Con la fine di quest’anno si conclude anche la prima parte del mandato quinquennale del sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli.
Vengono spontanee, a questo punto, più di una domanda: qual è il giudizio per questi primi due anni e mezzo di governo? qual è il bilancio che si può tracciare? quale voto dare agli attuali amministratori comunali?
Mah, l’impresa è di certo ardua oltre che discutibile. E come spesso succede, una cosa è vivere le cose dal di dentro, un’altra è guardare il tutto da fuori. Un po’ come succede per il calcio. Una cosa è giocare in mezzo al campo, altra cosa è tranciare giudizi e valutazioni stando comodamente seduti in poltrona davanti al maxi-schermo.
Detto questo, sforziamoci, per quanto possibile, di compiere un’analisi obiettiva, ma soprattutto serena e non partigiana.
Partiamo con il dire che questa Amministrazione comunale non suscita particolari entusiasmi, ma, con la stessa intensità, neanche particolari critiche. Se la cava bene con l’ordinario, e la qual cosa non è affatto trascurabile. Insomma, non ci sono colpi di scena, ma neanche cadute di stile. Non c’è grande progettualità, ma neanche voli pindarici. Tutto sommato, un’amministrazione affidabile, sebbene a volte appaia piatta e grigia. Un po’ come quei matrimoni dal menage quotidiano tranquillo fino alla noia.
Alcuni meriti, però, le vanno riconosciuti senza dubbio. Innanzi tutto, questa Amministrazione poggia su una maggioranza dignitosa, decorosa. Non mancano, ed è naturale e comprensibile, motivi di frizione, di malumore, ma tutto avviene se non in silenzio, in modo sufficientemente contenuto, civile, ordinato. Non ci sono atteggiamenti sguaiati, esternazioni mediatiche o qualsiasi altra forma di pubblica e manifesta lamentazione. In altri termini, c’è una invidiabile maturità politica, una rigorosa disciplina di gruppo, un’evidente spirito di squadra. E’ questa coesione politica di fondo, oseremmo dire strategica -pur nella consapevolezza degli screzi che comunque si vivono e che sono evidenti a chi è attento osservatore- l’elemento che segna la differenza con la maggioranza che ha preceduto l’attuale. E’ questo il vero, o quanto meno il più rilevante e significativo fattore di discrimine fra l’Amministrazione Galdi e quella di oggi, guidata dal sindaco Servalli.
Altro merito è quello di aver dato, nell’insieme generale, continuità all’azione amministrativa. In altre parole, tranne che in alcuni limitati casi, Servalli ha proseguito l’azione amministrativa intrapresa dai suoi predecessori, a cominciare da Galdi. E ne ha tratto, ovviamente, evidenti vantaggi. E insieme a lui la città. E’ questo un titolo di merito per gli attuali amministratori, contrariamente a quanti ritengono che, invece, sia un merito da attribuire esclusivamente a chi ha avviato l’attività amministrativa.
E i demeriti di Servalli e soci? Nessuno in particolare. Almeno in questa fase in cui è ancora appeso e ben evidente il cartello dei lavori in corso. Forse, Servalli e soci dovrebbero fare più politica, nel senso di svolgere appieno il loro ruolo di direzione politica rispetto alla macchina comunale. L’impressione, per chi osserva da fuori ovviamente e quindi è ampio il nostro margine di errore, è che la burocrazia ancora una volta riesca a contare più della politica. La sensazione è che non è la politica a condurre il gioco, bensì piuttosto la burocrazia a portare la politica dove vuole. Non è una cosa che sembra accadere solo oggi. E’ già avvenuto in passato, tranne in parte, e a prezzo di forti scontri, all’epoca dei sindaci Messina e Gravagnuolo.
Più che una critica, un invito al sindaco Servalli sentiamo il dovere di formulare. E’ l’invito ad osare, ad avere il coraggio di pensare alla grande. Dopo due anni e mezzo di rodaggio, di presa di contatto con la struttura comunale e con il confronto reale e concreto sui problemi della città, insomma, dopo aver preso bene le misure come un bravo sarto a tutto ciò che comporta l’indossare lo scomodo ed oneroso per quanto prestigioso abito da primo cittadino, è giunto il momento di lanciarsi a realizzare la propria idea di città. E compiere così delle scelte forti. Per fare cosa? Ad esempio, per avviare una diversa politica della raccolta dei rifiuti con il duplice obiettivo di una città più pulita e con meno costi. Per avviare un nuovo Piano Urbano del Traffico indispensabile ai fini di assicurare maggiore vivibilità alla città. Per riorganizzare al meglio la Polizia Municipale, fattore essenziale per dare una migliore qualità della vita e più sicurezza alla città. E perché no, dare finalmente alla città una politica culturale affidando la delega assessoriale ad una personalità di rilievo nazionale…
In conclusione, dopo l’ordinario, al sindaco Servalli chiediamo di assicurare altro alla città. Come si dice, domandare è lecito, rispondere è cortesia. Noi ci accontentiamo di chiedere. Le risposte le auspichiamo, ma senza nulla a pretendere.
E, in ogni caso, buon anno nuovo.
Bene bella analisi..aggiungerei nelle lista delle cose da osare C’è Piazza San Francesco ed il suo progetto.