L’assessore Giovanni Del Vecchio, l’anello debole dell’Amministrazione Servalli?
Con l’età che, purtroppo, ci ritroviamo, è difficile che qualcosa delle vicende politiche ci induca alla meraviglia. Tuttavia, il manifesto sulla sicurezza redatto e sottoscritto dalle forze politiche della maggioranza, che regge le sorti dell’Amministrazione comunale metelliana, un pochino ci ha sorpreso, nel senso che ci ha incuriosito e, lo confessiamo, un tantino divertito. Una siffatta levata di scudi, tanto singolare e inaspettata, avrebbe in effetti meritato sì un tema così importante e vitale come la sicurezza, ma un presupposto di fatti e situazioni ben più rilevanti e significativi.
L’incipit del manifesto, tanto per cominciare, è talmente posticcio da risultare tanto scontato quanto fuorviante: la gratitudine espressa alle forze dell’ordine, nessuna esclusa, per l’impegno profuso. C’è qualcuno, a meno che non sia un criminale o un terrorista, che ha mai messo in dubbio il lavoro da loro svolto per la nostra sicurezza e che di ciò non sia loro riconoscente?
Il bello, però, viene nei righi successivi con un’affermazione perentoria: le offese ricevute dalle opposizioni sono irricevibili. Le offese rivolte a chi? alle forze dell’ordine? Sì, perché la costruzione sintattica del manifesto lascia un tantino a desiderare. Per come è scritto i partiti di opposizione vengono tacciati di aver offeso carabinieri, polizia e guardia di finanza.
Ma così non è. A leggere il comunicato di Fratelli d’Italia e il manifesto di Forza Italia, infatti, non viene messa in discussione né tanto meno risulta criticata una sola forza di polizia, neanche il nostro Corpo di Polizia Locale. L’unico e vero obiettivo dell’attacco politico dell’opposizione è, a torto o a ragione, l’operato dell’assessore comunale alla sicurezza, Giovanni Del Vecchio.
Forse, però, con il manifesto la maggioranza intendeva dire che le offese ritenute irricevibili fossero quelle rivolte all’Amministrazione comunale. E così sarà, anche se di prima acchito non sembra affatto così giacché, come evidenziavamo poc’anzi, la lettura induce all’equivoco. D’altra parte, i partiti e movimenti civici di destra, come quelli che compongono l’opposizione di centrodestra, possono mai parlar male di poliziotti e carabinieri? Nemmeno per sogno, semmai accusano, al contrario, le forze politiche di sinistra di maltrattare, trascurare, negare stanziamenti e finanche stipendi un po’ più decenti a quanti rischiano la loro vita nella tutela dell’ordine e della sicurezza del Paese.
Detto ciò, veniamo a qualche considerazione politica più stringente. Partiamo con l’evidenziare che sul tema della sicurezza sembra essersi ridestata dal sonno pesante un’opposizione che vive un profondo e preoccupante letargo politico da più di tre anni ormai, salvo qualche leggero e passeggero risveglio per i periodici appuntamenti elettorali come, ad esempio, le ultime politiche dello scorso marzo. Per il resto, il silenzio dell’opposizione regna sovrano e indisturbato.
Quel che appare evidente, invece, è che il manifesto della maggioranza, al di là dei contenuti e della sintassi che può indurre a qualche equivoco, ha avuto la capacità di risvegliare del tutto il centrodestra, restituirgli un’unità di intenti e dare alla città se non la convinzione almeno la sensazione che un’opposizione c’è e forse in prospettiva finanche un’alternativa politico-amministrativa. Come risultato non c’è male. Insomma, la maggioranza ha fatto un capolavoro: tirare a lucido un’opposizione che fino all’altro ieri sembrava dormiente, sonnacchiosa, forse addirittura inesistente.
Questi, oggi, li chiamano errori di comunicazione. Ieri, quando si era meno sofisticati e per nulla social, li chiamavano con il loro vero nome: infortuni politici, errori di impostazione e strategia. Fesserie per permalosa pignoleria, tanto per dirlo in modo di sicuro inelegante, ma anche più chiaro e sincero.
Questo anche per dire che in molti nel centrodestra, cui di certo non fa difetto l’intelligenza, hanno capito che per far saltare i nervi all’attuale maggioranza basta sfruculiare, punzecchiare l’assessore Del Vecchio sui temi della sicurezza, visto come appare troppo sensibile e reattivo alle critiche, alle provocazioni. Insomma, la morale di questa vicenda è che sicurezza e Del Vecchio sembrano essere, politicamente, i punti deboli dell’Amministrazione Servalli e c’è da aspettarsi che soprattutto su ciò si concentrerà in futuro la polemica politica del centrodestra.
A meno che l’assessore Del Vecchio non entrerà nell’ordine di idea che chi gestisce il potere, alle diatribe (strumentali o meno conta assai poco) risponde con i fatti e non rinfocolando la discussione. In altri termini, le uniche arme dell’opposizione sono le critiche, le parole, se si preferisce le chiacchiere, mentre gli amministratori hanno il potere di porre in essere provvedimenti concreti, tali da incidere realmente sulla qualità della vita dei cittadini.
Non è una differenza da poco.
In conclusione, la lezione è che un buon amministratore non rincorre gli avversari politici sul terreno delle polemiche, commettendo così l’avventato e maldestro errore di amplificarle, bensì governando al meglio, con i fatti e non a parole, la città.
E’ questo, in fondo, il modo migliore non solo per spegnere le dispute, ma soprattutto per dare vere risposte alle istanze dei cittadini.
20.05.2018 – By Nino Maiorino – Del Vecchio anello debole? Direi il contrario, visto che nonostante l’esigua forza politica alle spalle condiziona e non poco l’amministrazione cittadina. O no?