Sembrerebbe, ma il condizionale in questo caso è più che d’obbligo, che tutti i maggiori partiti stiano convergendo verso una legge elettorale che si richiama al sistema tedesco. Pd, M5S, Lega Nord e Forza Italia, pare che siano d’accordo, a grandi linee, per una legge elettorale fondata sul proporzionale con lo sbarramento per i partiti più piccoli al 5%.
Detta così, questa convergenza politica fra i partiti appare assai generica e approssimativa. Il sistema tedesco, infatti, ha delle specificità che difficilmente saranno riprese nell’eventuale nuova legge elettorale italiana. Innanzi tutto, il sistema tedesco prevede due distinte schede, una in cui si volta il candidato l’altra i partiti, ci sono i collegi uninominali, e così via. Di sicuro, del sistema tedesco verrà preso qualcosa, ma molte saranno le modifiche e non pochi gli adattamenti. L’auspicio è che non venga fuori un altro papocchio, qualche altro mostro tipo il porcellum o l’italicum, entrambi largamente bocciati dalla Corte Costituzionale.
Il rischio c’è, ma oggi è troppo presto per esprimere delle valutazioni, essendo tutto in alto mare e nel bel mezzo di una tempesta di ipotesi di lavoro.
Ad ogni modo, di positivo c’è la convergenza dei maggiori partiti per arrivare ad una nuova legge elettorale che dia la possibilità di andare al più presto al voto. E la cosa, oltre che necessaria, non è di poco conto.
Per il resto, di positivo non sembra esserci altro, anzi. C’è da dire, infatti, che con il proporzionale ci sarà un ritorno al passato, con l’impossibilità, quasi certa, di avere governi il più possibilmente omogenei e ragionevolmente stabili e duraturi. Piuttosto, la certezza sarà un’altra, e cioè che per formare un nuovo governo dopo il voto dovranno necessariamente allearsi forze, almeno all’apparenza, politicamente poco omogenei fra loro.
Per dirla tutta, se i voti reali che usciranno dalle urne delle prossime elezioni politiche saranno più o meno simili alle attuali indicazioni di voto espresse dagli italiani negli ultimi sondaggi, è assai probabile che il Pd di Renzi per formare un governo non potrà fare altro che allearsi con Forza Italia di Berlusconi. Difficile che possano essere altre soluzioni se non un ritorno immediato ad un nuovo voto.
In conclusione, piaccia o no, e a prescindere da chi andremo a votare alle politiche (almeno per quelli che ai seggi elettorali almeno si recheranno), il prossimo governo sarà il risultato di un’alleanza Renzi-Berlusconi. Lo chiameranno governo delle larghe intese o in qualche altro modo, ma la sostanza non cambierà.
Si accettano scommesse. (foto Angelo Tortorella)
29 maggio 2917 – By Nino Maiorino – Qualche breve considerazione “a caldo”. 1) Ora la Germania esporta all’Italia anche la sua legge elettorale. A me sta bene, in qualche occasione provocatoriamente ho detto che il nostro paese, per salvarsi, deve essere amministrato dalla Merkel, almeno ora abbiamo la legge elettorale tedesca (se sarà vero!). 2) Ma tutti quei partiti che ora confluiscono sulla nuova proposta di legge elettorale, com’è che ora si trovano così concordi? La cosa non mi è chiara e un poco mi puzza. Ma vuoi vedere che alla fine si tireranno indietro e andremo a votare con i “papocchi” attuali? 3) Non capisco che senso abbia andare a votare con pochi mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura. Tutto sommato Gentiloni, con notevole stile e serietà, sta facendo bene; perché mandarlo a gambe all’aria sei mesi prima della scadenza?