La lettura dell’intervista al sindaco di Cava de’ Tirreni Vincenzo Servalli sul bilancio del primo anno di amministrazione, conferma in larga misura quelle che erano le nostre convinzioni e che, anche recentemente, abbiamo avuto modo di esplicitare.
D’altra parte, il contenuto dell’intervista non si distacca dalle precedenti rilasciate in quest’ultimo anno. I problemi sul tappeto sono gli stessi. Identici i propositi e le buone intenzioni. Insomma, niente di nuovo sotto il sole. D’altro canto, nessuno ha la bacchetta magica: in un anno non è che si possa concretizzare molto e lo stesso sindaco Servalli lo ammette chiedendo ai cittadini di pazientare. In sintesi, il risultato è positivo, ma più che altro si tratta di una fiducia fondata sulla parola.
Ci convinciamo ancora di più, semmai, del fatto che questo esecutivo municipale ha bisogno di una messa a punto. Il sindaco Servalli, però, al momento esclude rimpasti, per lui gli assessori stanno facendo bene e avanti così. Oddio, c’è da notare la sua osservazione sul fatto che possono fare di più, ma questo è normale. E’ un po’ come succede a scuola, quando il professore di solito, se proprio non può lamentarsi, afferma che il ragazzo va bene ma può fare meglio.
Piuttosto, quello che, invece, per certi versi sorprende e lascia pensare, è l’attestato di stima del sindaco Servalli nei riguardi dell’assessore Enrico Polichetti. Non è che l’assessore ai grandi eventi non lo meriti o che non abbia fatto bene, ma è singolare che il Sindaco tolga solo lui dal mazzo per elogiarlo e, sostanzialmente, promuoverlo a pieni voti.
Al di là dell’ottimo lavoro indubbiamente svolto da Polichetti nell’espletamento delle deleghe assegnategli, viene confermata una convinzione che avevamo da un po’, ovvero che in questa Giunta a fare la differenza sia lui. Questo, però, rappresenta anche un evidente limite: vuol dire che l’attuale Amministrazione riesce a fare bene nell’organizzare eventi, partite di pallone, manifestazioni di folclore, luminarie e cose del genere, mentre per il resto il piatto piange.
Certo, siamo consapevoli che è più facile realizzare delle iniziative di intrattenimento piuttosto che risolvere le problematiche relative ai rifiuti o alla spending review o alla riduzione delle tasse, oppure in tema di servizi sociali o in materia urbanistica, e così via. Ci mancherebbe. Tuttavia, resta il fatto che Polichetti si sia distinto. E chissà se accadrà come a Roma, dove viene ricordata l’epoca del mitico assessore all’effimero Renato Nicolini, ideatore dell’Estate romana quarant’anni fa, piuttosto che il sindaco capitolino di allora. Insomma, fra qualche decennio più che del sindaco Servalli questa stagione sarà ricordata come quella di Polichetti, assessore alle Estati cavesi?
Detto ciò, quel che ci piace sottolineare è altro e più che la politica riguarda la persona del sindaco Servalli. Ci sorprende, infatti, nonostante la durezza della lotta politica, gli affanni dell’azione amministrativa, le polemiche pretestuose e le perfide insinuazioni, la sua capacità di apparire calmo e sereno. Beato lui. Un passaggio dell’intervista, infine, merita di essere evidenziato. E’ quello in cui Servalli afferma che lui è abituato a vivere con poco e che, finito di svolgere questo suo attuale e delicato ruolo, tornerà al suo lavoro, e che “le lusinghe del potere e della ricchezza non hanno mai fatto parte della mia cultura”. E’ una dimensione umana più che apprezzabile in questa epoca in cui sono all’ordine del giorno la bramosia del potere, la smania di protagonismo e l’ubriacarsi del superfluo.
In conclusione, molto probabilmente questa Amministrazione brillerà per la sua modestia e per i tanti limiti che mostra, tuttavia, non si può non riconoscere al sindaco Servalli, e a buona parte dei suoi collaboratori, delle apprezzabili doti umane. Insomma, possono anche non convincerci del tutto come politici e amministratori, ma di sicuro vanno salvati come persone.
E di questi tempi, dove è assai difficile distinguere il buono dal cattivo, il sano dal marcio, l’onesto dal disonesto, accontentiamoci di avere quale primo cittadino almeno un bravo ragazzo come Servalli. Se poi riuscirà a fare anche bene, tanto meglio per la città.