Cava, sulla “La Buona Scuola” il Rotary ha ospitato Elena Raffo e Luisa Franzese
“Ho scritto questo libro su sollecitazione del figliolo del maestro Giorgio De Salve. Durante la lunga, corale ed appassionata narrazione di chi lo aveva conosciuto emergeva, via via, la figura di un caparbio sognatore che, ben al di là dei suoi doveri di insegnante, attraverso amore ed abnegazione, riusciva a trasformare una comunità, arretrata e soffocata dall’analfabetismo, in una realtà aperta alla vita. Oltre un migliaio di bambini da lui amati ed istruiti, hanno potuto trovare, nella cultura e nelle professioni, il giusto riscatto sociale. Ho capito, quindi, che la scuola ha bisogno innanzitutto di qualità delle persone che vi operano. La sua storia era ignorata e, per questo ho deciso di darle voce. Un sogno ce l’ho anche io: scrivere storie di maestri come lui, cercandole in ogni regione d’Italia”.
Così Elena Raffo, giornalista del Corriere della Sera e autrice di ”Buongiorno Signor Maestro”, romanzo al centro del “Caminetto” sulla “Buona Scuola”, organizzato dal Rotary Club Cava de’ Tirreni presieduto da Carlo Nardacci, che si è svolto all’Hotel Victoria Maiorino, venerdì scorso.
Una imperdibile occasione per uno stimolante confronto sulla “missione” di maestri e professori, data la presenza di illustri esponenti del mondo della scuola come la dott.ssa Luisa Franzese (nella foto), Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, la prof.ssa Maria Alfano, Dirigente scolastico del I Circolo Didattico di Cava de’ Tirreni che, con la moderazione della giornalista e docente Rosanna Di Giaimo, hanno illustrato ad un nutrito pubblico, presenti tutti i dirigenti scolastici di Cava de’Tirreni, la storia del maestro Giorgio De Salve ed hanno discusso di scuola.
Storia che prende il via nel Salento, negli anni quaranta, e che, attraverso i difficili anni della guerra e dell’immediato dopoguerra, giunge fino agli anni sessanta, ricchi di fermenti ideologici e culturali, per chiudersi nell’81. Insomma, un periodo di grandi cambiamenti nella storia della scuola italiana. Al centro del romanzo, Giorgio De Salve, insegnante elementare che fa del suo lavoro la sua esistenza stessa e, con pochi mezzi, strappa alla strada oltre un migliaio di bambini, mosso dalla convinzione che solo l’istruzione e la cultura possono affrancare l’uomo dallo stato di minorità.
”Il doposcuola, il teatro, il disegno, il canto, la musica costituiscono lo strumento precipuo del metodo didattico del maestro De Salve” ha sottolineato la dirigente scolastica Maria Alfano che ha evidenziato quanto fosse anticipatrice dei tempi moderni quella idea di scuola. “Oggi, soprattutto nella scuola primaria, non si prescinde da quelle attività che, come vera arte maieutica, spingono il bambino ad esprimere la propria personalità per acquisire, poi, conoscenze e competenze”. Ed ancora: “oggi, come al tempo del maestro, la scuola ha bisogno di investimenti significativi perché, se è vero che la passione e la deontologia degli insegnanti, la “rete” di scuole la sostengono comunque, è pur vero che la società, sempre più complessa, richiede ammodernamenti e strutture didattiche più efficienti”. E’ stato ricordato, inoltre, che, in quel periodo, agli albori della Repubblica italiana, la giovane Costituzione orientava la scuola ai principi della libertà, della democrazia e della partecipazione. Tuttavia troppo verticistico ed autoritario appariva ancora il sistema scolastico: queste le riflessioni al centro dell’opera del Movimento di Cooperazione Educativa che, sorto nel 1951, a Fano, recepiva le istanze dell’attivismo pedagogico di Freinet.
“Nella direzione dell’efficienza e dell’efficacia va la «Buona scuola»” ha esordito Il Direttore generale Luisa Franzese, ricordandone il lungo cammino avviato negli anni 70 con i noti Decreti Delegati che aprivano la scuola alla famiglia coinvolgendola attraverso gli Organi Collegiali.
“Oggi la legge 107 vuole dare alla scuola un ruolo più attivo agganciandola al mondo del lavoro, con il progetto di alternanza scuola-lavoro, rafforzata nella quantità di ore ed estesa, per la prima volta, anche ai licei. La riforma intende attribuire – ha proseguito – maggiori responsabilità manageriali ai dirigenti con la nuova forma di reclutamento del personale, più efficiente rispetto al passato e più moderna perché improntata all’idea della scuola-azienda”. Insomma, una scuola al passo coi tempi.
Vivace, e con qualche sfumatura di dissenso da parte del pubblico, il dibattito che è scaturito dalla conversazione a più voci sulla “Buona scuola”. Dalla critica al concetto di scuola-azienda, alla riflessione sulla inopportunità della scuola leadership, alla considerazione che la disparità dei livelli di partenza delle scuole possa determinare anche diversi obiettivi e percorsi, con il pericolo di una classificazione tra scuole in termini di qualità: questi alcuni degli interventi dei partecipanti alla serata.
“Di sicuro la Legge ha bisogno ancora di un labor limae su diversi punti – ha concluso il Direttore Generale- ma siamo certi che questa è la direzione giusta per una scuola moderna e produttiva, molto più vicina all’Europa di quanto non lo fosse la scuola di Giovanni Gentile”.