Quest’aforisma è stato attribuito a più di una personalità politica, tra i quali Giovanni Giolitti (che governò l’Italia dal 1892 (primo governo Giolitti) al 1921 (caduta dell’ultimo governo Giolitti), e a Benito Mussolini; ma sembra che non siano stati i soli.
E gli episodi che giustificano quest’aforisma sono innumerevoli, l’ultimo e ciò che è accaduto a Torino sabato 10 giugno, dopo appena una settimana dal triste sabato precedente allorquando, non si è ancora capito bene per quale motivo, durante un raduno in Piazza San Carlo per assistere alla proiezione su maxischermo della partita di calcio della finale di Champions, 1527 persone sono rimaste ferite, la maggior parte su cocci di migliaia di bottiglie vendute da ambulanti abusivi.
Ebbene, nonostante quell’episodio e le rigide regole che, finalmente, l’Amministrazione cittadina, la Prefettura e la Questura hanno emanato, tra l’altro con il divieto esplicito di vendita di alcolici o altro in bottiglie di vetro dalle ore 20 alle ore 6, il sabato successivo, in Piazza Santa Giulia, San Salvario, piazza Vittorio Veneto e Vanchiglia, stessa città, cuore della movida cittadina, sono state “tranquillamente” vendute migliaia di bottigliette di vetro contenenti alcolici, e non solo da locali pubblici, ma anche da innumerevoli ambulanti, che hanno agito indisturbati sotto gli occhi delle telecamere, che hanno poi diffuso i filmati in rete.