scritto da Giovanni Rotolo - 04 Ottobre 2017 11:44

Stefano Caldoro: “Alle regioni più poteri di programmazione e meno gestione”

foto Gabriele Durante

A margine di uno degli appuntamenti del Viaggio delle Idee, gli incontri di politica, cultura e società promossi dal nostro giornale, abbiamo incontrato l’ex governatore della Regione Campania, l’onorevole Stefano Caldoro, protagonista, insieme all’ex sottosegretario agli Esteri del Pd Umberto Ranieri, dell’interessante confronto su “Meridione d’Italia, una questione dimenticata?”.

Presidente, lei ha recentemente presentato un referendum per chiedere più autonomia alla Campania e per favorire la creazione della macro-regione. Sarà una strada percorribile?

“Sono convinto che questa sarebbe una ottima occasione per chiamare i cittadini campani ad esprimersi su queste tematiche; oltretutto, questa proposta la presenteranno anche i vari gruppi consiliari di varie regioni del Sud, come la Calabria, la Puglia, ed altre ancora. E’ fondamentale comprendere il tema centrale, cioè quello di assegnare più potere di programmazione alle regioni, limitando invece quello di gestione, creando delle macro-aree di programmazione, ed iniziando dunque un percorso in tal senso, ovviamente se verrà condiviso dai cittadini. Inoltre, sarebbe importante chiedere loro se prevedere per lo Stato un potere di “devoluzione”, che permetta a quest’ultimo di intervenire sostituendosi alle regioni, in quei settori (ad esempio sanità e trasporti), dove non vi è parità di condizioni rispetto ai cittadini del nord Italia.”

Perché, a suo parere, il Sud scompare così spesso dall’agenda dei vari governi che si susseguono?

“Una delle cause è stata sicuramente la crisi economica, che ha reso le regioni settentrionali ancora più “gelose” delle proprie risorse, e quindi non si è fatta una politica economica ed industriale di respiro nazionale, ma ognuno ha pensato a difendere il proprio interesse particolare. In tutto questo i  governi che si sono succeduti in questi ultimi anni non sono riusciti a garantire un riequilibrio di queste varie istanze, accentuando il divario fra nord e sud.”

Per far ripartire il Meridione, i fondi europei potrebbero essere un punto di partenza importante?

“I fondi europei sono fondamentali, perché senza quelli saremmo in una situazione ancora più difficile. E’ anche da dire però che non bastano, dato che le risorse aggiuntive, in assenza di quelle ordinarie (che devono ovviamente essere maggiori), non possono da sole ridurre considerevolmente il divario fra Nord e Sud”.

Quali altri strumenti potrebbero essere utili in tal senso?

“Intanto la riorganizzazione dello Stato, quindi le macro-regioni, poteri più responsabili, e poi far si di avere sui grandi temi quali lavoro, assistenza, istruzione, sanità, una equa distribuzione delle risorse sul piano nazionale. Perciò è importante incidere sulla spesa pubblica, non solo dal lato della sua efficienza, ma anche facendo in modo che ogni cittadino abbia parità di condizioni ovunque si trovi.”

Parafrasando un film di qualche anno fa, la Campania non è una regione per i giovani?

“Paradossalmente è la regione più giovane d’Italia, e questo è un fattore rilevante, dato che sarebbe importante investire di più sui giovani e per i giovani.”

Lei è stato recentemente alla serata conclusiva del corso di formazione “Domenico Gasparri-costruire libertà”, organizzato dal coordinamento cavese di FI. Questa tipologia di corso è l’unico modo per fare formazione politica al giorno d’oggi?

“Beh, non esattamente, dato che ci sono tante altre occasioni nel mondo del lavoro e dell’associazionismo, però è innegabile che spesso mancano i partiti politici, o meglio manca la scuola politica che si costruiva attorno ai partiti, alle loro sedi, ai loro valori, alle loro storie. Perciò questo corso che è nato a Cava, e che ha già riscontrato nella sua prima edizione grande successo, è un’ottima iniziativa, da coltivare e da rafforzare negli anni, in modo tale da diventare un punto di riferimento nella formazione della classe dirigente del futuro.”

In vista delle elezioni politiche di primavera, per lei quali saranno gli scenari del centrodestra?

“L’area moderata di centrodestra sta recuperando rapidamente il consenso elettorale, secondo gli ultimi sondaggi ormai il centrodestra è la prima area politica del paese in termini di gradimento, superando di vari punti Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. Bisogna perciò  essere uniti, per vincere la battaglia delle politiche (e sono convinto che si vincerà), e per quanto riguarda un ambito più locale per prepararci alle amministrative che avremo nel salernitano del prossimo turno elettorale, e poi man mano per arrivare pronti fra tre anni alle elezioni per la Regione Campania.”

 

Nato ad Agropoli il 25/12/1994, sono iscritto al quinto anno della facoltà di giurisprudenza presso l'Università degli studi di Salerno. Ho la passione per il giornalismo, in maniera particolare riguardo alle tematiche politiche e giuridiche

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