Nella vicenda della “sfiducia” al Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco da parte di Renzi e del Pd, sorprende (si fa per dire) lo zelo con cui l’establishment è corso in difesa dell’inquilino di Palazzo Koch. Peccato che tanta prontezza e solidarietà non ci siano state nei riguardi di tanti risparmiatori italiani messi sul lastrico da più di un istituto bancario truffaldino, i cui misfatti sono costati, in aggiunta, un bel po’ di quattrini pubblici, sottratti con destrezza dai portafogli di noi poveri contribuenti.
Una volta tanto non possiamo che concordare appieno con Renzi e con il Pd (fino a prova contraria un partito politico e non una bocciofila), i quali non hanno fatto altro che esprimere una valutazione politica doverosa oltre che apprezzabile e condivisibile.
Giustificare la difesa di Visco e muovere l’accusa di lesa maestà a Renzi, con la necessità di garantire l’autonomia della Banca d’Italia, non sta in piedi per nulla. Non c’è stata nessuna invasione di campo, semplicemente il partito che regge il governo, e che ha eletto il presidente della Repubblica, ha messo nero su bianco la sua opinione su Visco nel momento in cui deve essere rinnovato il mandato di Governatore.
Che c’entra, in un simile contesto, invocare l’autonomia di Bankitalia?
E poi, diciamoci la verità, dopo tutti i disastri bancari di questi ultimi anni e gli evidenti difetti di vigilanza degli uomini di Via Nazionale, dove ha sede a Roma il nostro istituto centrale, una qualche responsabilità almeno morale o politica il Governatore uscente della Banca d’Italia ce l’ha o no? E in ogni caso, senza mettere in discussione le qualità umane e professionali di Visco, come ridare un minimo di credibilità a Bankitalia presso l’opinione pubblica italiana se non con una nuova governance?
In Italia, purtroppo, a pagare sono solo i pesci piccoli, e neanche sempre in verità. E poi, gli stessi che oggi, da Veltroni a Casini, da Gentiloni a Mattarella, si svenano per salvaguardare lo statu quo, negli altri giorni dell’anno parlano di meritocrazia, di dovere, di responsabilità. In altre parole, come non pensare che cane non mangia cane e casta non morde casta?
Nelle faccende pubbliche, invece, tanto per non prenderci in giro, il primo dovere dovrebbe essere quello di farsi da parte quando la situazione lo richiede o di porre da parte quanti incrinano, anche loro malgrado, il rapporto di fiducia che i cittadini devono avere con le istituzioni, siano esse politiche, bancarie o di qualsiasi altro genere e natura.
Farsi da parte è quello che dovrebbe offrire alle istituzioni che ha servito proprio il Governatore Visco.
E qualcuno potrebbe e dovrebbe farglielo capire, invece che difenderlo a spada tratta accampando motivazioni fragili e inconsistenti, lasciando intravedere chissà quali disastri dietro l’angolo.
In fondo, se è vero che i politici non sono buoni per tutte le stagioni, altrettanto vale per qualsiasi altro, a maggior ragione per quanti ricoprono cariche pubbliche in modo legittimo, ma senza un’investitura popolare.