E’ la rete bellezza, la rete… E tu non ci puoi far fare niente…
Mi piace intitolare questo articolo parafrasando una frase pronunciata da uno straordinario Humphrey Bogart, che interpretava il personaggio del giornalista Ed Hutcheson nel film di Richard Brooks “Deadline – U.S.A. – L’ultima minaccia” del 1952.
E la dedico al cinquantaquattrenne nuovo Premier, Giuseppe Conte, del quale la stampa, su carta e sul web, ha già ampiamente parlato, e, in merito all’incarico conferitogli dal Presidente Mattarella, anche il nostro Direttore ha scritto un sensato commento.
Gliela dedico non perché voglio ripetere quello che in tanti hanno scritto, ma perché, leggendo e ascoltando tutto ciò che i “media” si sono sbizzarriti ad evidenziare sul premier designato, rilevo che il “poveretto”, oltre ad essere stato rivoltato come il classico calzino, è stato anche immediatamente e più volte elevato alle stelle o precipitato nell’inferno.
Dal punto di vista professionale, nel mentre inizialmente era stato descritto come un eccellente giurista, appartenente ad uno “team” facente capo ad uno dei più eminenti giuristi italiani, professore universitario, con esperienze maturate all’estero per aver partecipato a master internazionali e a studi presso prestigiose università statunitensi, insomma, era stato portato in paradiso, successivamente è stato precipitato nell’inferno in quanto sembra che tutti quei titoli e quei meriti precedentemente attribuitigli, e che sembra il “premier” in pectore vantasse, sono improvvisamente svaniti come una bolla di sapone.
Le prestigiose università americane sembrano non conoscerlo, e vari master sembrano essersi dissolti, i tanti meriti professionali italiani sembrano ridotti al lumicino, anzi, è emerso qualche demerito.
Come, ad esempio, quello essere stato l’avvocato difensore di una famiglia che, impedita dalle autorità sanitarie di avvalersi del metodo “stamina” per la cura di un familiare affretto da cancro, si era appunto rivolto all’avv. Conte nel processo contro tale decisione. Cosa che sembra irrilevante dal punto di vista professionale in quanto è chiaro che un avvocato fa il suo mestiere nell’assumere la difesa di un cittadino che si vede negato un presunto diritto. Ma per il web ciò sembra essere una colpa in quanto avrebbe così appoggiato quel metodo stamina, del quale nel 2014 si fece un gran parlare, e il suo promotore Davide Vannoni, che di medicina ufficiale non si intendeva, ma aveva ideato quel sistema di cura, poi sconfessato dalla scienza.
Dal punto di vista personale, del “Premier” designato pure si è detto di tutto e si sono fatti sperticati elogi: ottimo bambino, chierichetto e frequentatore assiduo di funzioni religiose, fedelissimo di San Pio che a San Giovanni Rotondo ha ispirato la fondazione di quel po-po di impero religioso, caritatevole, medico e turistico, figlio più che affettuoso di una famiglia religiosissima, studente irreprensibile, ottimamente sposato, un figlio, ma poi separato (hai-hai!); come se queste fossero benemerenze delle quali un “premier”, sia pure solo designato, dovesse vantarsi.
Purtroppo, in questa epoca subissata dal web, queste sono le conseguenze, alle quali purtroppo non possiamo sottrarci; ma, pensando alle cose serie e che veramente contano, non possiamo non augurarci che, finalmente, a distanza di oltre ottanta giorni dalle elezioni, finalmente c’è un incaricato a fare un governo.
Né possiamo esimerci dalla ilare, pure se non piacevole, constatazione che ci sono forze politiche le quali, nel mentre sostengono a più non posso di volere il bene del paese che non può ulteriormente attendere che un governo pienamente operativo si insedi, ora che probabilmente siamo agli sgoccioli, si sono sottratte alle loro responsabilità e hanno dichiarato che non lo sosterranno, e voteranno contro.
E se da un lato non possiamo nasconderci la coerenza del PD (come di altre forze minori della sinistra), che dal giorno delle elezioni ha detto che sarebbe stato all’opposizione dove gli elettori lo ha collocato, non si sa cosa dire di FI del redivivo, pure se incartapecorito, Silvio Berlusconi, e di FdI della svanita Giorgia Meloni, che dal primo momento hanno sostenuto Salvini, eleggendolo a rappresentante della loro coalizione di destra, lo hanno appoggiato e accompagnato nella prima fase delle trattative, lo hanno seguito nelle varie consultazioni del Presidente Mattarella, hanno insieme partecipato alle conferenze stampa, una delle quali sembra passata alla storia per lo show imprevisto a fuori posto dell’ex Cavaliere, e ora lo disconoscono e lo mollano.
Non azzardiamo una risposta, certi che gli elettori italiani, pure se di memoria corta, non difettano di intelligenza: probabilmente qualcuno di quei leader, ora all’opposizione, aspirava al premierato: proprio nel segno del tanto decantato cambiamento!