scritto da Pasquale Petrillo - 07 Aprile 2016 08:52

La Rai di Riina

Salvatore Riina, figlio del famigerato boss mafioso Totò, è stato ospite ieri sera di Bruno Vespa a Porta a Porta su Rai 1. Una scelta censurabile e pur tuttavia legittima dal punto di vista squisitamente giornalistico, rientrando nell’autonoma sfera della sensibilità professionale e umana di qualsiasi operatore dell’informazione. E’ grave, però, che a dare spazio al figlio di un boss mafioso sia il servizio pubblico, il quale non solo è pagato dai contribuenti, ma che, comunque e sempre, dovrebbe avere come fondamento la corretta informazione e una funzione educativa trasmettendo valori positivi.  In quest’ottica, c’è da chiedersi quale contributo potrà dare alla crescita civile del Paese dare spazio, come ha ricordato Maria Falcone, al figlio di Totò Riina, il carnefice dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di tanti altri innocenti vittime, la cui unica colpa è stata quella di essere stati leali servitori dello Stato? La questione vera, però, è un’altra e va oltre Riina e Vespa: riguarda la mission oltre che la natura della Rai come servizio pubblico. La verità è che bisogna uscire dall’equivoco di una Rai che, pur beneficiando di pubblico danaro attraverso il canone pagato dai cittadini, nella realtà opera come un network commerciale, rincorrendo l’audience dei programmi per ricavare pubblicità e quindi danaro. Altro che servizio pubblico, qualità dell’informazione, mission educativa… (foto Giovanni Armenante)

Giornalista, ha fondato e dirige dal 2014 il giornale Ulisse on line ed è l’ideatore e il curatore della Rassegna letteraria Premio Com&Te. Fondatore e direttore responsabile dal 1993 al 2000 del mensile cittadino di politica ed attualità Confronto e del mensile diocesano Fermento, è stato dal 1998 al 2000 addetto stampa e direttore dell’Ufficio Diocesano delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi Amalfi-Cava de’Tirreni, quindi fondatore e direttore responsabile dal 2007 al 2010 del mensile cittadino di approfondimento e riflessioni L’Opinione, mentre dal 2004 al 2010 è stato commentatore politico del quotidiano salernitano Cronache del Mezzogiorno. Dal 2001 al 2004 ha svolto la funzione di Capo del Servizio di Staff del Sindaco al Comune di Cava de’Tirreni, nel corso del 2003 è stato consigliere di amministrazione della Se.T.A. S.p.A. – Servizi Terrritoriali Ambientali, poi dall’ottobre 2003 al settembre 2006 presidente del Consiglio di Amministrazione del Conservatorio Statale di Musica Martucci di Salerno, dal 2004 al 2007 consigliere di amministrazione del CSTP - Azienda della Mobilità S.p.A., infine, dal 2010 al 2014 Capo Ufficio Stampa e Portavoce del Presidente della Provincia di Salerno. Ha fondato e presieduto dal 2006 al 2011 ed è attualmente membro del Direttivo dell’associazione indipendente di comunicazione, editoria e formazione Comunicazione & Territorio. E’ autore delle pubblicazioni Testimone di parte, edita nel 2006, Appunti sul Governo della Città, edita nel 2009, e insieme a Silvia Lamberti Maionese impazzita - Comunicazione pubblica ed istituzionale, istruzioni per l'uso, edita nel 2018, nonché curatore di Tornare Grandi (2011) e Salerno, la Provincia del buongoverno (2013), entrambe edite dall’Amministrazione Provinciale di Salerno.

Una risposta a “La Rai di Riina”

  1. 7.04.2016 – By Nino Maiorino – Concordo totalmente; è la “mission” che manca nelle reti Rai, che sempre più frequentemente imbottiscono le teste dei telespettatori di cose inutili, futili, e promuovendo una incultura spaventosa e preoccupante.

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