scritto da Redazione Ulisseonline - 10 Aprile 2016 13:40

Cava, ieri a Palazzo di Città interessante dibattito sull’incerto futuro dell’Ospedale

Cava Sanità 2.0: è un progetto fattibile o un bel libro dei sogni?

Questo è il quesito che ci siamo posti assistendo al dibattito pubblico “Ospedale di Cava de’ Tirreni, ovvero, la SALUTE è (ancora) un DIRITTO?”, e cui pare ancora noi sia possibile dare risposta.

La discussione si è svolta ieri mattina a Cava de’ Tirreni, nell’Aula consiliare del Palazzo di Città. A partecipare i rappresentanti di diverse associazioni civiche cittadine: Accademia Musicale Jacopo Napoli, Agorà, Cava 5 Stelle Libro bianco, Laboratorio delle Idee, La Rosa di Gerico, Liberi Insieme, Radio Vostok, Se non ora quando?, Movimento dei diritti dei disoccupati e precari, S. Gaetano, Civitas 2.0, Città Unita, C.R.I., Mani Amiche, Associazione Sordomuti Cavesi.

Per le parti istituzionali sono stati invitati ma erano assenti il Commissario Straordinario alla Sanità Joseph Polimeni, il Direttore del Distretto Sanitario Cava-Costa d’Amalfi Pio Vecchione, il Governatore Vincenzo De Luca, il Direttore Generale ASL Salerno Antonio Postiglione. Era invece presente ed è intervenuto, non sottraendosi al confronto, in maniera chiara e dettagliata ad apportare la sua testimonianza, il sindaco di Cava Vincenzo Servalli.

Argomento dell’incontro era la presentazione di un progetto interassociativo di gestione della Sanità, Distretto 63, A.S.L. Sa, Cava de’ Tirreni-Costa d’Amalfi.

Il presidente dell’associazione Cava 5 Stelle-Libro bianco, Maurizio Di Domenico, ha fatto un breve excursus della travagliata vicenda del S. Maria Incoronata dell’Olmo, vicenda che si trascina da circa quarant’anni e, di amministrazione in amministrazione, si è giunti fino al 2010 e al tristemente famoso Decreto Regionale n. 49 che di fatto ha sancito la chiusura formale dell’ospedale con azzeramento dei posti letto; per trovare un escamotage a questa decisione il nosocomio metelliano fu accorpato all’Azienda Ospedaliera Universitaria “Ruggi d’Aragona”.

“Tuttavia tale situazione è per noi una spada di Damocle”, ha detto Maurizio Di Domenico, “poiché quando si deciderà che non andrà più bene così, ci sarà la sua fine definitiva, perché anche abrogando il D.R. 49, rimane l’ostacolo della idoneità della struttura”.

Quale allora la soluzione?

“Si deve far ritornare la sanità ospedaliera cavese nell’alveo dell’Asl Sa”, ha detto Di Domenico, “rendendola indipendente dal giogo dell’Azienda Ospedaliera. Si deve ritornare a un’integrazione assoluta tra medicina del territorio e medicina ospedaliera che al momento sono due organi amministrativi assolutamente indipendenti che non interagiscono. Faccio mia la richiesta al Sindaco di istituire un tavolo tecnico con la Regione, l’Asl, l’Azienda Ospedaliera e la società civile per una fattiva discussione”.

Il presidente dei Cava 5 Stelle-Libro bianco ha tenuto poi a rimarcare che la certezza degli 87 posti letto per il S. Maria dell’Olmo ancora non c’è poiché ancora non è stato approvato dalla Regione e che quindi parlare di salvezza è fuorviante.

Non si è fatta attendere la replica del Primo cittadino metelliano. Anch’egli ha ricordato come la vicenda venga da lontano e lui si sia trovato, eletto da sei mesi, con in mano “il classico cerino acceso in mano”.

“Non ci siamo sottratti alle nostre responsabilità, ma abbiamo guardato con disgusto il gioco di chi aveva avuto colpevolezza, sia nel mondo ospedaliero che in quello politico, e se ne lavava le mani,” sono state le parole di Servalli.

“Per giorni ci sono state manifestazioni di protesta sotto le mie finestre con il Sindaco come imputato, quando in realtà il Sindaco ha potere di rappresentanza ma gli atti concreti non sono di  sua competenza”.

Con il decreto 49/2010 c’è stato un lento e inesorabile decadimento della struttura ospedaliera. A tempo debito sarebbero dovute essere fatte determinate azioni, ma non sono state fatte, anche da parte del personale medico ospedaliero.

“Un ulteriore aggravamento della già precaria situazione”, ha continuato il Sindaco, “c’è stato il 25  novembre 2015 con l’entrata in vigore della norma europea e la deadline per l’orario dei medici e del personale sanitario, l’unica cosa che aveva permesso fino ad ora all’ospedale di Cava di continuare a funzionare per garantire i livelli minimi di assistenza ai cittadini. L’Atto Aziendale prodotto dal Commissario  Cantone, che è ancora una proposta e non parte integrante del piano ospedaliero regionale, in attesa della ratifica, ha il merito di aver superato di fatto il decreto n.49/2010 perché avrà riconosciuto a Cava il diritto a 87 posti letto e consentirà di uscire dalla situazione di chiusura formale dell’ospedale.”

Questo, secondo Servalli, è un essenziale punto di partenza da cui poi ci si potrà muovere per qualsiasi altro progetto.

“Nel momento in cui esistiamo, possiamo cominciare a lavorare per una prospettiva futura, ma fino ad oggi non esistevamo più, con gravi responsabilità della classe politica. Quale futuro? Quali proposte senza l’Atto Aziendale del Commissario Cantone?”, sono state le parole del sindaco.

“L’idea di uscirne e tornare all’Asl è folle. Proprio adesso che hanno chiuso, solo nel territorio di Salerno, trentadue unità, rientrare nell’Asl significherebbe mettere il lucchetto al nostro ospedale. Questi sono ragionamenti teorici, ma sfugge la realtà delle cose come spesso accade nei dibattiti politici”, ha concluso Servalli.

Insomma, due posizioni antitetiche quelle espletate. Due punti di vista diversi sulla realtà delle cose e sul modo di procedere. Il dibattito tuttavia non è stato sterile perché ha fatto intravedere la volontà di approfondire, di proporre e di discutere per valorizzare il nosocomio cittadino anche in termini strutturali.

Fatta una puntuale ricostruzione del lavoro svolto nelle ultime settimane e data una più ampia disponibilità da parte dell’Amministrazione comunale a valutare la proposta di Cava Sanità 2.0, la politica si deve ora spogliare della veste strumentale e delle sigle di partito e operare per ridare dignità a una struttura ospedaliera importante e a un bacino di utenza di circa 90.000 persone.

Rivista on line di politica, lavoro, impresa e società fondata e diretta da Pasquale Petrillo - Proprietà editoriale: Comunicazione & Territorio di Cava de' Tirreni, presieduta da Silvia Lamberti.

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