scritto da Nino Maiorino - 28 Maggio 2018 08:32

Il fondo del barile

Nessuno, in questo paese, è disposto a svolgere il proprio ruolo, tutti presumono di saper fare tutto, tutti si sentono all’altezza di dire tutto, un poco come i tifosi del calcio che, su una popolazione di circa sessantuno milioni di abitanti, sembra siamo almeno la metà e di questa almeno la metà, circa quindici milioni, sembrano essere esperti di strategie calcistiche e abilitati a criticare, suggerire, a volte imporre ad allenatori e tecnici le loro strategie.

Insomma, nessuno in Italia vuole stare al proprio posto, tutti si sentono in grado di sapere e poter fare tutto, e non è che in politica le cose vadano diversamente, anzi.

Il commento  di tanti articolisti, compreso il nostro Direttore, evidenzia una situazione politica e amministrativa quasi al limite dello stallo, tra aspri conflitti istituzionali, l’ultimo dei quali si sta consumando tra un irritato Mattarella, da un lato, e un non meno irritato Salvini e Di Maio, dove il nome di Paolo Savona è solo un pretesto.

In questo pirandelliano teatrino (mi scuserà il grande maestro della letteratura), nel quale sembra che nessuno, come nei “Sei personaggi in cerca di autore”, voglia assolvere al proprio ruolo, ciascuno scaricando le proprie responsabilità sull’uno o sull’altro, alla fine potremmo trovarci senza un autore e magari essere costretti a cercare che qualche altro oscuro personaggio riprenda in mano il bandolo della matassa e metta tutti in riga.

La verità è che tutto è cominciato in maniera irrituale, nel senso che non è stata seguita la “prassi” istituzionale che, fino alla legislatura precedente, veniva seguita; non dico che il tutto è stato fatto al di fuori della Costituzione, come mi verrebbe spontaneo affermare, ma, come affermano fior fiore di giuristi, vi sono dei comportamenti i quali, pure non violando il codice penale, sono al limite della violazione e, nel caso della vicende che sono seguite al voto del 4 marzo (siamo oltre l’ottantesimo giorno) , sembra che siamo al limite della Costituzione la quale rischia di venir messa sotto i piedi da tutti.

Prima considerazione da fare è che il Presidente Mattarella, non capisco a quale scopo, ha sin dall’inizio assecondato il disegno che i due bellimbusti della politica nazionale, mi riferisco, ovviamente, al leghista Salvini e al pantastellato Di Maio, peraltro vincitori delle elezioni e pieni di buona volontà, gli hanno prospettato: la stipula di un accordo, che hanno impropriamente chiamato contratto, sulla base del quale creare un governo; primo grande errore giacché il tutto sarebbe stato, a mio avviso, logico e auspicabile se uno dei due fosse già stato il designato “premier”, cosa che non solo non è avvenuta, ma ha portato alla ulteriore nefasta conseguenza di dover designare un “premier” che dovesse mettere in esecuzione quell’accordo al quale egli non aveva collaborato.

Così facendo Mattarella ha legittimato i due bellimbusti ad arrogarsi il diritto di stare al di sopra di tutte le Istituzioni, al di sopra dello stesso Presidente della Repubblica, oltre che del “premier” a venire.

Facendo questo madornale errore il Presidente Mattarella si è posto involontariamente in un vicolo cieco.

Per tornare ai “Sei personaggi” pirandelliani, nel mentre tra Mattarella, Salvini, Di Maio e Conte siamo a quattro, non dobbiamo dimenticare gli altri due che sono comparsi e scomparsi a scene alterne, vale a dire il Berlusconi che, sebbene incartapecorito, comunque ha giocato un ruolo determinante almeno fino alla fase della scrittura dell’oramai famoso “contratto” (mi perdoneranno i miei cinque lettori, ma il termine mi suscita l’orticaria), per poi defilarsi; l’altro è la frastornata Giorgia Meloni.

Questa è la situazione nella quale ci troviamo, ed è inutile che il Presidente Mattarella sia e si mostri tanto irato: con tutto il rispetto tiro in ballo il vecchio adagio “chi è causa del suo mal pianga se stesso”; però il problema è che, alla fine, piangeremo noi, tra lo “spread” che cresce (abbiamo azzerato in pochi giorni i risultati di anni), l’Europa che ci osserva attentamente e con sfiducia, il settore bancario che è crollato, l’economia in bilico, tempi sempre più stringenti e via di seguito.

Il fondo del barile Italia è sempre più lontano, al punto che mi chiedo: ma ce l’avrà questo barile un fondo oltre il quale non potrà più precipitare?

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

Una risposta a “Il fondo del barile”

  1. 28.05.2018 – By Nino Maiorino – Caro Direttore, alla luce degli ultimi sviluppi il mio articolo, scritto sabato, sembra superato. E sono superate pure le mie velate critiche al Presidente Mattarella che ora, dopo aver rifiutato l’elenco dei Ministri di Conte (?) alias DiMaio/Salvini, ha ripreso in mano la situazione, talche’
    mi vien da pensare che probabilmente abbia assecondato i due per farli bruciare a fuoco lento, e se è così ha tutta la mia ammirazione. Per Cottarelli tanto di cappello, non riuscirà a fare un governo che duri una legislatura, ma almeno presiederà un governo rigoroso almeno del rispetto dei conti pubblici e dell’ Europa per uscire dalla quale i due bellimbusti avevano già il famoso piano B al quale probabilmente il tanto decantato Savona aveva contribuito.

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