scritto da Redazione Ulisseonline - 21 Novembre 2016 09:21

Vietri, Carlo Pisacane e la spedizione di Sapri raccontati dal professr Carmine Pinto alla Congrega Letteraria

Di Carlo Pisacane e della spedizione di Sapri ha parlato in modo approfondito il professor Carmine Pinto, docente di Storia Contemporanea del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Salerno, autore di numerosi saggi e monografie,  considerato uno dei massimi studiosi contemporanei dell’800, durante il sesto degli “Incontri di Cultura” de “la Congrega Letteraria”, che si tengono presso l’Oratorio dell’Arciconfraternita SS. Annunziata e SS. Rosario di Vietri,  organizzati dal Direttore Artistico della manifestazione, il  professor Antonio Gazia, insieme ad Alfonso Vincenzo Mauro e Francesco Citarella. Il professor Gazia ha introdotto la relazione del professor Pinto spiegando il senso della spedizione di Sapri e commentando la poesia di Luigi Mercantini: “La Spigolatrice di Sapri”, che è stata recitata, con grande coinvolgimento emotivo, da Barba Tesauro. “E’ stata una testimonianza e un valido esempio di formazione per generazioni di giovani italiani rispetto all’epopea del Risorgimento Italiano” ha spiegato il professor Gazia.

Il professor Pinto ha spiegato il motivo che portò a organizzare la spedizione di Sapri; ciò che rappresentò nella storia del Risorgimento italiano e il mito di Carlo Pisacane. “ La spedizione di Sapri fu un’impresa disperata. In termini politici rappresentò l’ultima impresa di Mazzini e non di Carlo Pisacane che era un dirigente politico di un certo peso all’interno del movimento unitario: era un ex ufficiale del Genio Militare Borbonico che, per una vicenda sentimentale con Enrichetta Di Lorenzo, una donna sposata e con diversi figli, disertò l’esercito borbonico fuggendo da Napoli con lei.   Continuò a fare il militare arruolandosi nella “Legione Straniera” in Algeria. Quando iniziò la grande rivoluzione del 1848, si rese conto che poteva essere la grande occasione. Si dimise dalla “Legione Straniera” e raggiunse la Lombardia, dove guidò un piccolo reparto di volontari. Dopo varie vicissitudini, nel 1849 Pisacane si presentò, a Roma, a Mazzini, un uomo che sapeva gestire il potere e gli uomini, che lo nominò Ministro della Guerra. All’interno del movimento nazionalista italiano, Pisacane acquisì una certa notorietà.   Fallita “La Repubblica Romana” Pisacane, come Mazzini e gli altri, riuscì a fuggire vivendo poi in esilio”.

Il professor Pinto ha spiegato che il più grande regista della storia italiana fu Cavour:”  Come Fellini, riuscì a dirigere tutti i personaggi del nazionalismo italiano. Utilizzando tutti questi “grandi attori” riuscì a realizzare l’unificazione italiana. La spedizione di Sapri fu la sfida di Mazzini alla monarchia sabauda e al Conte di Cavour; fu l’ultimo tentativo da parte  di Mazzini di conquistare una leadership nel movimento nazionalista italiano, sfidando la leadership politica che il Conte di Cavour, il nazionalismo moderato e la monarchia sabauda avevano, di fatto, conquistato. La spedizione di Sapri, si dimostrò una follia perché era l’espressione di una parte minoritaria del nazionalismo italiano; tutti erano contro, compreso lo stato maggiore della sinistra: Garibaldi, Bixio, Musolino, la consideravano una pazzia. La spedizione durò meno di una settimana. Il gruppo di Pisacane s’imbarcò a Genova su un piroscafo di linea che doveva arrivare a Tunisi. Se ne impossessarono e lo dirottarono a Ponza dove trovarono alcune  centinaia di poveri disgraziati che il Re aveva fatto relegare, militari in punizione e qualche criminale. Liberò 300 persone dopo aver ucciso un ufficiale borbonico. Sbarcarono tra Sapri e Vibonati e tentarono di organizzare la rivoluzione delle province e marciare su Napoli.  Arrivati a Padula  furono assaltati dalla Guardia Urbana e dalla Gendarmeria che li sconfisse in un paio d’ore. Con una sessantina di uomini Pisacane cercò di fuggire verso Sanza dove, quelli che non riuscirono a scappare,  furono massacrati dalla Guardia Urbana ed anche dalla popolazione locale”.

Nonostante tutto, la  storia della Spedizione di Sapri  si trasformò in un mito:” Perché la storia della Spedizione di Sapri è una storia romantica per eccellenza. Pisacane è diventato un mito alla sua morte. L’esperienza più disastrosa della storia del Risorgimento italiano ha fatto diventare Pisacane e quelli che lo avevano seguito nella spedizione degli eroi. Pisacane è diventato l’eroe romantico per eccellenza. Nel 1864, il deputato Nicotera fece realizzare la statua di Pisacane che è  nella Villa Comunale di Salerno”.

Alla serata ha partecipato un trio d’archi composto da  Laura D’Angelo, Giovanna Serretiello, e Carmen Armenante, dell’associazione “Estate Classica”, diretta dalla professoressa Nella Pinto, che hanno  mirabilmente eseguito  tre brani del repertorio classico napoletano.

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