Le ultime vicende legate alla formazione del governo non hanno portato alla soluzione della questione, anzi, molto probabilmente l’hanno aggravata e pure parecchio.
Su tutto, però, sembra emergere, soprattutto in prospettiva, l’implosione del centrodestra per gli strappi di Silvio Berlusconi, il quale, oramai, non sembra più in grado di controllarsi, mostrando, al contrario, di spazientirsi fino al punto di compiere, in piena solitudine politica, pericolose e disastrose fughe in avanti.
Vero è che i pentastellati hanno avuto nei suoi riguardi toni e parole, politicamente anche comprensibili e legittime, ma per lui nella sostanza mortificanti e inaccettabili.
La reazione di Berlusconi, però, è del tutto spropositata oltre che inappropriata. Passi l’accusa rivolta ai grillini di essere politicamente immaturi, ma definirli un pericolo e, ancora peggio, buoni solo per pulire i cessi delle sue aziende, è davvero troppo. Significa essere politicamente fuori dalla grazia di Dio, ma più ancora far saltare il banco e con esso l’unità del centrodestra.
Cosa succederà adesso? Salvini, diciamoci la verità, avrebbe, dopo queste intemperanze verbali berlusconiane, tutte le scuse per sganciarsi e chiudere l’accordo con i cinque stelle. Ma davvero farà una mossa del genere? Riteniamo di no, quantomeno non gli conviene non solo fare il secondo nell’alleanza con Di Maio, ma anche sancire la fine di una coalizione che nel suo insieme sfiora la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.
Oddio, molto dipenderà dalle eventuali altre bizze di Berlusconi, più che possibili anche in relazione ai risultati del voto di domani in Molise e a quello di domenica prossima in Friuli.
Berlusconi dovrà capacitarsi del fatto che per il centrodestra, che lui ha fatto nascere più di venti anni fa, sia ormai diventato un problema, anzi, il vero problema. E che non troverà per nulla una via di uscita politica in un’alleanza con il Pd, nei fatti praticamente impossibile, assolutamente del tutto impraticabile.
Insomma, Berlusconi dovrà cercare di risolvere, per quanto lo riguarda, il rebus della formazione del governo, trovando una soluzione che non lo mortifichi sia da un punto di vista umano che politico. E se non riesce a trovarla, meglio starsene zitti puntando a tenere unita l’alleanza e sotto controllo, per quanto possibile, l’operato di Salvini.
Ad ogni modo, sembrano essere due i punti fermi: il primo, il nuovo leader del centrodestra è Salvini e non più Berlusconi; il secondo, è che quest’ultimo, più che una risorsa com’è finora stato, sembra sia diventato una palla al piede per il centrodestra, ma forse anche per l’intero Paese.
In conclusione, la partita per dare all’Italia un governo passa soprattutto e ancora per il centrodestra. A patto che prevalga il buon senso e non ci siano più colpi di testa o teatrini comici e poco edificanti.
Diversamente, dovranno essere trovate altre strade da percorrere. E, per ultima, un ritorno al voto in tempi brevissimi. Ammesso che serva a qualcosa…