Cava, amarcod: un anno con Servalli in attesa della svolta buona che non c’è stata
Sfogliando all’indietro l’album dei ricordi di un noto social network, siamo incappati in un articolo del nostro giornale di un anno esatto fa. Oggetto del servizio in questione il primo Consiglio comunale dell’Amministrazione Servalli, che si era insediata da poco più di un mese.
In clima torrido e festante, ricco di palpabile emozione e grandi attese da parte dei numerosi cittadini che erano accorsi, si tenne l’elezione del presidente del consiglio, la giovane Lorena Iuliano che, visibilmente commossa, citò nel suo discorso d’insediamento Sandro Pertini quale esempio per i giovani che si avvicinavano alla politica. A turno presero la parola giovani consiglieri e veterani dell’assise comunale; la voglia di impegnarsi per il bene della città e l’ottimismo si avvicendavano al desiderio di gettarsi alle spalle il brutto clima di veleni che per troppo tempo aveva interessato la politica cittadina.
A un anno esatto di distanza da quel giorno ci siamo chiesti cosa sia cambiato… Cosa è rimasto di quel clima entusiasta? Quali i progetti che sono andati in porto o si stanno perseguendo? L’ottimismo e la voglia di fare imperano ancora o ci si è scontrati con una verità diversa?
Abbiamo girato la domanda ad alcuni Consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione, e a qualche cittadino, per fare un raffronto tra ieri e oggi.
Un giudizio positivo, e non poteva essere altrimenti, è stato espresso dal consigliere e capogruppo PD Giuliano Galdo, che ha parlato di un lavoro portato avanti con barra dritta e spirito di sacrificio seppur le problematiche non siano mancate lungo il percorso.
“Dopo anni di divisioni intestine, si sta cercando di ritrovare il senso di comunità”, sono state le sue parole, “e in tal senso abbiamo mantenuto un dialogo sempre aperto con la minoranza, soprattutto per quel che riguarda situazioni particolarmente difficoltose e gravi come la questione dell’ospedale cittadino”. “Cava deve tornare a essere un centro aggregativo, una città accogliente che sia attrattiva per iniziative imprenditoriali e commerciali, e in tal senso ci stiamo muovendo. Esprimo invece una nota di biasimo per gli atteggiamenti di una parte dell’opposizione in alcuni frangenti, durante i quali è stata cavalcata l’onda del facile populismo e sono state portate avanti posizioni meramente strumentali”.
Paola Landi, altra consigliera di maggioranza alla sua prima esperienza ha parlato di un anno di rodaggio dove dapprincipio c’era realmente una sorta di inconsapevolezza di quello che sarebbe poi venuto. “Effettivamente si avverte un senso di pressione per il ruolo che ricopri, ma le critiche hanno sempre fatto da sprone ed ho sempre percepito da parte dei cavesi un incoraggiamento ad andare avanti e lavorare per la città. Abbiamo operato bene, soprattutto in alcuni frangenti, come la vicenda di fra Gigino, dove si è voluto fortemente far sentire il dovere del rispetto delle leggi da contrappunto a una strumentalizzazione della vicenda”.
Diverso il parere di Renato Aliberti, consigliere di minoranza e anch’egli alla sua prima esperienza negli scranni comunali. “Ho sempre ribadito la mia intenzione di fare un’opposizione basata non sull’ostruzionismo, ma che fosse utile alla città. Da parte del sindaco Servalli percepisco l’interesse a recepire i miei suggerimenti, non posso dire lo stesso per i consiglieri di maggioranza i quali, ho notato molte volte, si irrigidiscono e si chiudono alle proposte; insomma, trovo che siano troppo chiusi nelle stanze e poco aperti al dialogo”. Aliberti ha posto l’accento anche su una carenza di controlli da parte della Polizia Municipale e sul Regolamento del Centro Storico da rivedere, a suo dire, in alcune parti: “C’è una mancanza di tranquillità che non permette loro di lavorare con la giusta serenità, forse è dovuto al fatto che pare vi siano conflitti tra alcuni membri della maggioranza e non tutti abbiano lo stesso passo cadenzato di alcuni nel lavorare”.
Abbiamo chiesto anche a un veterano del Palazzo di Città, nonostante la sua giovane età, di darci un suo giudizio a un anno dall’insediamento del Consiglio comunale. Vincenzo Lamberti, già assessore nell’epoca Galdi, ha parlato di un entusiasmo che va scemando: “Se all’inizio ho visto tanta buona volontà, ora devo però far notare che al di là dei propositi e dei proclami la svolta buona decantata tarda venire”, è il suo giudizio tranciante. “Soprattutto in alcuni settori nodali come lo smaltimento dei rifiuti dove i risultati sperati non sono stati ancora raggiunti e c’è da parte della popolazione (non tutta) una scarsa sensibilità nei riguardi dell’importanza di differenziare. Ho apprezzato il pugno duro nei confronti dei trasgressori, ma ritengo che non sia stato abbastanza a causa dell’ insufficienza dei controlli. Dunque vorrei maggiore incisività”.
Infine, un accenno alle frazioni: “Durante la nostra amministrazione venimmo duramente redarguiti per lo stato di abbandono in cui versavano le frazioni. A distanza di due anni non vedo nulla di cambiato, attendo la volta buona”.
Pareri discordanti tra loro ed estremamente variegati che ci fanno cogliere la complessità della macchina amministrativa e dei meccanismi interni. Abbiamo voluto volgere la domanda anche ai destinatari dell’azione amministrativa, ossia i cittadini cavesi. Colti i diversi pareri, ci è stato possibile formulare un giudizio complessivo. E’ apprezzata l’attenzione alla cura della città e il lavoro di chi si sta adoperando per il decoro urbano da troppo tempo, hanno precisato gli intervistati, abbandonato e trascurato, nonché gli eventi e le manifestazioni organizzate nel corso di questo anno. Tuttavia non ci si può fermare a questo, ma bisogna affondare con incisività nei problemi che attanagliano la città, quelli economici innanzitutto. La preoccupazione per la difficoltà di trovare lavoro la fa da padrona. Qualcuno ha parlato di approssimazione e scarse competenze da parte di alcuni addetti ai lavori.
Abbiamo chiesto un giudizio anche al nostro direttore, Pasquale Petrillo, che in questi dodici mesi nei suoi editoriali ha più volte avuto modo di valutare l’operato di Servalli e soci: “C’è un clima politico più sereno, di sicuro c’è meno arroganza e presunzione. Insomma, almeno finora hanno dato prova di essere dei «bravi ragazzi». E questa di sicuro è una svolta buona. Per il resto, lasciano molto a desiderare. L’impegno c’è, ma non si vede un respiro progettuale ampio. Si vive alla giornata, non si incide sulla realtà cittadina soprattutto in prospettiva. Insomma, questa Amministrazione se non si dà una scossa rischia di affogare nella quotidianità, nell’ordinarietà più grigia. In una parola, nella mediocrità. In questo davvero ci vorrebbe la svolta buona!”.
Tirando le somme, il giudizio complessivo dopo questa carrellata di opinioni è che, come era prevedibile e fisiologico, l’entusiasmo della prima ora è calato, ma non sopito. L’Amministrazione, pur tra difficoltà di vario ordine, può contare ancora sul supporto e l’appoggio di buona parte dei cittadini, i quali però chiedono ora, non solo di continuare con costanza nella cura dell’ordinario, ma anche energia e una decisa accelerata nell’affrontare problemi di fondo.
C’è voglia di vedere la svolta buona della città. Agli amministratori il compito di perseguirla. (foto Gabriele Durante)