Cava, per Servalli è tempo di volare alto per non restare impantanato nel fango
L’accesa polemica sulla crisi che ha investito l’Amministrazione comunale per l’ipotesi di collusione fra criminalità e politica, era inevitabile, anzi, scontatissima. C’è poco da meravigliarsi, insomma, se su Servalli & C. soffiano venti di tempesta politica metaforicamente simili a quelli dell’uragano Mangkhut, che in queste ore sta flagellando il sud est della Cina.
D’altro canto, quello che finora è emerso dall’inchiesta giudiziaria qualora fosse confermato dal seguito dell’indagine sarebbe di un’inaudita gravità. Tuttavia, è appena il caso di ricordare che è tutto da dimostrare e che nel nostro Paese vale ancora la presunzione di innocenza.
Certo, la responsabilità politica, così come l’etica e le ragioni di opportunità, precedono di gran lunga l’accertamento giudiziario. Questo per dire che non occorre una sentenza di condanna penale per assumere decisioni anche gravi quando si ricoprono incarichi politici e responsabilità istituzionali.
Per queste ragioni, l’assessore e vicesindaco Enrico Polichetti avrebbe fatto bene a dimettersi immediatamente quando i giornali hanno raccontato delle accuse rivoltegli da un pentito. Glielo imponevano motivi di opportunità e di sensibilità democratica e istituzionale, cosicché le sue dimissioni da tutti sarebbero state apprezzate e non di certo valutate come un’ammissione di colpevolezza. Ha aspettato, invece, che il sindaco Servalli lo dimissionasse insieme all’intera Giunta comunale per dichiarare che era sua intenzione dimettersi (sic!). In pratica, Servalli è stato più lesto di lui a licenziarlo. Mah, due errori nel giro di poche ore, tuttavia, Polichetti va scusato in ragione del macigno che gli è precipitato addosso e che avrebbe fatto perdere la trebisonda a chiunque.
Ad ogni modo, il sindaco Servalli ha cercato di mettere in campo una reazione energica, compiendo una mossa estrema, ovvero l’azzeramento della Giunta. Era proprio necessario? Era un atto dovuto e più ancora utile? Gli servirà a qualcosa o si rivelerà un boomerang? Difficile a dirsi, qualcosa andava fatto, questo sì, ma per esprimere una valutazione compiuta al riguardo sarebbe necessario capire dove Servalli voglia andare a parare, in pratica, quale sia il suo disegno, l’obiettivo che vuole raggiungere.
In ogni caso, c’è da notare che, in un frangente così delicato e difficile, il sindaco Servalli ha tra le mani un’occasione d’oro, un’opportunità da cogliere che mai si sarebbe sognato di avere.
E’ singolare, infatti, che in questa contingenza, per come si sono messe le cose, il Sindaco ha una forza politica, un potere contrattuale nei riguardi della sua maggioranza che non ha mai avuto in misura così sproporzionata. Insomma, mai come adesso ha le mani libere per formare un Giunta nuova di zecca, o quasi, comunque fuori dalle logiche dei partiti, con assessori tutti di spessore da prendere fuori dal consesso consiliare cittadino, ovvero dai gruppi che compongono la sua maggioranza (e che si sono affrettati a dargli il loro incondizionato appoggio), e magari qualcuno pure fuori dalle mura cittadina (ad esempio, un assessore alla cultura di notorietà nazionale).
In altre parole, il sindaco Servalli ha l’occasione di voltare pagina e cambiare passo anche in vista delle prossime comunali che sono sempre più vicine e ora più complicate per lui. Insomma, presentarsi alla città con una nuova squadra di assessori, con una sorta di esecutivo di salute pubblica, o, meglio ancora, con un compagine amministrativa tutta di sua esclusiva espressione.
In conclusione, il nostro primo cittadino con un po’ di coraggio e un pizzico di cinismo, che in politica non guasta mai, potrebbe trasformare un evento negativo in una positiva opportunità.
E una simile scelta di alto profilo politico-amministrativo potrebbe tornare utile anche per contribuire a scongiurare un’eventualità incombente e sciagurata: lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione mafiosa.
Per tutte queste ragioni, mai come adesso ci permettiamo di consigliare al sindaco Servalli di volare alto, non fosse altro per evitare di restare impantanato nel fango.
Ora, o mai più.