Cava, dalla rete di associazioni per l’accoglienza dei migranti espressa la solidarietà a padre Giacomo Santarsieri
“La rete delle associazioni cavesi per una città accogliente e solidale, lette le dichiarazioni dell’avv. Alfonso Senatore pubblicate sul giornale Cronache del Salernitano sulla esperienza di accoglienza di ragazze migranti in atto,in una struttura dei frati cappuccini in Cava de’ Tirreni, esprime la propria solidarietà e sostegno a padre Giacomo a tutti gli operatori ed alle ragazze ospitate”.
Principia così la nota stampa della rete delle associazione di Cava de’Tirreni, diffusa nella giornata di ieri, in risposta alle affermazioni dell’avvocato Senatore circa l’allontanamento dalla casa di accoglienza presso il Convento dei Cappuccini di Cava de’ Tirreni di alcune donne nigeriane in quanto dedite alla prostituzione e alla successiva secca smentita del rettore del Convento padre Giacomo Santarsieri.
“Nel contempo -si legge infatti nella nota- denuncia la gravità di tali dichiarazioni in particolare l’argomentazione non veritiera a corredo di esse, così come si evince dalla forte smentita dello stesso padre Giacomo. Giungere a tanto dimostra ancora una volta come si tende sempre di più a creare un clima avverso al dovere morale e umano di accogliere quanti vivono il dramma della fuga e dello sdradicamento dalle proprie terre a causa di guerre e povertà insostenibile”.
“In questo modo -prosegue- si creano solo paure che impediscono di comprendere e gestire una realtà che ormai richiede la capacità di agire e non di erigere muri che sono destinati a sgretolarsi , perché il mondo cambia e bisogna avere ragione e coraggio per affrontare il cambiamento”.
“Come rete per una città accogliente -conclude la nota- saremo in prima fila per far vivere valori di alterità, di accoglienza nella dignità e integrazione,ritenendo un valore la convivialità delle differenze. In tal modo contiamo anche di isolare nella pubblica opinione chi, senza un minimo di rispetto verso quanti operano per far vivere esperienze concrete di vicinanza a chi è escluso e soffre cerca di creare solo un clima di paura e rigetto”.