Cava, il capogruppo Pd Giuliano Galdo difende il Comune e attacca Cavacon
Tra l’Amministrazione comunale di Cava de’ Tirreni e i gli organizzatori di “Cavacon Comics & Game” è scoppiata una guerra grottesca oltre che di dubbio gusto.
“Tralasciamo -si legge nella nota stampa a firma del Capogruppo Pd Giuliano Galdo, diffusa ieri dall’Ufficio Stampa di Cava de’ Tirreni i toni scurrili e volgari di chi ha ritenuto, tra gli organizzatori del “Cavacon Comics & Game” lanciare accuse all’Amministrazione comunale per non aver concesso il complesso di San Giovanni per organizzare la prossima edizione, ma evidentemente fa parte del suo linguaggio, resto attonito se rileggo i ringraziamenti all’amministrazione comunale inviati dall’Associazione Culturale Cavacon, lo scorso febbraio”.
“Premesso che -continua Galdo- in tutte le edizioni realizzate durante l’attuale amministrazione (l’ultima il 5-6-7 gennaio 2018) abbiamo fornito sempre il massimo supporto possibile, atteso che il Cavacon è un evento a pagamento, con un ticket d’ingresso, con espositori che pagano gli spazi e, quindi, è da considerasi a tutti gli effetti un evento commerciale, al quale il Comune assegna anche un contributo economico che, nel corso degli anni, è passato dai 358,38 euro della winter edition del 2012, ai 3000 del 2016, nel 2017 l’edizione “summer” non è stata realizzata e per quella “winter” del 2018 è stato erogato un contributo di 1000 euro ed, inoltre, la collaborazione si è concretizzata anche con la copertura delle spese per la partecipazione dell’artista Giorgio Vanni”.
“Le parole utilizzate, quindi -incalza Galdi- non solo sono scorrette, ma anche ingenerose, anche per gli incontri che ci sono stati con gli organizzatori, (tutti) e a cui ho attivamente partecipato, per verificare la fattibilità e la corrispondenza degli spazi offerti, a partire dalla mediateca, l’area fieristica espositiva di corso Palatucci, il complesso monumentale dell’ex Eca nel cuore del centro storico o il complesso monumentale di Santa Maria al Rifugio, in piazza San Francesco, ma abbiamo anche offerto, sul modello di Lucca, dove si tiene la più importante manifestazione nazionale del genere, l’intera città, piazze e aree aperte dove fare un grande evento happening”.
Insomma, siamo al conto della serva e già solo per questo l’Amministrazione comunale ne esce malissimo.
“L’unico no -sembra quasi giustificarsi Galdo- è stato per il Monastero di San Giovanni, per il quale si è ritenuto che quella tipologia di eventi non fosse consona alla destinazione del complesso, realizzato per ospitare mostre d’arte e particolari eventi culturali. Peraltro, il complesso di San Giovanni è oggetto di bando per l’affidamento ai privati, è stato già pubblicato il bando per la foresteria, a breve ci saranno quelli per l’area ristorazione e le unità del gusto, per cui gli spazi espositivi sono insufficienti, se è vero che l’evento è cresciuto enormemente sia nei visitatori che negli espositori e per le iniziative collaterali”.
La vicenda, in conclusione, sembra assai miserevole. Ciò non toglie che vengono spontanee alcune domande.
La prima, ma perché a difendere l’operato dell’Amministrazione comunale è il capogruppo del Pd Giuliano Galdo? Non è che non ne abbia titolo in assoluto, ma cosa c’entra lui in una disputa che prima di essere politica è operativa, la quale vedrà protagonista di sicuro non solo gli uffici comunali ma anche qualche assessore, in primo luogo quello agli Eventi Enrico Polichetti che, immaginiamo, non si occuperà solo di feste, sfilate e mercatini?
La seconda. Il consigliere Galdo afferma che Cavacon è un evento commerciale, al quale il Comune assegna anche un contributo economico. Se così è, come mai il Comune finanzia una manifestazione commerciale? E ancora: perché il Comune ha sottratto risorse pubbliche da utilizzare invece per il sostegno di altre iniziative di solidarietà, sportive o culturali? Una scelta, quella del Comune metelliano, che forse potrebbe essere posta all’attenzione della Corte dei Conti, la quale sullo spreco e il cattivo utilizzo del danaro pubblico è chiamata a vigilare e che, sul tema, non fa sconti a nessuno.