Sono tutte meridionali le dieci province più permeabili all’usura, secondo il rapporto stilato dall’Eurispes. Tutte eccetto una: Parma, che risulta addirittura la numero uno in questa classifica. Seguono Crotone, Siracusa, Foggia, Trapani, Vibo Valentia, Palermo, Avellino, Catania e Caltanissetta.
Purtroppo non sorprende la presenza massiccia dei territori del Sud, stretti tra la presa della criminalità mafiosa e gli effetti più duri della crisi economica. Ma come si spiega il caso Parma? L’Eurispes ha messo a punto un metodo di calcolo sofisticato mediante l’InPut (indice di permeabilità all’usura dei territori) che incrocia 23 variabili socio-economiche. Questo indicatore consente all’istituto di ricerca di rilevare, come tendenza generale, uno spostamento verso le regioni centrali e del nord-est di livelli più elevati di permeabilità all’usura, con due picchi nel nord ovest, Aosta e Biella, legati al “perdurare dello stato di sofferenza del tessuto produttivo e sociale locale, a partire dall’inizio della crisi nel 2008”.
Il caso Parma rientra in questo filone, ma la sua eccezionalità, rispetto al quadro complessivo e alle serie storiche che riguardano la provincia, si spiega soprattutto con il fatto che l’InPut – spiega l’Eurispes – segnala anche il livello di emersione del fenomeno e quindi in sede di analisi deve essere letto facendo molta attenzione ai fatti specifici accaduti in una certa area. A Parma, infatti, si sono registrate importanti sentenze del tribunale sui reati relativi alla cosiddetta “usura bancaria”, nonché una serie di efficaci operazioni di polizia contro le infiltrazioni mafiose nel territorio, a cui va aggiunto un forte impegno dell’associazionismo locale. (fonte SIR)