“Gomorra cavese, usura, estorsione, droga: 14 arresti”. E’ uno dei titoli di prima pagina dei giornali di stamani. Fa male, come cavesi, leggere ciò. E viene da chiedersi, ma scrivono proprio di Cava? E noi dove eravamo, che qualcosa non funzionasse lo sapevamo, ma di tutto questo ben di Dio possibile che non ce ne eravamo minimamente accorti?
Fa ancora più male, leggere poi le dichiarazioni non di una persona qualunque, ma del procuratore capo della Repubblica di Salerno Corrado Lembo, il quale si è detto dispiaciuto che anche “un Comune che un tempo era considerato immune da infiltrazioni criminali di tipo mafioso risulti contaminato anche per quanto riguarda i livelli di infiltrazione istituzionale”. No, roba da non credere, ma chi lo afferma è così autorevole e informato, per il delicato e importante ruolo rivestito, che per forza di cose dobbiamo crederci, anche se non vorremmo farlo.
Il procuratore Lembo, si legge ancora, parla di “allarmanti relazioni con appartenenti alle forze di polizia e con esponenti delle istituzioni locali, a dimostrazione della capacità di esercitare un controllo davvero molto penetrante sul territorio”. Insomma, come titola un altro giornale, c’è il sospetto di poliziotti infedeli e politici collusi.
E si resta del tutto basiti quando addirittura sui giornali si legge delle accuse di un pentito all’attuale vicesindaco Enrico Polichetti, secondo il quale quest’ultimo avrebbe avuto frequentazioni con un boss criminale, nonché aiutato elettoralmente alle ultime comunali del 2015.
Insomma, un verminaio.
Certo, le accuse al vicesindaco Polichetti sono tutte da dimostrare, tuttavia, ci sono, e l’indagine che ha portato agli arresti di un bel po’ di criminali locali sono un dato di fatto.
C’è, comunque, da restare allibiti. Sconcertati. Preoccupati. Fortemente preoccupati. E soprattutto, noi cavesi svegliamoci dal sonno, altro che isola felice, ci siamo omologati e non poco alle peggiori realtà viciniori che, sempre più a torto, ci ostiniamo a guardare con snobismo e spocchia dall’alto della nostra storia e tradizione di civiltà.
Beh, forse è meglio scendere con i piedi per terra perché siamo ancora in tempo per rimediare.
E, in questo senso, un ruolo fondamentale lo gioca proprio la politica.
Bene, a tal riguardo, ha fatto il sindaco Servalli, sebbene fosse la cosa doverosa e scontata, nell’affrettarsi a ringraziare la Procura Distrettuale Antimafia di Salerno per la brillante operazione e ad offrire la massima collaborazione all’indagine nella consapevolezza del comune obiettivo, ovvero garantire sicurezza e legalità alla nostra comunità. Forse, però sarebbe bene consigliare al vicesindaco Polichetti di rassegnare le dimissioni prima che lo facciano le opposizioni e tutto si consumi in una polemica politica senza precedenti che giocoforza punterà a massacrarlo e lasciare sul campo solo cadaveri, ma anche per consentirgli di difendersi meglio dalle accuse di un pentito e poter dimostrare, come ci auguriamo anche e soprattutto nell’interesse della città e del suo buon nome, la totale estraneità ai fatti contestati.
Alla politica, infine, è in capo la responsabilità di fare chiarezza e pulizia. Guardando all’oggi, ma anche e soprattutto al domani.
Cava non è Gomorra, ma lo dobbiamo dimostrare e soprattutto non dobbiamo far finta di non vedere. La città nel suo complesso, e non pensiamo di sbagliarci, è sana, onesta, pulita, laboriosa, ma la politica, i politici, i nostri amministratori comunali, devono dimostrare di essere migliori di quelli che sono o, meglio, che hanno dimostrato di essere finora.
Insomma, tutti e soprattutto i politici devono prendere il solenne impegno a guardare lontano, a perseguire l’interesse generale e non quello del proprio meschino tornaconto, a non abbassare la guardia, a partire dalle piccole e diffuse illegalità.
E’ quello che, purtroppo, da un po’ di tempo la città lamenta. Inascoltata.