scritto da Pasquale Petrillo - 14 Settembre 2018 11:50

Cava non è Gomorra, ma…

“Gomorra cavese, usura, estorsione, droga: 14 arresti”. E’ uno dei titoli di prima pagina dei giornali di stamani. Fa male, come cavesi, leggere ciò. E viene da chiedersi, ma scrivono proprio di Cava? E noi dove eravamo, che qualcosa non funzionasse lo sapevamo, ma di tutto questo ben di Dio possibile che non ce ne eravamo minimamente accorti?

Fa ancora più male, leggere poi le dichiarazioni non di una persona qualunque, ma del procuratore capo della Repubblica di Salerno Corrado Lembo, il quale si è detto dispiaciuto che anche “un Comune che un tempo era considerato immune da infiltrazioni criminali di tipo mafioso risulti contaminato anche per quanto riguarda i livelli di infiltrazione istituzionale”. No, roba da non credere, ma chi lo afferma è così autorevole e informato, per il delicato e importante ruolo rivestito, che per forza di cose dobbiamo crederci, anche se non vorremmo farlo.

Il procuratore Lembo, si legge ancora, parla di “allarmanti relazioni con appartenenti alle forze di polizia e con esponenti delle istituzioni locali, a dimostrazione della capacità di esercitare un controllo davvero molto penetrante sul territorio”. Insomma, come titola un altro giornale, c’è il sospetto di poliziotti infedeli e politici collusi.

E si resta del tutto basiti quando addirittura sui giornali si legge delle accuse di un pentito all’attuale vicesindaco Enrico Polichetti, secondo il quale quest’ultimo avrebbe avuto frequentazioni con un boss criminale, nonché aiutato elettoralmente alle ultime comunali del 2015.

Insomma, un verminaio.

Certo, le accuse al vicesindaco Polichetti sono tutte da dimostrare, tuttavia, ci sono, e l’indagine che ha portato agli arresti di un bel po’ di criminali locali sono un dato di fatto.

C’è, comunque, da restare allibiti. Sconcertati. Preoccupati. Fortemente preoccupati. E soprattutto, noi cavesi svegliamoci dal sonno, altro che isola felice, ci siamo omologati e non poco alle peggiori realtà viciniori che, sempre più a torto, ci ostiniamo a guardare con snobismo e spocchia dall’alto della nostra storia e tradizione di civiltà.

Beh, forse è meglio scendere con i piedi per terra perché siamo ancora in tempo per rimediare.

E, in questo senso, un ruolo fondamentale lo gioca proprio la politica.

Bene, a tal riguardo, ha fatto il sindaco Servalli, sebbene fosse la cosa doverosa e scontata, nell’affrettarsi a ringraziare la Procura Distrettuale Antimafia di Salerno per la brillante operazione e ad offrire la massima collaborazione all’indagine nella consapevolezza del comune obiettivo, ovvero garantire sicurezza e legalità alla nostra comunità. Forse, però sarebbe bene consigliare al vicesindaco Polichetti di rassegnare le dimissioni prima che lo facciano le opposizioni e tutto si consumi in una polemica politica senza precedenti che giocoforza punterà a massacrarlo e lasciare sul campo solo cadaveri, ma anche per consentirgli di difendersi meglio dalle accuse di un pentito e poter dimostrare, come ci auguriamo anche e soprattutto nell’interesse della città e del suo buon nome, la totale estraneità ai fatti contestati.

Alla politica, infine, è in capo la responsabilità di fare chiarezza e pulizia. Guardando all’oggi, ma anche e soprattutto al domani.

Cava non è Gomorra, ma lo dobbiamo dimostrare e soprattutto non dobbiamo far finta di non vedere. La città nel suo complesso, e non pensiamo di sbagliarci, è sana, onesta, pulita, laboriosa, ma la politica, i politici, i nostri amministratori comunali, devono dimostrare di essere migliori di quelli che sono o, meglio, che hanno dimostrato di essere finora.

Insomma, tutti e soprattutto i politici devono prendere il solenne impegno a guardare lontano, a perseguire l’interesse generale e non quello del proprio meschino tornaconto, a non abbassare la guardia, a partire dalle piccole e diffuse illegalità.

E’ quello che, purtroppo, da un po’ di tempo la città lamenta. Inascoltata.

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

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