dopo un giro di consultazioni durato una settimana, durante il quale si vociferava di tutto di più su chi potessero essere i nuovi assessori, ieri è stata ufficializzata la giunta ex novo che di nuovo ha presentato ben poco. Sono stati riconfermati tutti gli assessori a eccezione, ovviamente, di Polichetti e pressochè identiche le deleghe assegnate. Insomma, una conferma dell’andamento amministrativo portato avanti finora, una decisione da cui emerge la volontà di proseguire sulla stessa via tracciata in questi anni di Amministrazione Servalli.
La decisione non è stata ben compresa da molti. Dall’opposizione che ha tacciato il Sindaco di essere “incapace di imporsi e di assumere decisioni forti quando è il momento di farlo”. Ma anche da tanti cittadini che si aspettavano un cambiamento di rotta e si sentono, invece, disorientati da questa mossa che viene letta senza logica. In effetti, il provvedimento ha lasciato esterrefatti. Azzerare la giunta per poi rifare tutto tale e quale può essere interpretato come una sorta di ammissione che la “mela marcia” del sistema fosse solo Polichetti, che (ricordiamo non è stato raggiunto da alcun provvedimento) appare in questa storia quasi come un “paria”.
Da più parti viene ora chiesto al Primo cittadino di spiegare alla cittadinanza il perché di questa decisione e di dare, soprattutto, delle motivazioni convincenti a scanso di qualsiasi equivoco che inducano Polichetti a non dover dire “stasera pago io”.