Cava, l’IIS Della Corte-Vanvitelli apre un forum con gli allievi per il 60° anniversario dei Trattati di Roma
In occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma l’IIS Della Corte-Vanvitelli, con i suoi docenti, apre un forum con gli allievi che si preparano ad affrontare gli esami di stato. Alla presenza della D.S. Prof.ssa Franca Masi, i professori Gambardella, Roma, Diletto, Avagliano e Barrella ripercorreranno le tappe che hanno condotto alla formazione dell’Unione Europea. Si parlerà delle strutture dell’UE, di cosa è cambiato in tutti questi anni, delle opportunità formative in Europa. Ma ci si interrogherà anche su temi importanti: cosa succederà in futuro, anche alla luce della Brexit? Si riuscirà a garantire ancora la pace, in un momento in cui si parla di alzare muri ? Dove siamo arrivati e dove possiamo arrivare?
Dopo l’eliminazione delle barriere e dei muri che dividevano le Nazioni europee, l’obiettivo dei sei Paesi che il 25 marzo 1957 hanno dato il via a questa grande avventura ( e che poi nel corso degli anni sono diventati 27) è stata la Pace, la solidarietà e il riconoscimento della sovranità dei cittadini. Un paradigma rovesciato, rispetto alla storia che noi conosciamo!
In questi sessant’anni noi, nativi europei, abbiamo imparato a conoscerci, a collaborare, a riconoscere un’autorità sovranazionale, che non annulla le identità dei singoli popoli e Nazioni. E il motto dell’Unione europea “Unita nella diversità”, vuole proprio indicare come, attraverso l’UE, gli europei siano riusciti ad operare insieme a favore della pace e della prosperità, mantenendo al tempo stesso la ricchezza delle diverse culture, tradizioni e lingue del continente.
Ma oggi un vento gelido attraversa il vecchio continente con tensioni inedite. La Brexit, con l’addio del Regno Unito, sembra una pagina triste che impone un riposizionamento culturale anche davanti al fenomeno dei rifugiati e degli immigrati. Nel giorno della festa dell’Europa la domanda alla quale si proverà a dare una risposta sarà: il sogno dell’Europa, dell’accoglienza e della comunanza, è davvero al tramonto o bisogna rinverdire il percorso ideale con nuovi strumenti e nuove modalità di partecipazione?