scritto da Redazione Ulisseonline - 25 Agosto 2017 09:25

Istat, nel 2015 turnover negativo delle imprese: sono più quelle che cessano l’attività rispetto a quelle nate

Nel 2015 le imprese nate sono 279.132 – quasi 5mila in più rispetto al 2014 – con un tasso di natalità del 7,3%, in progressivo aumento dal 2010 (+0,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente).
Anche la mortalità d’impresa è in aumento nel 2015. Si stima infatti che le imprese cessate siano 339.955, con un tasso di mortalità pari all’8,9% (+0,2 punti percentuali rispetto al 2014).
Per il sesto anno consecutivo i processi di natalità e mortalità delle imprese hanno determinato un tasso netto di turnover negativo (-1,6%), pari a quello registrato nel 2014.

L’evoluzione dei tassi totali di natalità è esito di dinamiche convergenti a livello di macro-settore; rispetto al 2014 la natalità cresce in tutti i macro-settori, soprattutto nel Commercio (+0,3 punti percentuali). L’evoluzione dei tassi di mortalità presenta invece dinamiche parzialmente divergenti: tra il 2014 e il 2015 la mortalità aumenta in misura contenuta nell’industria in senso stretto (+0,1 punti percentuali), con maggiore intensità negli Altri servizi (+0,6 punti percentuali) mentre diminuisce leggermente nel Commercio (-0,1 punti percentuali). Per le Costruzioni il tasso di mortalità rimane invariato all’11,3%.Nel comparto dell’Industria, i tassi di natalità e di mortalità sono inversamente correlati al livello di intensità tecnologica dei settori.

Nel 2015 i settori a bassa tecnologia (LOT) presentano tassi di natalità e mortalità al di sopra della media del comparto (rispettivamente 5,5 e 6,9%); viceversa con il 3,3% di natalità e il 4,5% di mortalità quelli ad alta tecnologia si attestano al di sotto della media. Situazione opposta nei Servizi: i settori ad alto contenuto di conoscenza (HITS) registrano tassi di natalità pari al 10,2%.

Tra il 2014 e il 2015 la natalità delle imprese aumenta soprattutto nel Mezzogiorno dove si registra il tasso di natalità più alto (8,8% nel 2015). Più contenuti gli aumenti nelle altre ripartizioni: nel Nord-Ovest si passa da 6,5% del 2014 a 6,6% del 2015, nel Nord-Est da 5,8 a 5,9% e nel Centro da 7,7 a 7,8%.

Dopo la ripresa del 2014 la capacità di sopravvivenza delle nuove imprese cresce anche nel 2015: fra le nate nel 2014, alla fine del 2015 l’80,0% è ancora in attività (+3,2 punti percentuali sul 2014). L’aumento della sopravvivenza riguarda tutti i macro-settori ma è superiore alla media nazionale solo negli Altri servizi (+3,7%).

A cinque anni dalla nascita, le imprese nate nel 2010 occupano circa 317 mila addetti, contro i 374 mila che avevano nell’anno di nascita. Ciò determina un calo di occupazione del 15,3%. Solo nell’Industria in senso stretto la nuova occupazione attivata dalle imprese sopravviventi al 2015 riesce a superare la perdita di addetti delle imprese in uscita (+15,5% rispetto al 2010). Tutti gli altri macro-settori registrano un calo occupazionale che va dal 12,2% del Commercio, al 15,9% degli Altri servizi fino a oltre il 37% delle Costruzioni. (fonte ISTAT)

 

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.