scritto da Eugenio Ciancimino - 01 Dicembre 2016 12:35

SVALUTATION Referendum: al voto contro allarmismi e narcisismi

Fra tre giorni si vota. Il segno sul “Si” o sul “No” riguarda la riforma costituzionale, ma vale anche per misurare lo stato di salute del Governo Renzi. Su un solo voto si incrociano o si sommano due scelte come per le promozioni dei supermarket: paghi uno e prendi due.

La similitudine non vuole essere una irriverenza verso la politica; scaturisce dai toni della campagna elettorale condotta e vissuta sulle parole, con molti insulti e pochi pensieri. Così si porta appresso una montagna di strascichi difficile da scalare dopo l’apertura delle urne. Essi sono identificabili nelle rotture interne al Pd, il partito del quale è leader Matteo Renzi, Capo del Governo; nella presenza di identità inconciliabili nel raggruppamento cosiddetto di centro-destra; nella presunta immaturità del Movimento 5 Stelle.

In questo panorama di schizofrenia italica si inseriscono le offerte di tutorial al voto per il “Si” o per il “No”, a prescindere dai contenuti della riforma, venute dai portavoce della finanza internazionale, tra i quali spiccano i londinesi  “Economist” e “Financial Time”.

Si capiscono le difficoltà degli elettori ad esprimere un voto pertinente e consapevole e degli attori politici a dare un senso ai risultati che usciranno dalle urne. Comunque vada, gli attuali equilibri salteranno con o senza il bicameralismo paritario, perché il vero quesito riguarda la permanenza di Renzi alla conduzione del Governo.

Le certezze che al momento si profilano all’orizzonte sono il tutorial preannunziato da Mario Draghi per calmierare eventuali turbolenze finanziarie ai danni del nostro paese e l’opera di persuasione in cantiere al Quirinale per contenere le asprezze  della caccia al voto nell’alveo della dialettica democratica nella quale si riconosce la cittadinanza politica delle parti in competizione.

Sono questi i dati rassicuranti per un elettorato frastornato e tentato da disimpegni. Come dire che non c’è giustificazione per disertare il voto. Al di là degli allarmismi di maniera, delle legittime proteste e dei narcisismi dei leader di turno.

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