scritto da Eugenio Ciancimino - 11 Ottobre 2016 11:08

Il referendum oltre le suggestioni apocalittiche

Il voto sul referendum del prossimo 4 dicembre ha poco di apocalittico per il cittadino comune o se si vuole per l’uomo qualunque, che è espressione più appropriata per identificare chi vive la propria quotidianità personale, associata o comunitaria, senza clamori né ribalte.

Riguarda gli uomini del palazzo e se ne comprendono le preoccupazioni in funzione dei diversi scenari politici che il “si” o il “no” potranno determinare per la formazione del Parlamento.

Non a caso nel confronto tra i due schieramenti ricorrono, con frequenza, riferimenti, estranei al voto referendario, connessi alla legge con cui si andrà a votare al prossimo appuntamento elettorale. Si discute anche su meccanismi in grado di bilanciare le conseguenze del bicameralismo che non muore, ma passa da “perfetto” in “imperfetto”. Ad agitare il sonno delle élite della politica è lo spettro dell’Italicum o di un suo surrogato la cui attuazione favorirebbe una oligarchia e scapito della sopravvivenza di altre oligarchie in cerca di nuovi posizionamenti consociativi e/o alternativi. Perciò, si spiegano, né fanno scandalo, il dissenso all’interno del PD, il cambio di vedute di chi si è già espresso in sede parlamentare e la eterogeneità di culture convergenti sul “si” o sul “no”.

Si può dire che nella chiave di lettura dei rispettivi pronunciamenti pro o contro, finora registrati dai media, ci sono più motivazioni di contingenza politica che riflessioni sulle necessità di aggiornamento di un sistema di rapporti tra forze politiche e funzioni legislative e di governo, concepito 70 anni fa. Non è populistico ricordarlo, ma per completezza di informazione va detto che ci ha provato già il centro-destra di Silvio Berlusconi, la cui bocciatura alla prova referendaria ha segnato l’inizio della fine di una egemonia politica ed elettorale, senza particolari rivolgimenti per la vita reale degli italiani.

A distanza di dieci anni ci sta riprovando il centro-sinistra di Matteo Renzi. Sia pure con contenuti diversi, resta in gioco la credibilità del leader piuttosto che del sistema Italia, al di là delle suggestioni apocalittiche.

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