L’Italia è sempre meno competitiva per fare impresa e scende al terzultimo posto tra i paesi membri dell’Ue, precedendo la Grecia e Malta.
Lo certifica, secondo un resoconto AGI, la Wold Bank nel rapporto Doing Business per il 2017. I parametri presi in considerazione riguardano i tempi della burocrazia, l’accesso al credito ed all’energia, il sistema fiscale e la protezione dei diritti di proprietà. Dalla radiografia redatta dalla Banca Mondiale emerge che “le migliori performance sono, in media, associate con livelli più bassi di diseguaglianza sociale e quindi a una ridotta povertà e maggiore prosperità” e si riscontrano a fronte di “regole condivise e facili da seguire”.
Proprio quest’ultime “sono un segno” di come i governi trattano “i propri cittadini con rispetto, generando benefici economici diretti, più impresa, più opportunità per le donne, più aderenza allo stato di diritto”.
Lo sottolinea il Capo economista della WB, Paul Romer, come un sorta di avvertimento per gli esecutivi la cui capacità di governare si misura anche sul modo come si “riesce a trattare i propri cittadini”. Sembra quasi un monito per la classe dirigente italiana che si dibatte su riforme, la cui efficacia è da dimostrare, mentre non è scontato il consenso che gli elettori sono chiamati ad esprimere il 4 di dicembre per uno dei due schieramenti impegnati a beccarsi come i due polli di Renzo resi famosi da Alessandro Manzoni nei Promessi sposi.
Per i loro protagonisti si presta come spunto sia letterario che artistico la contesa del consenso intrecciando balletti al ritmo: “chi non becca e non mi vota, antipolitico è!”