scritto da Nino Maiorino - 19 Ottobre 2016 15:32

LA FINESTRA SUL CORTILE La mancata svolta buona di Servalli & C.

Quando Vincenzo Servalli, a metà giugno 2015, vinse il ballottaggio con l’altro candidato sindaco Marco Galdi con il 60,59% (pari a 13.859 voti) contro il 39,41% (pari a 9.015 voti), ai cittadini cavesi, quelli che lo avevano votato e anche gli altri, sembrò il buon segno di una svolta amministrativa rispetto al finto attivismo del Sindaco bocciato.

D’altronde, Enzo Servalli aveva impostato la sua campagna elettorale con il motto “La svolta buona” e questo slogan certamente aveva contribuito a convincere gli elettori incerti, comunque delusi dai risultati del quinquennio Galdi, i quali avevano confidato che quel motto non fosse solo uno slogan ma il titolo di un capitolo, o meglio di un libro che Servalli aveva abbozzato durante la campagna elettorale e che, ad elezione avvenuta, doveva tramutare in attività per il benessere della città.

E i primi atti dell’Amministrazione di Enzo Servalli sembrarono mantenessero fede alle promesse ed al programma tracciato: una frenetica attività finalizzata prevalentemente a ridare alla città, specialmente alle zone centrali e delle immediate periferie, che erano state abbondantemente trascurate dal suo predecessore, un aspetto decoroso, degno di una città moderna e civile: aiuole, fontane, pulizia dalle erbacce, potatura degli alberi, rifacimento della segnaletica, delimitazione delle aree di sosta e parcheggio.

Un attivismo che fece ben sperare per i successivi e più incisivi interventi per la soluzione dei problemi endemici di Cava, quali il traffico, la sicurezza, le opere pubbliche, i rifiuti; problemi la cui soluzione comportava il ripristino del controllo del territorio, dei lavori del trincerone e del sottovia, il radicale intervento sul Corpo della Polizia locale, l’impulso alla realizzazione di altre opere pubbliche che ridessero fiato alla esausta economia cittadina e riaccendessero la speranza dei cavesi privi del lavoro e che, a causa anche della crisi nazionale, languivano tra disoccupazione, precariato, e magari lavoro nero.

Oramai sono trascorsi 16 mesi dalla elezione del sindaco Servalli e le aspettative della cittadinanza sembrano in larga parte deluse.

All’attivismo iniziale della cura dell’immagine della città, sembra si sia sostituita la precedente “routine”, e l’originario impulso alla cura almeno delle zone centrali e delle immediate periferie sembra si sia esaurito. Basta girare per le strade per rendersi conto che quell’immagine alla quale Servalli e tutti i cavesi tenevano sembra oramai un lontano sogno, naufragato tra immondizia accanto ai cassonetti spesso ricolmi e trascurati, erbacce che non sempre vengono estirpate, marciapiedi del centro sui quali vari esercizi commerciali sparpagliano la loro mercanzia senza alcun criterio né ritegno.

Insomma, una diffusa illegalità dove soprattutto la Polizia locale, ma non solo, sembra assente e/o soccombente.

Debbo purtroppo dare atto a chi da tempo lo sosteneva, anche con espressioni al limite dell’ingiuria, che la “svolta buona” non solo non c’è stata, ma non se ne vede nemmeno l’inizio. E questo dispiace ancor più per chi, come chi scrive, in Servalli ha creduto e l’ha votato.

Non vorrei che l’Amministrazione Servalli, andando di questo passo (Adelante, Pedro, con juicio, di manzoniana memoria) diventasse il duplicato di una precedente amministrazione, quella dell’ex sindaco Fiorillo, il quale -nel mentre a Salerno De Luca ebbe il coraggio di trascurare le beghe giudiziarie che stavano bloccando i lavori dei vari cantieri pubblici e cambiò il volto di Salerno in pochi anni-  ebbe paura di rischiare e affossò la realizzazione dell’opera più importante per la città, proprio quel trincerone e sottovia che poi il Sindaco Messina rilanciò e che oggi deve ancora essere completato.

E, in questo caso, non vale affatto il repetita iuvant. (foto Gabriele Durante)

Classe 1941 – Diploma di Ragioniere e perito commerciale – Dirigente bancario – Appassionato di giornalismo fin dall’adolescenza, ha scritto per diverse testate locali, prima per il “Risorgimento Nocerino” fondato da Giovanni Zoppi, dove scrive ancora oggi, sia pure saltuariamente, e “Il Monitore” di Nocera Inferiore. Trasferitosi a Cava dopo il terremoto del 1980, ha collaborato per anni con “Il Castello” fondato dall’avv. Apicella, con “Confronto” fondato da Pasquale Petrillo e, da anni, con “Ulisse online”.

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