Sold out al Ravello Festival per Svetlana Zakharova
“Se Dio avesse pensato alla danza, avrebbe creato Svetlana Zakharova”. Con queste poche parole il divino Mikhail Baryshnikov, rende l’idea del talento di questa grandissima ballerina, stella mondiale delle due punte, étoile del Balletto del Teatro alla Scala e del Balletto del Teatro Bol’šoj di Mosca attesissima sul palco del Ravello Festival.
Sarà proprio la perfezione stilistica della Zakharova ad accompagnarci nel racconto a due punte di Russian Code, progetto originale Ravello Festival e fiore all’occhiello della sezione danza diretta da Laura Valente, dedicato ad una scuola – quella della grande tradizione russa – simbolo di perfezione stilistica e di un repertorio ancora oggi riferimento ineguagliato nel mondo.
Quella di domenica 29 luglio (ore 21.30) sarà una serata dai toni classici e contemporanei, affiancata dai primi ballerini del Balletto di Mosca: Anastasia Stashkevich, Mikhail Lobukhin, Denis Rodkin, Igor Tsvirko, Denis Savin e del Balletto Mariinsky di San Pietroburgo Elena Evseeva.
Per l’occasione Zakharova porta in scena la grande scuola di ballo russa, l’infinita capacità espressiva ed intensità drammatica uniti all’impeccabile tecnica, associando l’approccio più colorato ed audace del Bol’šoj al classicismo puro e raffinato del Mariinsky. Un programma che attraversa la danza in ogni forma e rappresentazione passando dalla messa in scena del capolavoro accademico di Michel Fokine “La morte del cigno”, accostando grandi pas de deux tratti da “Le Corsaire” e “Talisman” coreografati da Marius Petipa da “Tristano e Isotta”, “Le Fiamme di Parigi” e “Spartacus”.
Ad Elena Evseeva prima ballerina del Balletto Mariinsky di San Pietroburgo è affidata la superba rappresentazione della Variazione di Odette del “Lago dei Cigni”.
Immaginifica la rappresentazione di “Revelation” in cui Zakharova sperimenta una nuova, intrigante espressività, che metterà ancor più in risalto la versatilità di questa magnifica artista, quale sua prerogativa più grande.
In “Strokes Through The Tail” della coreografa irlandese Marguerite Donlon: il cui stile e uso di diverse forme d’arte la collocano in una posizione privilegiata nel panorama internazionale della danza. Sulle note della Sinfonia n.40 di Mozart.
Quando firmò per la Hubbard Street Dance il suo balletto, l’intento della coreografa era dare nuova forma con la danza a una musica chissà quante volte ascoltata, influenzando il carattere dei protagonisti attraverso la personalità delle note. Oggi rimodellato per i ballerini del Bol’šoj, il lavoro di Donlon è presentato nella variante cucita addosso a Svetlana Zakharova che si muoverà austera tra uomini in tutù bianco e torso nudo. Per la diva Svetlana una straordinaria sintesi di “meravigliosa musicalità e fine umorismo”, secondo le sue stesse definizioni. Da sempre attenta alla tecnica ed alla disciplina, perfezionista fino allo stremo, Zakaharova pretende dal suo pubblico un “coinvolgimento emotivo”, ricambiando con simmetria e armonia di movimenti, che a loro volta prendono vita grazie al fluire delle sue emozioni: “Le emozioni mi condizionano durante le prove così come nel corso dello spettacolo irrompono con la forza del vissuto”.
Diplomata alla leggendaria Accademia Vaganova, per sette anni stella del balletto Mariinsky, dal 2003 al Bol’šoj e poi alla Scala – con una breve parentesi politica che l’ha vista deputata nella Duma per la commissione cultura – Zakharova è amata in tutto il mondo grazie alla sua immensità espressiva, alla sua leggerezza e luminosità (svet, non a caso, in russo significa luce) che restituisce alla platea, grazie anche ad una magica combinazione di fisicità e lucidità intellettiva “Quando si balla non si può pensare solo al corpo. Per ballare ci vuole testa. Ecco il segreto: la bravura di una ballerina non sta nelle sue gambe ma nella sua testa”.