scritto da Nino Maiorino - 03 Novembre 2016 08:48

LA FINESTRA SUL CORTILE L’inferno del traffico urbano cavese e il buco per Maiori

Caro Sindaco Servalli, è direttamente a te che oggi voglio rivolgermi per descriverti l’inferno cavese che noi cittadini viviamo quotidianamente a causa dell’intenso traffico autoveicolare e dei conseguenti intasamenti e delle lunghissime code che in più giorni della settimana, e in diversi orari, attanagliano la città.

Io, come tanti altri, “povero” cittadino delle periferie, soffriamo profondamente questo grandissimo disagio in quanto, essendo costretti a utilizzare le auto per venire al centro e andare in giro per commissioni varie, non possiamo fare a meno dell’autovettura, salvo, poi, a dannarci l’anima e roderci il fegato allorquando, incolonnati nelle interminabili file, malediciamo il momento in cui siano venuti ad abitare a Cava o quello in cui abbiamo deciso di fare le varie commissioni utilizzando l’auto.

Io abito in quel di Pregiato, alla Via De Filippis, come ben sa il tuo ineffabile Vice, al quale qualche anno fa mi rivolsi per tentare di risolvere un (per me) grave disagio derivante dall’inopinata allocazione di un bidone della spazzatura, improvvisamente spostato da un angolo nel quale non dava fastidio a nessuno e portato dinanzi al mio cancello in maniera da dare fastidio ad una settantina di  famiglie che, come me, vivono nel parco dove abito.

Ebbene l’altro ieri, all’incirca alle ore 11 del mattino, mi sono diretto, con la mia “pandetta”, verso il ponte di Pregiato, vale a dire Via dei Fabbri; però, giunto nei pressi dell’incrocio, mi sono trovato imbottigliato in una lunga fila di auto che mi precedevano e mi seguivano, ferme per la lunghissima fila di auto bloccata proprio in Via dei Fabbri, la quale veniva alimentata da una lunghissima fila di auto provenienti sia da Via Luigi Ferrara, sia da Via Aniello Salsano.

Un ingorgo a “croce uncinata”, come lo definiva il tassista napoletano di “decrescenziana” memoria nel libro “Così parlo Bellavista”, vale a dire un ingorgo dal quale non si può uscire se non dopo aver recitato un lungo rosario di dannazioni indirizzato puoi bene immaginare a chi.

E non è che, se avessi avuto l’ idea di andare verso il centro, vale a dire verso Via Atenolfi, la situazione sarebbe stata diversa; altro ingorgo a “croce uncinata” all’incrocio tra Via De Filippis, Via Atenolfi e Via Francesco Carillo, per lunghe file di auto che venivano dappertutto, complice anche l’intasamento che si verifica all’uscita di Via Atenolfi, sul “famosissimo fagiolo”, come ebbe a definirlo l’ineffabile ing. Caselli allorquando mi illustrò, anni addietro, l’uscita del trincerone/sottovia lato stazione FF.SS.; e allorquando gli esternai la mia perplessità sull’ingolfamento delle auto proprio all’incrocio con Via Atenolfi, mi guardò stupito assicurandomi che nessun intasamento ci sarebbe stato: come quotidianamente c’è.

Non ti dico, caro Sindaco, cosa ho trovato, quando, superata la “croce uncinata”, mi sono immesso sulla Via XXV Luglio con l’intenzione di andare verso Nord (lato Napoli): la fila di auto partiva da Piazza San Francesco e arrivava fino al Centro Commerciale Cavese tant’è che, per giungere alla rotatoria del casello autostradale, ho impiegato più di un’ora: “lento-pede”, meglio “lento ruota” (ma si può dire?).

Insomma, per non portartela alla lunga, per fare “un momentino” il giro di Cava per qualche acquisto a Conad di Corso Mazzini, ho impiegato circa tre ore giacché al ritorno, avendo deciso di non immettermi più nell’inferno di Via XXV Luglio, mi sono trovato nell’inferno di Corso Mazzini, Viale Marconi e, poi, in quello di Via XXV Luglio, ma al contrario (direzione San Francesco)!

Ovviamente dei “solerti” VV. UU. nemmeno l’ombra, né di vigili in pantaloni o gonnella e nemmeno di auto! Non che la loro presenza potesse risolvere il problema traffico, ma sai, vedere, ogni tanto, un Vigile in strada può far piacere, ti aiuta, almeno psicologicamente, a sopportare le “pene di quell’inferno” e pensi che anche i Vigili, in fin dei conti, sono esseri umani, pur’ essi vittime di una situazione che, almeno questa, non hanno creato loro!

Caro Sindaco, veniamo al dunque; oggi si fa un gran parlare di progettare  una galleria di collegamento tra Cava e Maiori, e anche nell’ultimo Consiglio comunale se n’è parlato e discusso lungamente, e anche la minoranza, che tu “tieni fatta”, l’ha appoggiato; lungi da me, e da tutti i “lungimiranti” come me, il volerti distogliere, visto che un buon amministratore deve “pensare in grande” come ha fatto De Luca a Salerno; e fai bene a pensare così!

Ma “pensare in grande”, ai grandi futuri progetti non significa non “pensare anche in piccolo” al completamento di quelli già in corso e, nello specifico, allo sviluppo che deve obbligatoriamente avere il trincerone/sottovia che deve portare il traffico lontano da Cava, vale, a dire dal “fagiolo” di Caselli verso Nocera Superiore; era stato uno dei tuoi impegni durante la campagna elettorale, e oggi, da Sindaco, devi onorare quell’impegno anche per dimostrare che non è vero che la grande opera realizzata (trincerone/sottovia) non è servita a niente se non ad aumentare disagi per traffico e inquinamento, come tanti detrattori e critici avevano detto prima e stanno dicendo ora.

Solo la conclusione di quest’opera potrà liberare la città dall’Inferno Cavese nel quale rischia di morire.

Caro Sindaco Servalli, non lasciarci morire in quest’inferno. (foto Angelo Tortorella)

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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