Alla Camera va a rilento l’approvazione del Decreto Dignità
Procede a rilento il percorso del decreto dignità nelle commissioni Finanze e Lavoro. All’appello mancano circa una cinquantina di voti su emendamenti accantonati. Di Maio: “Chi vuole fermare il decreto deve passare sul mio corpo”.
Procede a rilento il percorso del decreto dignità nelle commissioni Finanze e Lavoro. I lavori, sospesi ieri poco prima di cena, riprenderanno in mattinata con l’obiettivo di chiudere entro l’ora di pranzo. All’appello mancano circa una cinquantina di voti su emendamenti accantonati. Tra i temi sui quali è ancora attesa una riformulazione da parte dei relatori quello dei voucher per agricoltura e turismo e quelli sugli incentivi per le assunzioni stabili. All’appello manca ancora però anche la definizione del periodo transitorio per i contratti in corso.
Il nodo dell’esonero per colf e badanti è stato invece rinviato all’Aula. “Chi vuole fermare il decreto sappia che deve passare sul mio corpo”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio tornando sugli attacchi al decreto Dignità in votazione alla Camera: “L’avversione al decreto, e non parlo degli imprenditori – spiega – viene fatta con l’argomentazione delle norme sul lavoro, ma questa è una scusa, sono le lobby delle delocalizzazioni e del gioco d’azzardo che vogliono fermarlo. Non sarà una scusa a fermare il decreto”.
“Io ho cominciato a licenziare il Jobs Act – ha ribadito – perché i cittadini me lo hanno chiesto, non mi hanno chiesto di farne un altro. ‘Jobs Act 2 la vendetta’ non ci sara’, ci basta il primo”.