Salerno, “Ecologia e Poesia” al Giardino della Minerva grazie all’Hortus Magnus con i professori D’Episcopo e Ingenito
Chi è il poeta? “E’ un uomo che parla agli uomini: dotato di una sensibilità più vivace, di un entusiasmo e di una tenerezza maggiori, che possiede una conoscenza più grande della natura umana ed un animo più ampio di quanto si suppone siano comuni nell’umanità; un uomo che si compiace delle proprie passioni e delle proprie volizioni, e che gioisce più di altri della vita che è in lui. Egli è dotato di “ali” che non conoscono limitazioni”.
Questo è il poeta secondo William Wordsworth, uno dei massimi esponenti della poesia e della cultura inglese tra fine ‘700 e prima metà dell’800, definito “Poeta della natura” dal professor Francesco D’Episcopo, già docente di Critica Letteraria e Letterature Comparate presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Federico II di Napoli, che ha dedicato al poeta inglese il bellissimo libro:” William Wordsworth e la pre – scienza della poesia”, edito da “Edizioni Scientifiche Italiane”, che è stato presentato dall’autore al “Giardino della Minerva”, diretto dal dottor Luciano Mauro, durante un interessante incontro organizzato dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi, Presidente dell’associazione culturale “Hortus Magnus”.
Ad approfondire i quattro saggi contenuti nel libro, scritti anche da Maria Gargotta e Vincenzo Pepe, è stato il professor Michele Ingenito, già docente di Lingua, Cultura e Letteratura Inglese presso l’Università di Salerno che ha ricordato il contesto nel quale visse Wordsworth:” Nell’epoca che sancì la definitiva supremazia dell’Inghilterra come potenza industriale in tutto il mondo. Rivisitare Wordsworth vuol dire cogliere lo spirito sapiente di un epoca a cui appartiene una intera generazione di poeti e di artisti tra i quali il poeta inglese rappresenta una gemma tra le più pure: un poeta di immensa statura umana, oltre che artistica, il quale costruisce la sua poetica suggestiva, caratterizzando ed influenzando il cosiddetto primo Romanticismo inglese”.
Il professor D’Episcopo ha spiegato che anche Alfonso Gatto si identificava con le bellezze della natura e che Wordsworth ha saputo coniugare ecologia e poesia:” Per lui gli uomini potevano trovare un ritorno alla natura solo nella poesia. Per poter tornare a dialogare con la natura e ritrovare se stessi, secondo il poeta, occorre rifarsi fanciulli. Egli, come accadrà per Leopardi e Pascoli, si concentra sull’infanzia come stagione impareggiabile dell’esistenza, nella quale il fanciullo, libero da abitudini e convenzioni, può dare sfogo a tutti i suoi sensi senza lasciarli condizionare dalla futura forza della ragione. Di qui la naturale assimilazione fanciullo – poeta, perché è proprio della poesia possedere la pre – scienza della vita, penetrando, attraverso una serie di processi ri – creativi, il suo mistero”.
A recitare i versi di alcune poesie di Wordsworth è stata l’attrice Pina Russo che ha anche ricordato alcune parole dell’acclarato profeta del Romanticismo inglese, autore di “Prelude”, il suo capolavoro, che, nella prefazione a “Ballate liriche”, diceva: ”La poesia è l’inizio e la fine di tutto il sapere: è immortale come il cuore dell’uomo”.