Forza Italia e centrodestra… alla ricerca di un’unità perduta
Al netto della considerazioni politiche su Berlusconi e Carfagna, da classificare tra i dogmi di fede e in quanto tali non soggette a discussione, l’intervista al forzista metelliano Pasquale Santoriello offre diversi spunti di riflessione.
A noi, tuttavia, solletica capire quali siano i percorsi che potrebbero eventualmente portare, in vista delle comunale del 2020, ad una proposta di governo del centrodestra sufficientemente credibile ed alternativa, ovviamente, all’attuale amministrazione comunale di sinistra.
Al di là delle buone intenzioni e dei propositi di fondo, non è che si intravede granché, anzi, si vede e capisce poco o nulla. Non certo per colpa di Pasquale Santoriello, per carità. Non è una questione di una sua reticenza politica o di scarsa chiarezza espositiva. Tutt’altro. Il problema di fondo è che nel centrodestra non si vede muovere una foglia. Al di là delle dichiarazioni con cui viene biasimato l’operato di Servalli e soci, non c’è nessuna iniziativa politica degna di questo nome.
Insomma, dopo il disastroso voto per il Pd e l’attuale Amministrazione alle politiche dello scorso 4 marzo, con il conseguente exploit dei Cinque Stelle e il buon risultato della coalizione di centrodestra, non c’è stata, da parte di quest’ultima, neanche un incontro unitario, l’avvio di un tavolo di confronto, un qualcosa che abbia dato almeno l’impressione che le ultime indicazioni fornite dagli elettori cavesi siano state o possano essere oggetto, in tempi ragionevolmente breve e non alla calende greche, della più banale delle riflessioni politiche.
L’impressione è che di unitario nel centrodestra cavese ci sia poco e che, comunque, ci siano delle oggettive difficoltà a mettere insieme i cocci di un’alleanza andata in frantumi con la precedente amministrazione.
In altre parole, il centrodestra è al palo e preoccupa l’ipotesi che riesca a trovare un’unità quantomeno di facciata solo per i cartelli elettorali.
D’altro canto, quando Santoriello afferma che “sarà nostro compito aprire ad alcune forze politiche che attualmente sorreggono questa Amministrazione”, lascia intendere forse che Forza Italia e, quindi, anche il centrodestra cavese, sono pronti a mettere su un cartello elettorale abbastanza indistinto e confuso, fuori da ogni necessaria e doverosa oltre che auspicata cernita politica? Forse ciò preannuncia la solita ammucchiata per vincere le elezioni e non per governare bene la città?
E l’apertura a chi andrebbe fatta? Se si toglie il Pd, resta l’UDC di Del Vecchio e Ferrigno e, con minore probabilità, i socialisti di Passa e Alfano. Mah, forse abbiamo inteso male, tuttavia, la sensazione è che nel centrodestra cavese, così come un po’ in tutto lo scenario politico, anche nazionale, la confusione regni sovrana.
Stiamo a vedere cosa ci riserverà il futuro. Una cosa, tuttavia, ci sembra indispensabile per Forza Italia, ovvero adoperarsi, con la moderazione che è nel suo dna, a che ci sia chiarezza di intenti, a cominciare dai criteri di selezione sia degli alleati sia del personale politico, nella consapevolezza che il centrodestra per tornare a governare la città non dovrà battere solo il Pd, ma anche e forse soprattutto i pentastellati. Questo per dire che certi schemi sono saltati e bisognerà attrezzarsi diversamente e meglio rispetto al passato anche recente. Per esser chiari, ciò impone, oltre che affermare la propria identità e la propria missione politica, un profondo rinnovamento che, senza cadere nello sciocco giovanilismo e nei fumi del puritanesimo, sbarri innanzi tutto il passo ai trasformisti di professione buoni per per tutte le stagioni, ma anche alle tante cariatidi che ormai rappresentano un passato da mettere alle spalle.
Se non c’è chiarezza, non ci sarà un futuro roseo per Forza Italia e per il centrodestra, nonostante il consenso elettorale cospicuo ottenuto dai cavesi alle elezioni di appena un mese fa.
In conclusione, la situazione politica cavese resta estremamente fluida. L’auspicio è che, almeno per quanto riguarda Forza Italia e il centrodestra, uomini di esperienza e di provata onestà come Pasquale Santoriello riescano a rappresentare un punto fermo in questa fluidità che preannuncia l’inconsistenza. A patto, ovviamente, che tirino fuori le unghie e sappiano marcare bene il terreno politico che calpestano.