Ravello, sequestrati i depuratori. Il sindaco Vuilleumier: “Depurazione e tutela ambientale, nostro impegno da sempre”
“Siamo sereni e confidiamo nel lavoro della magistratura. Del resto la tutela dell’ambiente e della risorsa mare è da sempre una priorità di questa amministrazione. Prova ne è l’eccellente qualità delle acque, certificata dall’Arpac”.
Il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, commenta così il provvedimento di sequestro dei tre impianti di depurazione disposto dalla Procura della Repubblica di Salerno ed eseguito questa mattina dai carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico.
“Dopo Amalfi, Maiori, Praiano e Cetara, come era prevedibile, anche i nostri impianti di Sambuco, Cigliano e Marmorata sono finiti sotto la lente della Procura – commenta Vuilleumier – Si tratta di un atto dovuto, dal momento che le strutture di trattamento delle acque reflue, alcune risalenti agli anni Settanta, sono ormai insufficienti alle esigenze costituite da quasi duemila utenze domestiche. Ed è per questa ragione che, in questi anni, abbiamo più volte sollecitato gli organi competenti portare a compimento l’iter di costruzione del nuovo depuratore”.
Risale infatti al maggio del 2011, tra le prime delibere adottate dalla giunta Vuilleumier, l’approvazione del progetto preliminare di realizzazione e la richiesta di finanziamento di un impianto consortile di depurazione al servizio dei Comuni di Ravello, Atrani e Scala. Di quasi 90 milioni di euro il finanziamento complessivo destinato dalla Regione Campania al “Grande progetto di risanamento dei corsi idrici superficiali della Provincia di Salerno”.
“Il progetto del nostro impianto consortile beneficia dell’importo di circa sette milioni e mezzo di euro – spiega il primo cittadino di Ravello – Fondi europei che, alla scadenza del 31 dicembre 2015 non erano stati ancora spesi. Soggetto attuatore e responsabile dell’iter è l’amministrazione provinciale di Salerno che, nell’ottobre del 2015, è pervenuta all’aggiudicazione definitiva della gara d’appalto. Attendiamo ora che la Regione Campania possa ottenere da Bruxelles l’ammissione dell’intervento di due fasi, così da spostare la quasi totalità dell’intervento sulla programmazione 2014-2020″.
“Solo l’accettazione di questa richiesta da parte della Commissione Europea -conclude- potrà dare il via all’esecuzione delle opere”.