In data 24 settembre 2017 la stampa, anche quella cattolica, ha dato notizia che 62 sacerdoti e studiosi cattolici hanno indirizzato, in data 11 agosto scorso, a Papa Francesco una lunga lettera di 25 pagine per contestargli che la sua enciclica “Amoris laetitia”, l’esortazione sull’amore nella famiglia, con la quale il pontefice ha sostanzialmente aperto ai divorziati, concedendo ai risposati di accedere ai sacramenti, conterrebbe sette eresie: solo ora i firmatari ne hanno dato notizia non avendo ricevuto dal Papa alcuna risposta.
L’IPOCRISIA – Appare subito un primo aspetto di ipocrisia, in quanto la lettera è motivata dall’ amore filiale che ha indotto i firmatari del duro attacco a suggerire al Pontefice una “correzione da figli fedeli addolorati per come si stanno mettendo le cose”.
Come dire, “caro papà, ti sei sbagliato: per evitare che tu perseveri nell’errore ti suggeriamo, con e per amor filiale, di correggere il tuo comportamento”; il che la dice lunga sui veleni interni al Vaticano che, pure se si tenta di mitigare con le buone maniere, sempre veleni restano.
In Vaticano questo è considerato “un grave attacco, forzatura strumentale, pregiudizio, operazione contro il Papa e la Chiesa”, come ha detto il teologo Bruno Forte, che non è l’ultimo arrivato, ma il Segretario speciale del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, e fa seguito ad altre analoghe iniziative, non sempre evidenti, segno che a una gran parte dei conservatori cattolici le aperture di Papa Francesco proprio non piacciono; e ora non ne fanno nemmeno più mistero, anzi lo ufficializzano.
L’ENCICLICA – E’ da premettere che una enciclica (dal greco enkýklos, “in giro”, “in circolo”: Il termine deriva dal latino encyclia che significa “generale” o “circolare”) è una lettera pastorale del Papa della Chiesa cattolica, indirizzata ai vescovi e, tramite loro, a tutti i fedeli, riguardante materie dottrinali, morali o sociali.
Con esse un Pontefice riepiloga gli argomenti e i problemi di fede, di religione e di etica morale particolarmente attuali e sentiti, specialmente nei tempi correnti, e fornisce indicazioni su come affrontarli e risolverli alla luce dei sacri testi, delle evoluzioni sociali, delle esigenze civili e morali, spesso contrastanti.
E’ da considerare che il pontefice non dà, con le encicliche, disposizioni, ma solo suggerimenti che poi la struttura ecclesiastica può eseguire.
“AMORIS LAETITIA” – Questa enciclica, pubblicata il 19 marzo 2016, in occasione della Festa di San Giuseppe e del Giubileo della Misericordia, conterrebbe sette “aperture” che i firmatari considerano eretiche: fa riflettere la circostanza della presentazione della Enciclica, proprio in occasione della celebrazione del Giubileo della Misericordia, vale a dire quel sentimento di profonda compassione nei confronti del fratello che induce all’aiuto, all’accoglienza e al perdono.
L’Enciclica raccolse i risultati di due Sinodi sulla famiglia indetti da Papa Francesco nel 2014 e nel 2015, le cui Relazioni conclusive vengono in essa citate, insieme a documenti e insegnamenti dei suoi predecessori e alle numerose catechesi sulla famiglia dello stesso Papa Francesco. Tuttavia, come già accaduto per altri documenti “magisteriali”, il Papa si avvale anche dei contributi di diverse Conferenze episcopali del mondo (Kenya, Australia, Argentina…) e di citazioni di personalità significative come Martin Luther King o Erich Fromm.
Il principale argomento è il divorzio, introdotto nell’ordinamento giuridico italiano il 1° dicembre 1970, mai approvato dalla chiesa, al quale milioni di coniugi hanno fatto ricorso per essere, almeno di fronte alle leggi dello stato, liberi dal vincolo matrimoniale e poter contrarre altro matrimonio civile per ricostituire una famiglia: situazione che però non viene riconosciuta dalla chiesa cattolica.
Il paradosso, quindi, è che una coppia sposata, validamente riconosciuta dallo Stato, non è riconosciuta dalla Chiesa, per la quale quei coniugi vengono considerati concubini e vivono in uno stato di peccato, ad essi non possono essere somministrati i sacramenti, né possono esercitare le prerogative riconosciute ad altri, come, ad esempio, essere padrini di bimbi da battezzare; e a nulla vale la loro dichiarata fedeltà alla Chiesa, giacché sono considerati in stato di perenne peccato che li priva della grazia.
Si comprende, pertanto, il dramma di tante coppie risposatesi dopo il divorzio, che si professano cristiane, frequentano le funzioni religiose, hanno messo al mondo figli regolarmente battezzati, magari accedono anche ai sacramenti, ma di nascosto, lontano dalle loro parrocchie giacché, se il sacerdote conosce la loro situazione, è impedito dal poter somministrare la comunione o il perdono confessionale, o l’estrema unzione.
Con questa Enciclica Papa Francesco ha suggerito di allargare le maglie per il riavvicinamento alla Chiesa di quanti si trovano in situazioni di questo tipo, e vivono l’eterno e insanabile conflitto tra religione, fede, pratiche religiose e vita reale.
Verso queste persone Papa Francesco ha fatto notevoli aperture, dimostrando maggiore sensibilità e comprensione, ed ha proposto di abolre diversi divieti, urtando la sensibilità di prelati che si ispirano alla dottrina più ortodossa, parte dei quali hanno sottoscritto la eclatante lettera alla quale facevamo cenno all’inizio.
Chi volesse consultare l’elenco dei firmatari di tale documento potrebbe collegarsi al sito “formiche.net/blog/…/ecco- chi-sono-e-cosa-pensano-i- firmatari-della-lettera-al- papa/”, oppure al sito http://antonio-salzano. blogspot.it/.
E’ curioso constatare che una buona parte dei sottoscrittori sono personaggi, molti stranieri, pressoché sconosciuti, tranne Ettore Gotti Tedeschi, che non è nemmeno un religioso ma un banchiere, è stato Presidente dello IOR (Istituto per le Opere di Religione) dal quale nel 2012 venne rimosso perché coinvolto – insieme agli altri vertici dello IOR – in un’indagine della Procura di Roma per supposta violazione delle norme antiriciclaggio; cosa c’entri un banchiere in questioni teologiche e dottrinali rimane un mistero.
Ad ogni modo, in un prossimo articolo completeremo queste nostre riflessioni sulle presunte eresie dell’attuale papa.