Quando, qualche anno addietro, Umberto Eco disse che la rete ha dato diritto di parola anche agli imbecilli, ci fu chi lo criticò, tacciandolo di essere saccente, razzista e via dicendo.
Purtroppo, i fatti dimostrano ogni giorno quanto fosse saggia la constatazione del grande semiologo, filosofo e scrittore italiano, visto le falsità che circolano in rete, le quali, da tanta parte della popolazione, vengono considerate verità indiscussa; e alla rete si sono aggiunte altre fonti di informazioni, prima di tutte la TV, poi radio, giornali eccetera.
La falsità di tante informazioni è ancora una volta dimostrata, qualora ci fosse stata necessità di conferma, dalla attuale diatriba sui vaccini i quali, nel mentre vengono difesi da tutti gli organi istituzionali, vengono quotidianamente attaccati da tanti, anche medici o pseudo tali, i quali terrorizzano la popolazione con informazioni parziali e settarie che, considerata la delicatezza della materia, cadono come macigni sulle masse ignoranti e suggestionabili, al punto da spingere tanti genitori a rinunciare ai benefici dei vaccini, sensibili solo ai rischi, peraltro minimi, che essi possono comportare.
Ma, in sostanza: i faccini fanno bene o fanno male? Sono utili per prevenire malattie e portare quindi benefici alla popolazione, oppure sono utili solo alle case farmaceutiche che li producono, e, oltre a procurare danni alla salute, danneggiano anche le finanze statali? Cosa dice la scienza in proposito?
Una recentissima e lunga intervista concessa da uno dei luminari mondiali della virologia, il prof. Giulio Tarro (nella foto), “figlio scientifico” di Albert B. Sabin (il virologo polacco che predispose il vaccino contro la poliomielite) come egli stesso ci tiene a ricordare, sgombra il campo da disinformazioni e illazioni, portando un messaggio di chiarezza sulla delicata materia, nella quale, con molta incompetenza, si sono inseriti anche i partiti politici, come dimostrano le recentissime polemiche fatte da alcuni di essi a seguito di una pseudo indagine fatta dal programma televisivo “Report” che, per la sua ampia “audience”, si sta dimostrando deleterio e non solo in questo frangente.
Con l’intento di fare chiarezza e tranquillizzare i nostri lettori riportiamo parte della intervista.
Il prof. Tarro è stato “tranchant” in proposito: “No agli allarmismi -ha detto- per quanto riguarda l’incidenza della meningite da meningococco la vaccinazione viene raccomandata per tassi epidemici maggiori di 10 casi per 100.000 abitanti per anno”. Precisando poi che si verifica un caso di meningite su un milione di abitanti, mentre si verificano 50-100 casi di danni per incidenti stradali.
“Le meningiti -spiega Tarro- sono infiammazioni delle meningi cerebrali e/o midollari per lo più infettive, ma anche tossiche. Quelle infettive sono causate da diversi agenti microbici, dai virus ai batteri includendo anche la meningite tubercolare. … Le meningiti virali insorgono nel corso di malattie da virus erpetici, quelle batteriche provengono da focolai vicini (otiti, sinusiti, altro) o per via ematica. … Il decorso può essere acuto, subacuto o cronico e la sintomatologia si presenta nella forma classica con febbre spesso elevata dopo una incubazione di due-quattro giorni, rigidità nucale, arti inferiori a canne di fucile, forte male di testa (cefalea), ipersensibilità cutanea accentuata, dermografismo, talvolta convulsioni e paresi dei nervi cranici e degli arti”.
E continua: “Assume importanza la ‘diagnosi precoce’ perché l’infiammazione delle meningi porta a danni del SNC (sistema nevoso centrale – ndr) ed a compromissione del cuore e dei reni. Le forme batteriche delle meningiti, se diagnosticate in tempo e curate precocemente, si concludono con la guarigione, mentre quella da pneumococco è la più pericolosa perché a decorso più rapido. … Il contagio avviene per via orale da tosse e starnuto del vicino, uso degli stessi bicchieri, posate, fazzoletti. I locali chiusi delle comunità, scuole o luoghi di lavoro, mezzi di trasporto affollati rappresentano l’ambiente di trasmissione del microbo. … La malattia colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni, quindi adolescenti e giovani adulti (17-22 anni) e persone anziane da 65 anni in poi”.
Sui piani delle vaccinazioni il Professore Tarro ha precisato: “Nei primi mesi della nascita è consigliata la vaccinazione per il tipo C di meningococco, responsabile del 50% degli episodi di meningite. L’altro tipo di vaccinazione viene somministrata sopra i due anni nei riguardi del secondo tipo di vaccino anti meningococcico (il tetravalente tipi C, A, W 135, Y). La vaccinazione dura per 3-4 anni e quindi andrebbe ripetuta con un richiamo ogni 3-4 anni per mantenere alta la risposta anticorpale; la via è quella sottocutanea. Esiste oggi anche un terzo tipo di vaccinazione antimeningococcica quella per il tipo B che viene effettuata per via intramuscolare ed in USA è consigliata sopra i 9 anni, perché prima potrebbe dare effetti collaterali neurologici”.
E infine: “ Il nuovo piano nazionale, oltre le vecchie vaccinazioni (contro difterite, tetano, polio, epatite B, Hib, pertosse, pneumococco, morbillo, parotite, rosolia, meningococco C nei nuovi nati, HPV nelle ragazze undicenni e influenza nei soggetti di età da 65 anni in poi), introduce le vaccinazioni anti-meningococco B, anti-rotavirus e antivaricella nei nuovi nati, estende la vaccinazione anti-HPV ai maschi undicenni, introduce la vaccinazione antimeningococcica tetravalente e il richiamo anti-polio con IPV negli adolescenti; prevede le vaccinazioni anti-pneumococco e anti-Zoster nei sessantacinquenni”.
In una intervista del 1993 ad Albert B. Sabin, il celebre virologo ebbe a dire: “… io ho creato il vaccino che ha eliminato la poliomielite; il resto è confusione di voi giornalisti.”
Sabin aveva detto bene: il resto è solo confusione.