La democrazia taroccata di Casaleggio e quella imperfetta di Churchill
“Oggi grazie alla Rete e alle tecnologie esistono strumenti di partecipazione decisamente più democratici ed efficaci in termini di rappresentatività popolare di qualunque modello di governo novecentesco. Il superamento della democrazia rappresentativa è inevitabile”.
E’ quanto ha affermato Davide Casaleggio in un’intervista alla “Verità”. In pratica, per Casaleggio la democrazia rappresentativa e il Parlamento fra qualche anno saranno messi in soffitta dalla democrazia digitale, quella pseudo-democrazia che, almeno finora, ha consentito di scegliere i parlamentari pentastellati con un numero di consensi minori a quelli necessari per presiedere una bocciofila. In altre parole, se così sarà, più che la fine della democrazia rappresentativa assisteremo alla fine della democrazia in quanto tale. Punto e basta.
Inevitabili le polemiche suscitate così come i commenti allarmati. A noi, semplicemente, sembra una grandiosa stupidaggine (giusto per non usare termini più coloriti e plebei ma probabilmente più indovinati sebbene sconvenienti) pronunciata da un giovanotto, un altro figlio di, tanto sciocco quanto saccente.
Certo, il sistema parlamentare, soprattutto nel nostro Paese, presenta non poche storture da correggere e difetti da eliminare. A cominciare dalla modalità di selezione dei rappresentanti del popolo, dal loro numero eccessivo, così come dai troppi bizantinismi e da una ritualità pletorica ed estenuante, e via di questo passo.
Una democrazia, però, senza rappresentanti liberamente eletti dal popolo in un parlamento non esiste. E’ semplicemente altro, non una democrazia.
E senza una vera democrazia non ci sono diritti e non c’è libertà, al contrario, c’è l’autoritarismo, il totalitarismo, la cui scia di sangue, di vittime, di sofferenze, di guerre, di stermini, di persecuzioni, di campi di concentramento, ha segnato tragicamente la storia del secolo scorso, il Novecento, il «Secolo breve» di Hobsbawm.
Insomma, una straordinaria idiozia, altro che profetica immaginazione. A noi, rispetto a simili geniali vaticini, viene in mente l’affermazione tuttora incredibilmente ineccepibile ed attuale di un formidabile statista del Novecento, Winston Churchill: «È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora».
E la democrazia di Churchill, era quella rappresentativa del parlamento britannico, il più antico dei regimi democratici moderni. In breve, da una parte la democrazia taroccata di Casaleggio, dall’altra quella imperfetta di Churchill.
Non c’è, in conclusione, altro da aggiungere.